Il nuovo calendario tipografico di design-associati è dedicato alla musica

Nel settembre del 1979 i Clash, che all’epoca avevano già iniziato a staccarsi dal suono puramente punk degli inizi, attraversarono l’oceano per raggiungere il Nord America, dove avrebbero preso parte a un tour che, per più di un mese, li avrebbe portati in un lungo e in largo per Stati Uniti e Canada.
Strummer, Jones, Simonon e Hedon, che avevano da poco finito di registrare quello che di lì a pochi mesi sarebbe diventato uno dei più grandi dischi della storia, London Calling, pensarono di portare in viaggio insieme a loro anche un vignettista e una fotografa, per documentare, attraverso disegni e scatti, sia i concerti che la vita “giù dal palco”.
Lui era Ray Lowry, artista che frequentava la band già da qualche anno, attratto dall’energia sprigionata da Strummer e soci, che considerava pari a quella dei musicisti rock anni ’50 che lui tanto amava. Lei era Pennie Smith, che aveva incontrato il gruppo per la prima volta nel ’76 — quando ancora i Clash li conoscevano in pochi. Loro avevano visto sulla storica rivista NME una sua foto di Alice Cooper immortalato mentre beveva tranquillamente del tè dietro le quinte prima di un concerto, e volevano conoscerla. Da allora diventò la fotografa di riferimento della band, oltre che amica personale di tutti i membri del gruppo.

Durante il tour americano Lowry disegnò tantissimo — qui alcune opere — e Smith scattò ancora di più. Ma la foto-icona arrivò per caso: i Clash erano sul palco del Palladium, a New York, e il bassista Paul Simonon era particolarmente incazzato perché aveva appena saputo che i buttafuori del locale non avrebbero permesso al pubblico di alzarsi dai propri posti (e in un concerto dei Clash non è che sia il massimo). Fuori di sé, impugnò il suo basso come un’ascia e lo scaglio a terra. Smith era lì, e inconsapevolmente colse l’attimo — «il mio dito si abbassò», disse poi — registrando quell’istante di pura e incontrollata rabbia punk.
Uno scatto sbagliato, dunque, oltre che fuori fuoco.

design-associati, Calendario 2022
(courtesy: design-associati)

Una volta sviluppate le foto, Smith voleva buttarlo, ma sia Strummer che Lowry si innamorarono di quell’immagina e convinsero lei e il resto della band a usarlo per la copertina del disco che avrebbero pubblicato in dicembre. Lowry disegnò i caratteri tipografici su modello di quelli dell’album di debutto di Elvis (di nuovo il suo amore per il rock anni ’50). Fece anche uno schizzo di quella che sarebbe poi diventata una delle copertine-simbolo di tutto il rock, oggi parte della collezione del MoMA.

Quante storie, eh, dietro dei caratteri e un’immagine?
A volte c’è di mezzo il caso, altre lunghi studi e tante prove. Talvolta sono coinvolti grandi professionisti, ma in qualche occasione è puro e semplice frutto di talento naturale e linguaggio grafico vernacolare.
E quella di London Calling è solo una delle 12 copertine che — per il loro valore grafico e tipografico — sono state scelte per essere protagoniste del nuovo calendario dello studio design-associati.

Di base a Mogliano Veneto, l’agenzia creativa realizza da più di quindici anni agende e calendari curatissimi per i propri clienti, ma da qualche anno a questa parte, grazie anche all’iniziativa dell’art director Ariel Brandolini, lo studio mette in vendita al pubblico i propri progetti editoriali.

design-associati, Calendario 2022
(courtesy: design-associati)
design-associati, Calendario 2022
(courtesy: design-associati)

Se l’anno scorso protagonista di un calendario e di un’agenda fu la meravigliosa raccolta di manifesti illustrati della Collezione Salce, quest’anno il calendario — concepito da Antonio Chiarato, che dirige design-associati — è dedicato proprio alle copertine dei dischi e al loro lettering unico. Lettering che Brandolini, insieme a Lorenzo Di Tommaso e Mattia Luise, ha “espanso” fino a creare, con un lunghissimo e accurato lavoro di fino, interi alfabeti con tanto di numeri e simboli, andando quindi ben oltre i pochi caratteri esistenti, cioè quelli che appaiono, appunto, sulle cover.

In 12 mesi si va dai Black Sabbath ai Supertramp, passando per Matia Bazar, i succitati Clash, i Cabaret Voltaire, i Genesis, Ray Charles, i Kraftwerk, Mina, i Pink Floyd, James Brown e Art Pepper, spaziando dunque tra generi ed epoche e presentando per ciascuna pagina la copertina, una breve storia dell’artwork e infine i font, utilizzati anche per tutti i giorni del mese.

Il calendario, che usa anche il font Porpora di Davide Montesano, si può acquistare online.

design-associati, Calendario 2022
(courtesy: design-associati)
design-associati, Calendario 2022
(courtesy: design-associati)
design-associati, Calendario 2022
(courtesy: design-associati)
design-associati, Calendario 2022
(courtesy: design-associati)
design-associati, Calendario 2022
(courtesy: design-associati)
design-associati, Calendario 2022
(courtesy: design-associati)
design-associati, Calendario 2022
(courtesy: design-associati)
Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.