Il Palace of Typographic Masonry di Richard Niessen, esposto a Torino per i Graphic Days®

Lo scorso 14 maggio ha inaugurato Eyes On the Netherlands, un progetto del festival torinese Graphic Days® dedicato al visual design dei Paesi Bassi.
Come abbiamo già avuto modo di raccontare, si tratta di un programma che andrà avanti per ben due settimane, in parte online e in parte (la più sostanziosa) all’interno degli spazi del Toolbox Coworking di Torino, tra mostre, workshop e incontri.

Una delle esposizioni, della quale diamo qui su Frizzifrizzi un piccolo assaggio in esclusiva, è relativa al progetto Palace of Typographic Masonry, ideato nel 2015 dal designer Richard Niessen.
Si tratta di un museo immaginario dedicato al graphic design, che si sviluppa in un altrettanto ideale edificio con nove dipartimenti: Segno, Simbolo, Ornamento, Costruzione, Gioco, Poetica, Dialogo, Artigianato e Ordine. Nel corso del tempo, Niessen ha invitato diversз designer a interagire con gli elementi del museo per creare progetti — un poster, un libro, una mostra, un video, una conferenza o uno strumento interattivo — che sono poi entrati a far parte dello stesso Palazzo.

Di seguito, per gentile concessione di Graphic Days®, alcune foto della mostra e degli estratti tratti dall’audioguida che conduce attraverso il percorso espositivo.

Ho letto che in un’isola appartenente all’arcipelago delle Svalbard è stato creato il deposito globale di semi per preservare le diversità del patrimonio delle sementi, raccogliendone al suo interno all’incirca 1,5 milioni di varietà.

Data questa premessa, perché non creare un luogo che preservi la diversità della cultura visiva? Per proteggere tutti quegli alfabeti, gestualità, insegne, simboli, pattern e ornamenti ed allo scopo di archiviarne le infinite combinazioni che possiamo apprezzare in libri, siti internet, mappe, poster e rituali. Inoltre per poter accogliere tutti gli strumenti utilizzati nei vari processi: griglie tipografiche, tecniche di stampa, stencil, squadre e linguaggi di programmazione. Fondamentalmente una struttura infinita, dove affascinanti esempi di informazione visiva, appartenenti ad ogni tempo e spazio, vengono riuniti.

Ho letto che in un’isola appartenente all’arcipelago delle Svalbard è stato creato il deposito globale di semi per preservare le diversità del patrimonio delle sementi, raccogliendone al suo interno all’incirca 1,5 milioni di varietà.

Data questa premessa, perché non creare un luogo che preservi la diversità della cultura visiva? Per proteggere tutti quegli alfabeti, gestualità, insegne, simboli, pattern e ornamenti ed allo scopo di archiviarne le infinite combinazioni che possiamo apprezzare in libri, siti internet, mappe, poster e rituali. Inoltre per poter accogliere tutti gli strumenti utilizzati nei vari processi: griglie tipografiche, tecniche di stampa, stencil, squadre e linguaggi di programmazione. Fondamentalmente una struttura infinita, dove affascinanti esempi di informazione visiva, appartenenti ad ogni tempo e spazio, vengono riuniti.

Iniziamo dal piano terra. Questa sezione contiene i mattoni, gli elementi costitutivi di base che hanno a disposizione i graphic designer: segni, simboli e decorazioni. Nel “Department of Sign”, ossia nel Dipartimento del Segno, troverete i segni che utilizziamo per creare il linguaggio. Ovviamente ci saranno gli alfabeti, ma saranno comprese anche altre forme grafiche che forniscono informazioni. Basti pensare alle notazioni musicali, codici che indicano le categorie gerarchiche dell’esercito, pittogrammi che aiutano ad orientarsi, gestualità, segnaletica stradale, segni zodiacali, ecc.

La prima cosa che incontrate è un labirinto di stanze e nicchie: “The Labyrint od Scripts”, letteralmente il Labirinto dei Caratteri. Un luogo dove scoprirete un’infinita varietà di sistemi di scrittura, dall’Arabico allo Zapotec.

Iniziamo dal piano terra. Questa sezione contiene i mattoni, gli elementi costitutivi di base che hanno a disposizione i graphic designer: segni, simboli e decorazioni. Nel “Department of Sign”, ossia nel Dipartimento del Segno, troverete i segni che utilizziamo per creare il linguaggio. Ovviamente ci saranno gli alfabeti, ma saranno comprese anche altre forme grafiche che forniscono informazioni. Basti pensare alle notazioni musicali, codici che indicano le categorie gerarchiche dell’esercito, pittogrammi che aiutano ad orientarsi, gestualità, segnaletica stradale, segni zodiacali, ecc.

