Ssplat Splatt: la prima installazione del neonato Collettivo Alone con Libri Finti Clandestini e 5x Letterpress

L’alone è una chiazza dalla forma incerta: è il vago cerchio luminoso che vediamo attorno alle fonti di luce — dal sole che acceca all’intima candela che fa da guida nelle notti senza elettricità — ma è anche la macchia di sudore che lasciamo sugli indumenti, o ciò che resta di un segno cancellato male, o ancora una sensazione che non riusciamo bene ad afferrare ma sappiamo che c’è, e avvolge un luogo, una persona, una situazione.
Sfumato, incerto, sfuggente, amorfo fantasma — impalpabile ma percepibile — di qualcosa che è stato lì o che c’è ancora, l’alone è dunque una traccia, ed è proprio da questo concetto che prende il nome un collettivo — il Collettivo Alone, appunto — nato di recente con la missione di «esplorare tutto ciò che lascia un segno» e andare ad approfondire i processi della stampa, dell’incisione, della grafica.

Di base a Lecce e composto da artiste e artisti, professioniste e professionisti della grafica e della comunicazione, Alone si focalizza principalmente sull’organizzazione di eventi relativi a installazioni e performance negli spazi pubblici, urbani e non.
La prima iniziativa, in questo senso, si chiama Ssplat Splatt, un format che prevede l’intervento di realtà artistiche, italiane e non, negli spazi di pubblica affissione della città salentina. Il primo ciclo di interventi si svilupperà in quattro appuntamenti. Il primo, tenutosi pochi giorni fa, ha visto la partecipazione di due collettivi che qui su Frizzifrizzi ormai conosciamo bene: Libri Finti Clandestini e 5x Letterpress, le cui strade si intrecciano sempre più spesso (di recente li abbiamo visti collaborare in Māter Māter e nella costruzione di una camera obscura dentro a un luogo abbandonato).

Lo scorso 10 giugno, infatti, il Collettivo Alone ha ospitato Libri Finti Clandestini e 5x Letterpress per una residenza artistica presso il laboratorio calcografico leccese Cluster8, dove hanno stampato poster 70×100 su carta blueback (quella usata tipicamente nei manifesti) e di recupero, usando colori tipografici e matrici xilografiche prodotte ad hoc.
Il 13 giugno, poi, il processo di stampa si è trasferito all’esterno, in “pubblica piazza”, come si suol dire: davanti al cartellone pubblicitario che avrebbe poi fatto da supporto, le tante mani degli stampatori si sono messe all’opera, sfornando altri manifesti utilizzando uno strumento ispirato ai tirabozze tipografici e ai torchi calcografici, realizzato appositamente per il progetto da Paper Box Design.
Il giorno successivo, finalmente, tutte le opere sono state affisse nel grande spazio 6×3, che fino al 21 giugno rimarrà visibile, con i suoi colorati pattern e le lettere e i numeri giganti.

Su gentile concessione del Collettivo Alone, pubblichiamo qui le foto di tutto il processo, in attesa dei prossimi appuntamenti, che verranno via via comunicati sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram del progetto.