Ci sono domande tanto semplici — quasi ingenue — nelle premesse, quanto potenzialmente colme di poderosi sviluppi nelle conseguenze. È da una di queste domande che è nato un progetto che si è protratto per ben 10 anni, e che a tutt’oggi è ancora un cantiere aperto. Al centro di tutto ci sono un designer, il francese Damien Gautier, e una famiglia di caratteri tipografici — o meglio, una collezione di famiglie di caratteri che, attraverso le loro forme, vanno a esplorare le possibili tipologie di font sans-serif, cioè di caratteri senza grazie.
Questa sorta di avventura tipografica è iniziata nel 2011. All’epoca Gautier aveva fondato da appena un anno Bureau 205, studio grafico che oggi gestisce insieme alla sua socia Florence Cortat-Roller, e che in seguito avrebbe esteso l’attività con la creazione di una casa editrice, Éditions 205, e di una fonderia tipografica digitale, 205TF.
«Può un singolo carattere sans-serif rispondere a tutte le esigenze di un designer riflettendo al contempo anche la diversità inerente a questa categoria di caratteri?» si chiese Gautier. La risposta era tutt’altro che scontata. Dentro al “calderone” di font senza grazie, infatti, ci sono diverse tipologie, fiorite fin dall’800: grottesco, neo-grottesco, geometrico, umanista, a spaziatura fissa…
Ciò a cui mirava Gautier era appunto disegnarne uno che, nelle sue molte varianti, potesse andare a coprire tutte queste tipologie. Iniziò con una A — «se il mio progetto di una lettera A mi convince, non c’è nulla che possa fermarmi» spiega lui — e, come volevasi dimostrare, non si fermò più.
Lo chiamò Maax, e nel 2012 fece uscire il primo carattere, che andava a svilupparsi in vari pesi (light, regular, medium, bold e black) e in quattro differenti stili: standard, geometrico, moderno e grottesco.
Da allora il processo creativo è andato avanti con l’uscita di ulteriori famiglie di Maax: nel 2013 è stata la volta del Maax Rounded, arrotondato; nel 2014 è arrivato il Maax Mono, quindi a spaziatura fissa; nel 2017 il Maax Display, per titoli, poster, cartelloni e logo; e nel 2019 il Maax Raw, una versione dalle linee più “rustiche”, ispirate a quelle della tipografia vernacolare della quale Gautier è un grande appassionato (basta vedere il suo account Instagram).
Quest’anno ai cinque Maax già esistenti se ne sono aggiunti altri sei: una versione in cirillico; una in greco; una dedicata all’Alfabeto Fonetico Internazionale; una Micro, cioè pensata per l’uso in formati molto piccoli; una stencil; e una solo in maiuscolo, dallo stile assai audace.
In totale, dunque, sono 11 le famiglie di caratteri, per un totale di ben 50 stili. E il lavoro, a quanto pare, non si fermerà qui, perché Gautier sta continuando a sperimentare, affinare, aggiustare.
Alla classica domanda che chi fa type design ha l’abitudine di sentirsi chiedere — «che senso ha creare un nuovo carattere quando ne esistono già così tanti?» — il papà di Maax sa perfettamente come rispondere, e cioè con un’altra domanda: «Qual è lo scopo di un designer che crea un altro modello di sedia? Avrà un sedile, quattro gambe e uno schienale come tutte le altre sedie precedenti, eppure è difficile immaginare di avere nella propria sala da pranzo quattro sedie che non c’entrano nulla con il resto della casa. È esattamente il stessa cosa quando si tratta di design dei caratteri. A volte senti il bisogno di un carattere specifico che si adatti perfettamente ai tuoi bisogni o desideri! Quindi lo progetti e lo disegni!».
Il senso dell’enorme fatica impiegata dietro a Maax sta tutto qui: è esattamente ciò di cui Gautier aveva bisogno.
Ovviamente distribuite dalla sua 205TF, le varie famiglie di questo font si possono ammirare, testare e acquistare qui, mentre qui è possibile vederlo utilizzato “nel mondo reale”.