La prima cosa che incontrate è un labirinto di stanze e nicchie: “The Labyrint od Scripts”, letteralmente il Labirinto dei Caratteri. Un luogo dove scoprirete un’infinita varietà di sistemi di scrittura, dall’Arabico allo Zapotec.

Le prossime due casse ci danno un’idea di quello che compone la seconda ala del Palazzo, dimora del “Department of Symbol”, Dipartimento dei Simboli. Paragonati ai segni i simboli sono molto meno controllabili nel significato che esprimono.

I simboli contribuiscono ad aggiungere coerenza e chiarezza a concetti, credenze, teorie e cerimonie; basti pensare al simbolismo religioso o alla gerarchia delle immagini e al word branding, insegne e loghi di compagnie. Ma anche le fotografie funzionano come simboli; la “bimba del napalo”, oppure il “bimbo siriano annegato” sono ovvi esempi. La parola ‘simbolo’ viene dal greco ‘symbolon’ che significa mettere insieme, riconoscere. I simboli servono a identificare.

Le prossime due casse ci danno un’idea di quello che compone la seconda ala del Palazzo, dimora del “Department of Symbol”, Dipartimento dei Simboli. Paragonati ai segni i simboli sono molto meno controllabili nel significato che esprimono.

I simboli contribuiscono ad aggiungere coerenza e chiarezza a concetti, credenze, teorie e cerimonie; basti pensare al simbolismo religioso o alla gerarchia delle immagini e al word branding, insegne e loghi di compagnie. Ma anche le fotografie funzionano come simboli; la “bimba del napalo”, oppure il “bimbo siriano annegato” sono ovvi esempi. La parola ‘simbolo’ viene dal greco ‘symbolon’ che significa mettere insieme, riconoscere. I simboli servono a identificare.

Nella Bonus Room troverete esempi di immagini dal fortuito e contemporaneo ordine simbolico. Ho invitato il graphic designer Bart de Baets a raccogliere alcuni onnipresenti cliché appartenenti alla cultura popolare e commerciale. Lui ne ha selezionati una parte, tratta dal vasto bacino dei punti di riferimento presenti per le nostre strade. La sua selezione è interconnessa ma non si tratta di un meccanismo funzionale come può essere invece un alfabeto.

In aggiunta al Segno e Simbolo, il primo piano è anche la sede del terzo elemento base del graphic designer: l’ornamento. La tendenza delle persone a decorare gli oggetti è universale e la capacità di riconoscere forme che si ripetono in un pattern suscita sempre una sorta di soddisfazione. Nel Dipartimento dei Simboli si dà ampio spazio alla curiosità di esplorare la vastità e le infinite possibilità della decorazione.
Il cuore del “Department of Ornament”, Dipartimento dell’Ornamento, è una stanza piastrellata chiamata “Von Wersin’s Kitchen”. Il suo layout è composto da un semplice diagramma, una chiave per osservare le molteplici forme della decorazione.

Nella Bonus Room troverete esempi di immagini dal fortuito e contemporaneo ordine simbolico. Ho invitato il graphic designer Bart de Baets a raccogliere alcuni onnipresenti cliché appartenenti alla cultura popolare e commerciale. Lui ne ha selezionati una parte, tratta dal vasto bacino dei punti di riferimento presenti per le nostre strade. La sua selezione è interconnessa ma non si tratta di un meccanismo funzionale come può essere invece un alfabeto.

In aggiunta al Segno e Simbolo, il primo piano è anche la sede del terzo elemento base del graphic designer: l’ornamento. La tendenza delle persone a decorare gli oggetti è universale e la capacità di riconoscere forme che si ripetono in un pattern suscita sempre una sorta di soddisfazione. Nel Dipartimento dei Simboli si dà ampio spazio alla curiosità di esplorare la vastità e le infinite possibilità della decorazione.
Il cuore del “Department of Ornament”, Dipartimento dell’Ornamento, è una stanza piastrellata chiamata “Von Wersin’s Kitchen”. Il suo layout è composto da un semplice diagramma, una chiave per osservare le molteplici forme della decorazione.

