Glyphs, il profumo delle lettere

Che la forma dei caratteri tipografici suggerisca sensazioni, atmosfere, emozioni e persino sapori, è qualcosa di cui ci rendiamo conto inconsciamente, “a pelle”. Lo sappiamo quando un font è “stonato” rispetto al messaggio che veicola e al contesto, e quando invece delle semplici lettere sono capaci di rassicurare o, al contrario, esprimere un pizzico di follia.
A mettere nero su bianco questi concetti è la cosiddetta psicologia della tipografia, che studia appunto l’impatto dei caratteri e delle loro “personalità” sui nostri pensieri e le nostre sensazioni — vedi gli studi di Sarah Hyndman, della quale più volte abbiamo parlato qui su Frizzifrizzi. Nei suoi tanti esperimenti Hyndman chiede al suo pubblico, ad esempio, quale sia il sapore di un font (dolce, salato, amaro, aspro) basandosi solo sulla forma, o di riconoscere un’acqua liscia da una gasata in base a come è scritta la parola acqua.

Quello che ha tentato di fare lo studio creativo olandese Autobahn, tuttavia, è più basato sull’evocazione e l’immaginazione che sulla psicologia.
«Possiamo vedere, ascoltare e addirittura “sentire” le lettere, ma che odore avrebbero se il nostro alfabeto fosse disponibile in forma di profumo?» si è chiesto Rob Stolte, co-fondatore dell’agenzia, che ha deciso di collaborare con uno dei migliori profumieri internazionali, uno che nella sua lunga carriera ha progettato essenze per marchi come Givenchy, Versace, Van Cleef & Arpels, Paco Rabanne, Lagerfeld, Burberrys, Cartier, Chopard, Ferré: il britannico Mark Buxton.

(courtesy: Glyphs)

Stolte ha avuto l’idea grazie ai suoi problemi d’infanzia con la scrittura. Essendo uno che si trovava perfettamente a suo agio con il disegno ma non con l’alfabeto, ha iniziato a superare le difficoltà solo quando si è reso conto che le singole lettere erano semplicemente delle immagini astratte, e che avevano come antenati dei segni grafici che rappresentavano le forme della natura: «Prendi ad esempio l’origine storica della nostra A: in realtà è la testa di un bue. Capovolgila e puoi ancora vedere le corna e la testa» spiega il designer.

Proprio andando a scavare alle radici delle lettere (tema a cui, nel 2018, Autobahn ha dedicato un libro: A is van Os), ai simboli che — in una continua evoluzione dall’alfabeto proto-sinaitico al fenicio e al greco antico — stanno alla base del nostro ABC, ecco venir fuori gli odori, quelli delle terre in cui sono nati: l’argilla, il ferro, i canneti, il gelsomino, il bergamotto, lo zafferano.

Alfabeto proto-sinaitico
(courtesy: Glyphs)
Alfabeto fenicio
(courtesy: Glyphs)
Alfabeto greco
(courtesy: Glyphs)

È a partire da questi elementi che il naso di Buxton ha iniziato a creare, tirando fuori tre differenti fragranze, dedicate alle prime tre lettere.
Il progetto si chiama Glyphs, glifi, termine che viene dal greco antico glyphé, cioè “incisione, taglio”. E incisa è la custodia in pietra che contiene la bottiglietta, pensata a mo’ di penna così da poterla usare per “scrivere” il profumo sulla propria pelle.
«Ogni profumiere dell’industria dei profumi di nicchia è alla ricerca di un progetto come Glyphs» ha detto Buxton. «È qualcosa di più grande di un semplice profumo, è il modo per raccontare una storia. Una storia che è in divenire».

Per lanciare la prima collezione, il neonato marchio ha deciso di utilizzare la formula del crowdfunding e da pochi giorni è online la campagna di raccolta fondi su Kickstarter.

(courtesy: Glyphs)
(courtesy: Glyphs)
(courtesy: Glyphs)
(courtesy: Glyphs)
(courtesy: Glyphs)
(courtesy: Glyphs)
(courtesy: Glyphs)
(courtesy: Glyphs)
(courtesy: Glyphs)
(courtesy: Glyphs)
(courtesy: Glyphs)
(courtesy: Glyphs)
(courtesy: Glyphs)
(courtesy: Glyphs)
(courtesy: Glyphs)
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