Gli abiti in carta (riciclata) di Caterina Crepax in mostra a Bologna

«La porta del suo studio era sempre aperta. Quando da bambina facevo capolino, senza smettere di disegnare, attaccava a raccontarmi di vecchi film horror come il Frankenstein con Boris Karloff o delle origini del jazz e di Louis Armstrong o ancora ascoltavamo le filastrocche dei Bambini buoni e cattivi di Paolo Poli fino allo sfinimento».
Così Caterina Crepax, secondogenita di Guido — uno dei più grandi fumettisti italiani e creatore di un’icona dell’eros come Valentina — parlava della sua infanzia in un articolo uscito l’anno scorso sul Corriere.

Milanese, classe 1964, cresciuta in un ambiente pieno di stimoli e con due genitori molto presenti (il padre, notoriamente, conduceva una vita casalinga e assai abitudinaria), fin da bambina Crepax si è immersa nelle storie, prima in quelle che le venivano raccontate, e poi in quelle che costruiva lei stessa. Abilissima nell’usare la carta, ritagliava, incollava, univa, incastrava: «Uno dei primi ricordi» rammenta, «è la carta beige spessa e materica della macelleria, portata a casa da mia madre e sottratta alla spazzatura per disegnarci la forma delle mie mani, ritagliarle e applicarle a rilievo ai lati del viso di un bambino disegnato prima, per ottenere un effetto di profondità. O il disegno di due cittadine divise da un fiume e collegate da un ponte a rilievo sul foglio. O le piume di carta attaccate al cappellino di una signora disegnata sul cartoncino».

(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)
(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)
(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)

Da quei primi esperimenti d’infanzia ai successivi studi di architettura, quella che era una precoce vocazione si è infine trasformata in lavoro, e in arte.
Negli anni ’90, spinta dal designer Nicola Galizia, che aveva notato le sue decorazioni floreali di carta, Caterina Crepax iniziò a collaborare con alcune aziende, arrivando poi a mostre, sfilate, costumi per il teatro e progetti per musei, eventi e scuole.
Oggi è una “paper artist” conosciuta a livello internazionale, capace di trasformare il più povero e umile dei materiali in meravigliosi abiti-scultura, in eterei accessori, in intricati arazzi, in coloratissimi pesci.

COSA
La gentilezza della carta. La sostenibilità è bellezza
QUANDO
Fino al 27 febbraio
DOVE
Fondazione Fashion Research Italy | via del Fonditore 12, Bologna
PRENOTAZIONI

Solitamente l’artista comincia dall’idea, cui segue la ricerca delle carte giuste per realizzarla. Per la mostra La gentilezza della carta — allestita presso la Fondazione Fashion Research Italy di Bologna e appena prorogata fino al 27 febbraio — Crepax ha invece lavorato in senso opposto.
Invitata a utilizzare uno degli enormi archivi conservati presso la Fondazione, il Fondo Brandone, che raccoglie decine di migliaia di pattern per stampe tessili, Caterina Crepax ha preso disegni di molte epoche diverse e li ha decostruiti e riassemblati in nuove, straordinarie composizioni.

«Per questo progetto» spiega, «ho cambiato il mio usuale approccio creativo, che normalmente concepisce l’idea finale dell’opera, per realizzare la quale poi cerco carte di ogni tipo, dagli scarti tipografici ai vecchi libri ai pirottini per i dolci. In questa occasione invece il punto di partenza è stato il magnifico Fondo Brandone, e la sfida è stata quella di creare abiti che valorizzassero le splendide grafiche dell’archivio, mixandole per arrivare a un’armonia di colori e forme: in un certo senso per la prima volta mi sono improvvisata, per così dire, stilista, un approccio che mi ha stimolato e divertito moltissimo».

(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)

Inaugurata lo scorso 2 dicembre, l’esposizione presenta 18 abiti-scultura costruiti con carta riciclata delle cartiere Cordenons, ed è nata in occasione del lancio di Punto Sostenibilità, nuovo progetto della Fondazione Fashion Research Italy che consiste nel più grande e completo archivio italiano — fisico e digitale — di materiali tessili, accessori e soluzioni di
packaging sostenibili per la moda: iniziativa importantissima, per un settore che notoriamente è tra i più inquinanti in assoluto.
Anche i manichini sui quali sono esposti gli abiti di carta sono in materiali biodegradabili provenienti da fonti rinnovabili (li produce Bonaveri).

La mostra si può visitare durante tutti i sabati e le domeniche di febbraio, su prenotazione.

(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)
(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)
(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)
(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)
(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)
(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)
(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)
(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)
(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)
(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)
(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)
(courtesy: Fondazione Fashion Research Italy)
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Un messaggio
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