Dopo aver preso confidenza con i mattoni del primo piano potete recarvi al secondo piano passando per l’ampia scalinata dove tutto parla dei modi in cui i designer fondono questi segni, simboli e decorazioni in un tutto. Nel “Department of Construction”, Dipartimento della Costruzione, troverete ogni sorta di esempi di collegamenti che potete ottenere unendo gli elementi di base. Esiste sempre una serie calcolata di ingredienti utilizzati per mettere insieme un design, sia esso font, enciclopedia, app o mappa.
Questa sezione espone le cosiddette forme editoriali di immaginazione e i legami con cui gli elementi individuali assumono un significato.

Ammetto che questo Dipartimento mi affascina particolarmente, poiché la collezione che state osservando è un esempio rappresentativo dell’intero progetto del Palazzo. Ma allo stesso tempo è anche un eccellente modo per attirare l’attenzione, all’interno del graphic design, su questa idea del costruire.

Dopo aver preso confidenza con i mattoni del primo piano potete recarvi al secondo piano passando per l’ampia scalinata dove tutto parla dei modi in cui i designer fondono questi segni, simboli e decorazioni in un tutto. Nel “Department of Construction”, Dipartimento della Costruzione, troverete ogni sorta di esempi di collegamenti che potete ottenere unendo gli elementi di base. Esiste sempre una serie calcolata di ingredienti utilizzati per mettere insieme un design, sia esso font, enciclopedia, app o mappa.
Questa sezione espone le cosiddette forme editoriali di immaginazione e i legami con cui gli elementi individuali assumono un significato.

Ammetto che questo Dipartimento mi affascina particolarmente, poiché la collezione che state osservando è un esempio rappresentativo dell’intero progetto del Palazzo. Ma allo stesso tempo è anche un eccellente modo per attirare l’attenzione, all’interno del graphic design, su questa idea del costruire.

Il percorso ora vi da il benvenuto al “Department of Poetics”, Dipartimento della Poetica dove i graphic designer hanno a disposizione una serie di strumenti per essere piu incisivi nel loro lavoro, per approfondirlo, e renderlo più espressivo. Pensate alla tecnica, all’inchiostro, tipo di carta, movimento, metodo di rilegatura, colore, forma e tipo di linea. Questi sono gli svariati modi per affermare che il potenziale poetico risiede in questo dipartimento.

Attraverso una piccola scalinata raggiungete “The Modest Master’s Mesmerizing Screen Print Shop”. Questo è un laboratorio di serigrafia molto ben fornito, perché dopotutto, il Dipartimento di Poetica si occupa anche delle differenti tecniche di riproduzione che un designer può utilizzare.

Il percorso ora vi da il benvenuto al “Department of Poetics”, Dipartimento della Poetica dove i graphic designer hanno a disposizione una serie di strumenti per essere piu incisivi nel loro lavoro, per approfondirlo, e renderlo più espressivo. Pensate alla tecnica, all’inchiostro, tipo di carta, movimento, metodo di rilegatura, colore, forma e tipo di linea. Questi sono gli svariati modi per affermare che il potenziale poetico risiede in questo dipartimento.

Attraverso una piccola scalinata raggiungete “The Modest Master’s Mesmerizing Screen Print Shop”. Questo è un laboratorio di serigrafia molto ben fornito, perché dopotutto, il Dipartimento di Poetica si occupa anche delle differenti tecniche di riproduzione che un designer può utilizzare.

Se proseguite, poco oltre raggiungerete il “Department of Play”, Dipartimento del Gioco, che è l’ultimo dipartimento che si trova su questo piano. Questo dipartimento dirige il suo sguardo verso i differenti modi in cui il gioco si manifesta nel graphic design. Non soltanto durante il processo di progettazione ma anche nel coinvolgere un pubblico in interazioni sociali. Pensate agli elementi intrinseci di un gioco: ordine, tensione, movimento, solennità, estasi… e comparateli con cosa un graphic designer vuole ottenere.

Il gioco esprime una rappresentazione della vita. Lo stesso può essere affermato con il graphic design. Nel gioco da tavolo tutto si riunisce: un meraviglioso accumulo di regole, segni e disposizione spaziale.

Se proseguite, poco oltre raggiungerete il “Department of Play”, Dipartimento del Gioco, che è l’ultimo dipartimento che si trova su questo piano. Questo dipartimento dirige il suo sguardo verso i differenti modi in cui il gioco si manifesta nel graphic design. Non soltanto durante il processo di progettazione ma anche nel coinvolgere un pubblico in interazioni sociali. Pensate agli elementi intrinseci di un gioco: ordine, tensione, movimento, solennità, estasi… e comparateli con cosa un graphic designer vuole ottenere.

