Retroscena: un appartamento ristrutturato che assomiglia a un progetto grafico

Qui su Frizzifrizzi siamo abituati a conoscere Gianni Puri come grafico e illustratore. L’abbiamo incontrato come designer di pattern e poi come autore di uno dei calendari che abbiamo consigliato a fine 2020. In realtà Puri è quel che si dice “un talento multiforme”: romano, classe 1982, è anche musicista e architetto. È in quest’ultima veste che, insieme a Enrica Siracusa — stesso anno di nascita e medesima professione —, nel 2013 ha fondato La Macchina Studio, una realtà che, come spiegano gli stessi ideatori, «si muove con agilità dai territori agli oggetti ridefinendone i contorni attraverso il proprio approccio visionario».

A differenza di molti testi di presentazione, quello dello studio romano non è un semplice bla bla bla ma un dato di fatto. A contaminare il processo di ricerca e creazione architettonica, infatti, Siracusa e Puri lasciano e lanciano a briglia sciolta le loro passioni (la grafica, il teatro, la musica, l’illustrazione), abbattendo i confini tra lavori concettuali, o pensati per contesti espositivi, e progetti commissionati da clienti, tanto che la presentazione di una ristrutturazione si distingue a fatica da una serie di paper art ideata per una mostra, e un appartamento rinnovato passa prima attraverso una fase di studio con collage che potrebbero benissimo essere venduti come stampe d’arte.

È su questo sottile crinale tra gioco e realtà, tra la levità della messa in scena e la concretezza dell’abitare che si inserisce anche l’ultimo progetto de La Macchina Studio: un’opera di ristrutturazione di un appartamento romano degli anni ’50, nel quartiere di Appio Latino. Lavoro che si è anche meritato un titolo — Retroscena — e che si presenta come una traduzione tridimensionale e abitabile di un coerente insieme di tavole grafiche, o la scenografia di uno spettacolo che sta per essere messo in scena.

— I bozzetti —

Retroscena – Il soggiorno
(copyright e courtesy: La Macchina Studio)
Retroscena – Il bagno
(copyright e courtesy: La Macchina Studio)
Retroscena – La camera
(copyright e courtesy: La Macchina Studio)
Retroscena – Il muro
(copyright e courtesy: La Macchina Studio)
Retroscena – Il pavimento
(copyright e courtesy: La Macchina Studio)

La struttura originaria dell’appartamento, di 75mq, è stata completamente stravolta (se un tempo si tendeva a separare le stanze coi muri, oggi si preferisce lasciare spazi aperti, rimodulabili in base a esigenze che potrebbero cambiare di volta in volta). Laddove c’era una cucina, ora c’è la camera da letto. Al posto di quella che, pre-intervento, era la camera, adesso c’è il salotto.

Prima dell’intervento
(courtesy: La Macchina Studio)
Dopo dell’intervento
(courtesy: La Macchina Studio)

Nell’ottica di recuperare il pavimento originale, in stile terrazzo veneziano, le tracce delle precedenti divisioni sono state occasione per inserire a terra, con l’aiuto di artigiani locali, nuovi materiali.

L’ingresso
(foto: Paolo Fusco | courtesy: La Macchina Studio)
Dettagli del pavimento
(foto e courtesy: La Macchina Studio)

«La zona living è definita da una fascia netta in marmo nero e botticino, l’area lungo il corridoio riprende il disegno originale della pavimentazione con un legante rosato a base di polvere di pozzolana, la camera da letto si tinge con le nuances calde del microcemento rosso mattone. Il risultato è un accostamento di disegni, differenti grane e cromie che crea un effetto “collage”, in contrasto con il bianco assoluto delle pareti intonacate.»


I muri di spina che sono restati in piedi sono quindi diventati un ideale confine tra la parte giorno, di rappresentanza, e quella privata, con camera da letto, bagno, zona notte e un piccolo studio.


«Un armadio a ponte laccato bianco nasconde un piccolo studio: il rifugio del lettore, uno spazio intimo, silenzioso, isolato dal resto dell’abitazione. Una porta filomuro grigio-blu che sembra disegnata sulla parete, dà invece accesso alla salle de bain rivestita in mosaico bianco con fughe a contrasto, tagliata da un passaggio ogivale attraverso il quale si intravede la parete di fondo in smalto color pavone e il lavabo free standing. Infine, una porta ad arco in legno laccato classic blue guida verso la zona notte dalle linee nette e l’atmosfera accogliente.»


L’armadio ponte che si apre sul piccolo studio
(foto: Paolo Fusco | courtesy: La Macchina Studio)
Un angolino del mini-studio
(foto e courtesy: La Macchina Studio)
La camera da letto
(foto e courtesy: La Macchina Studio)
Il bagno
(foto: Paolo Fusco | courtesy: La Macchina Studio)
Il bagno
(foto: Paolo Fusco | courtesy: La Macchina Studio)

Infine il centro focale della casa, quella porta che sconfina dalla zona notte alla zona giorno, aprendosi sulla sala da pranzo e sul salotto, quest’ultimo separato da un’accesa tenda gialla di grande impatto scenico.

La porta che dalla zona notte si affaccia sulla zona giorno
(foto: Paolo Fusco | courtesy: La Macchina Studio)

«Una porta ad arco in legno laccato classic blue, con il suo profilo che aggetta di 70cm verso la sala da pranzo, è il fulcro della zona giorno e nasconde alla vista i mobili della cucina.
Il living è lo spazio più ampio della casa: una tenda di colore giallo corre lungo la giacitura del tramezzo demolito, delineando gli ambiti e tracciando un confine morbido tra le diverse funzioni.»


La vista dal salotto alla sala da pranzo
(foto: Paolo Fusco | courtesy: La Macchina Studio)
La porta, con un angolo della cucina e della sala da pranzo
(foto: Paolo Fusco | courtesy: La Macchina Studio)
La sala da pranzo
(foto: Paolo Fusco | courtesy: La Macchina Studio)
Il salotto
(foto: Paolo Fusco | courtesy: La Macchina Studio)
(foto: Paolo Fusco | courtesy: La Macchina Studio)
(foto: Paolo Fusco | courtesy: La Macchina Studio)
(foto: Paolo Fusco | courtesy: La Macchina Studio)
(foto: Paolo Fusco | courtesy: La Macchina Studio)
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