Tesori d’archivio: le tavole di un volume dell’800 sulle decorazioni arabe

Chi ha visitato il Louvre e ha visto la cosiddetta Sala degli Antenati, si sarà trovato di fronte ai meravigliosi blocchi di pietra risalenti al XV secolo a.C. nei quali appare il faraone Thutmose III nell’atto di offrire doni ai suoi predecessori. Quei blocchi, che originariamente si trovavano nel ricco complesso di templi di Karnak, nei pressi di Luxor, sono frutto di un furto — uno degli innumerevoli compiuti dalle potenze coloniali europee nei secoli passati — e l’autore di tale trafugamento è uno dei più celebri egittologi francesi, Émile Prisse d’Avennes.
Nato nel 1807 ad Avesnes-sur-Helpe, paesino del nord della Francia quasi al confine col Belgio, Prisse d’Avennes crebbe in una famiglia nobile che cercò di indirizzarlo agli studi di giurisprudenza. Lui, però, preferiva far altro, e abbandonò la formazione in legge per iscriversi alla École royale d’Arts et Métiers. D’animo avventuroso, il giovane a un certo punto decise di arruolarsi nell’esercito francese per andare a combattere nella guerra d’indipendenza greca: dal 1921, infatti, Atene combatteva per affrancarsi dal dominio ottomano e nel 1827 entrarono nel conflitto, al fianco della Grecia, anche le grandi potenze europee.
Dopo la sconfitta della flotta egiziana a Navarino, invece di tornare in Francia Prisse d’Avennes seguì gli egiziani. Aveva appena vent’anni, e colse l’occasione di lavorare per il pascià Muḥammad ‘Ali, che stava cercando tecnici stranieri allo scopo di modernizzare il paese. In Egitto Prisse d’Avennes lavorò come ingegnere civile e topografo, e insegnò anche in diverse scuole. Nei quasi dieci anni in cui rimase al servizio di Muḥammad ‘Ali, adottò completamente lo stile di vita locale: cambiò nome in Idiriss Effendi, imparò l’arabo e si convertì all’islam.

A quasi trent’anni, nel 1836, abbandonò il lavoro e iniziò a interessarsi dell’arte egizia. Viaggiò in lungo e in largo per il paese, studiando i reperti dell’Antico Egitto e le opere dell’arte islamica, prendendo numerosi appunti, ricopiando bassorilievi, realizzando bozzetti e dipinti.
Nel 1844 ritornò in Francia con un carico di materiale, tra cui i suddetti blocchi, sottratti nottetempo l’anno prima e nascosti in diverse casse. A detta di Prisse d’Avennes, quel furto fu “conservativo”: era preoccupato, infatti, che quegli straordinari reperti potessero finire male come era già successo ad altri tesori antichi.
Insieme alla Sala degli Antenati, l’egittologo portò in Francia anche la Stele di Bentresh, anche questa conservata al Louvre, e il Papiro Prisse, che invece si trova oggi nella Biblioteca Nazionale di Parigi. Non si arricchì con i suoi tesori, preferendo donare tutti i reperti alla sua madrepatria.

Prisse d’Avennes rimase in Francia per altri quattordici anni, durante i quali fondò due riviste — Le Miroir de l’Orient e Revue orientale et algérienne — e lavorò agli appunti raccolti in Egitto, realizzando libri e articoli.
Nel 1858 fece ritorno nella terra dei faraoni, stavolta in missione per conto di Napoleone III e accompagnato da un disegnatore e un fotografo. Restò in Egitto per altri due anni, dopodiché continuò a pubblicare libri. Tra questi, un’opera illustrata dal titolo L’art arabe, che comprendeva un volume di testo e tre di immagini, tra fotografie e litografie.
Nel 1885 (sei anni dopo la morte di Prisse d’Avennes), un estratto dell’opera venne pubblicato col titolo di La Décoratión Arabe. Una copia, acquistata dalla piattaforma Rawpixel, è stata digitalizzata e restaurata nei colori. Alcune delle tavole si possono ora vedere ma anche scaricare gratuitamente in alta risoluzione.

Tavola tratta da “La Décoratión Arabe”, di Émile Prisse d’Avennes, Savoy, Parigi, 1885
(fonte: rawpixel.com)
Tavola tratta da “La Décoratión Arabe”, di Émile Prisse d’Avennes, Savoy, Parigi, 1885
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Tavola tratta da “La Décoratión Arabe”, di Émile Prisse d’Avennes, Savoy, Parigi, 1885
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Tavola tratta da “La Décoratión Arabe”, di Émile Prisse d’Avennes, Savoy, Parigi, 1885
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Tavola tratta da “La Décoratión Arabe”, di Émile Prisse d’Avennes, Savoy, Parigi, 1885
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Tavola tratta da “La Décoratión Arabe”, di Émile Prisse d’Avennes, Savoy, Parigi, 1885
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Tavola tratta da “La Décoratión Arabe”, di Émile Prisse d’Avennes, Savoy, Parigi, 1885
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Tavola tratta da “La Décoratión Arabe”, di Émile Prisse d’Avennes, Savoy, Parigi, 1885
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Tavola tratta da “La Décoratión Arabe”, di Émile Prisse d’Avennes, Savoy, Parigi, 1885
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Tavola tratta da “La Décoratión Arabe”, di Émile Prisse d’Avennes, Savoy, Parigi, 1885
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Tavola tratta da “La Décoratión Arabe”, di Émile Prisse d’Avennes, Savoy, Parigi, 1885
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