Un vento intrappolato in un retino da farfalle: la mostra di Oscar Sabini a Castagneto Carducci inaugura la stagione espositiva estiva di Mutty

Dal 2015 lo spazio culturale Mutty — che a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, ospita una libreria e un ristorante, oltre a organizzare mostre e laboratori — d’estate si sposta in Toscana, a Castagneto Carducci, tra mare e collina, dove il vento profumato disegna le tipiche dune della Maremma e scompiglia le chiome dei pini marittimi e dei cipressi. Un vento che soffia su storie lontane e voci, e riporta ricordi e sogni ormai invecchiati, a rammentarci del tempo che passa e avvertirci che, come scrisse Kundera, «l’immortalità è una ridicola illusione, una parola vuota, un vento intrappolato in un retino da farfalle».
Questa straordinaria immagine, che lo scrittore ceco ha dipinto con le parole nel suo romanzo L’immortalità, è stata scelta dall’artista, illustratore e maestro del collage Oscar Sabini come titolo per la sua mostra personale, che inaugura la stagione espositiva estiva dello spazio temporaneo di Mutty a Castagneto.

Veneziano, classe 1972, autore conosciuto in tutto il mondo per libri come Paper Zoo e Paper Monters, pubblicati in Italia da Gallucci e nel mondo da editori del calibro di Thames & Hudson, Princeton Architectural Press ed Éditions Actes Sud, Sabini arriva dal mondo della moda e della grafica e da quasi vent’anni si divide tra il lavoro di illustratore e quello di formatore e operatore in laboratori creativi che organizza sia per bambine e bambine sia per adulti, anche in ambito terapeutico.
Il collage è il suo linguaggio d’elezione e, come ha raccontato nel corso di un’intervista alla rivista online On Printed Paper, «I ritagli, le immagini, gli oggetti fotografati, sono per me come una grande scatola dove poter rovistare e cercare. Attraverso il collage mi metto nelle condizioni di avere sempre qualcosa da cercare e di provare sempre, ogni volta, lo stupore per aver ritrovato qualche cosa: un concetto, un’idea… anche questo ha una relazione con ciò che faccio e con la tecnica che uso. C’è un sentimento significativo di stupore che mi lega a questa tecnica».

L’ispirazione arriva spesso dai sogni (dopotutto quella del collage è una tecnica legata a doppio filo al movimento surrealista) ma anche dalla lettura dei libri — vedi, appunto, il succitato titolo Un vento intrappolato in un retino da farfalle — o ancora dal mondo dell’infanzia e «da fotogrammi di vita reale e dal cinema. Anche la danza contemporanea offre sempre ottimi spunti; i movimenti del corpo in un contesto come quello teatrale mi aiutano a isolare le parti che vedo e a utilizzarle come punto da cui partire per nuovi progetti e idee», come ha spiegato l’artista sul n.49 della rivista Dada, dedicato proprio al collage, che Sabini pratica anche nella versione “a strappo”, dicendo di considerare «il bordo strappato di una forma di carta come un’area in cui c’è fermento; mi aiuta molto, nel mio lavoro, pensare a quello spazio che ha in sé una forza e una vitalità così materica».

Le opere esposte in occasione della mostra — che inaugurerà il 2 agosto e sarà visibile fino al 14 — sono venti e sono tutte state realizzate appositamente per l’evento.