Il gioco esprime una rappresentazione della vita. Lo stesso può essere affermato con il graphic design. Nel gioco da tavolo tutto si riunisce: un meraviglioso accumulo di regole, segni e disposizione spaziale.

Il piano terra e il primo piano del Palazzo sono lo spazio dove sono radunati i mattoni e i metodi di costruzione. In questo secondo piano tutto è concentrato sul contesto su cui poggia la nascita del graphic design. Nel “Department of Order”, Dipartimento dell’Ordine, invece sono messe in discussione le relazioni fra il tempo e l’ambiente in cui vive la disciplina.

Ai designer piace soddisfare il bisogno umano di confidare in una celata regolarità dietro alla massa di caos, carenza di significato e fenomeni completamente casuali… I graphic designer sono maestri dell’ordine. Cercano continuamente modi per dare un senso alla vita e al mondo, fornendo una visione o modificando una certa organizzazione.

Il piano terra e il primo piano del Palazzo sono lo spazio dove sono radunati i mattoni e i metodi di costruzione. In questo secondo piano tutto è concentrato sul contesto su cui poggia la nascita del graphic design. Nel “Department of Order”, Dipartimento dell’Ordine, invece sono messe in discussione le relazioni fra il tempo e l’ambiente in cui vive la disciplina.

Ai designer piace soddisfare il bisogno umano di confidare in una celata regolarità dietro alla massa di caos, carenza di significato e fenomeni completamente casuali… I graphic designer sono maestri dell’ordine. Cercano continuamente modi per dare un senso alla vita e al mondo, fornendo una visione o modificando una certa organizzazione.

Nella mia esperienza la vocazione a diventare un graphic designer proviene da un’intima ossessione che ha profonde connessioni tra coscienza materiale e valori etici ed è profondamente radicata nella storia di questa professione. Il senso di responsabilità che trasmette questo mestiere forza il designer a relazionarsi con tutto ciò che interessa questo settore. Questa è la peculiarità che caratterizza il “Department of Craft”, Dipartimento dell’Artigianato.

Oggi le persone si arrendono sempre più alla standardizzazione – con conseguente scomparsa dell’artigianalità – nell’ambito del graphic design.

Nella mia esperienza la vocazione a diventare un graphic designer proviene da un’intima ossessione che ha profonde connessioni tra coscienza materiale e valori etici ed è profondamente radicata nella storia di questa professione. Il senso di responsabilità che trasmette questo mestiere forza il designer a relazionarsi con tutto ciò che interessa questo settore. Questa è la peculiarità che caratterizza il “Department of Craft”, Dipartimento dell’Artigianato.

Oggi le persone si arrendono sempre più alla standardizzazione – con conseguente scomparsa dell’artigianalità – nell’ambito del graphic design.

Con tutto questo in mente, dai mattoni da costruzione ai modi in cui li si può combinare, al contesto in cui questo avviene, il Palace of Typographic Masonry
finalmente si conclude con il “Department of Practice
”, ossia Dipartimento della Pratica. Questo è il luogo in cui si tratta la pratica della professione. Come fa il designer a costruire la sua professione? Come sono le relazioni con i suoi clienti? Esistono infinite direzioni in cui si può sviluppare la professione: riformatore, formalista, artista, educatore, autore, produttore, editore, oppure tutte queste allo stesso tempo.

Concludendo, una società beneficia delle più diversificate e poetiche forme di comunicazione, che trovano spunto in un processo di progettazione libero. Una parte di queste sono raccolte nell’infinità del Palace of Typographic Masonry.

Con tutto questo in mente, dai mattoni da costruzione ai modi in cui li si può combinare, al contesto in cui questo avviene, il Palace of Typographic Masonry
finalmente si conclude con il “Department of Practice
”, ossia Dipartimento della Pratica. Questo è il luogo in cui si tratta la pratica della professione. Come fa il designer a costruire la sua professione? Come sono le relazioni con i suoi clienti? Esistono infinite direzioni in cui si può sviluppare la professione: riformatore, formalista, artista, educatore, autore, produttore, editore, oppure tutte queste allo stesso tempo.

Concludendo, una società beneficia delle più diversificate e poetiche forme di comunicazione, che trovano spunto in un processo di progettazione libero. Una parte di queste sono raccolte nell’infinità del Palace of Typographic Masonry.

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