Stelvio Grotesk: un font “neo-grotesque” italiano realizzato da Danilo De Marco per Studio K95

Nel 1977 il grande Massimo Vignelli fece risparmiare milioni di dollari1 al National Park Service degli Stati Uniti, l’agenzia federale che gestisce i parchi nazionali. Con il suo sistema Unigrid — usato ancora oggi — standardizzava la comunicazione di tutti i parchi, che prima di allora veniva gestita in maniera autonoma in ciascuno di essi. Carta, formato, inchiostri, griglie, caratteri tipografici utilizzati, pesi e dimensioni per ciascun font: grazie a Unigrid tutto fu razionalizzato e organizzato.
Come font scelse l’Helvetica, notoriamente uno dei pochissimi caratteri che, allo scopo di ridurre quello che lui chiamava “inquinamento culturale”, Vignelli consentiva di usare (gli altri erano Garamond, Bodoni, Century Expanded, Optima, Futura, Univers, Caslon, Baskerville).

Stelvio Grotesk (courtesy: Danilo De Marco / Studio K95)

Progettato dallo svizzero Max Miedinger nel 1957, Helvetica è uno dei più noti caratteri di tipo neo-grotesque, che a loro volta derivano dai grotesque, un genere di font senza grazie che apparve per la prima volta in Inghilterra nei primi dell’800, grazie a William Thorowgood, che fu anche colui che coniò il termine, mutuandolo dall’italiano grottesco — non è chiaro se in riferimento alle decorazioni parietali dell’Antica Roma o alle reazioni dei tipografi che vedevano i punzoni dei suoi caratteri, all’epoca assolutamente controcorrente.

Il primo esempio di font grotesque (grotesk in tedesco) di successo fu però l’Akzidenz-Grotesk, progettato in Germania nel 1898, ispirando a sua volta alcuni caratteri ancora oggi piuttosto celebri, come il Franklin Gothic e il News Gothic, oltre a una successiva “generazione”, ribattezzata Neo-grotesque, della quale fanno parte font di enorme successo come appunto l’Helvetica, l’Univers (di Adrian Frutiger, 1957), l’Arial (Robin Nicholas e Patricia Saunders, 1982) e il molto più recente San Francisco, progettato da Apple nel 2015 e da allora utilizzato nei sistemi operativi dell’azienda americana.

Stelvio Grotesk (courtesy: Danilo De Marco / Studio K95)

A questa grande e gloriosa “famiglia” va ora ad aggiungersi un nuovo carattere, tutto italiano, che si ispira a succitati caposaldi del genere e rende omaggio, nel nome, al lavoro di Vignelli per i parchi nazionali, scegliendo di chiamarsi come uno di più antichi tra quelli italiani: il Parco Nazionale dello Stelvio.
Progettato da Danilo De Marco per lo Studio K95 di Catania, lo Stelvio Grotesk si compone di cinque pesi (Light, Medium, Regular, Bold ed Extrabold), le rispettive versioni Italic, e uno stile più “scapestrato” battezzato Stylus, anche questo disponibile in corsivo.

Presentato attraverso un sito che, mostrandone l’uso, ripercorre la storia del grotesque e le ispirazioni che stanno dietro al nuovo font, lo Stelvio Grotesk si può acquistare qui, ma la versione Regular si può scaricare gratuitamente per uso personale e non commerciale.
Oltre ai caratteri c’è anche un set di icone (disegnate da De Marco insieme a Giulia Gambino e persino una piccola collezione di magliette, felpe, borse e cappellini.

Stelvio Grotesk (courtesy: Danilo De Marco / Studio K95)
Stelvio Grotesk (courtesy: Danilo De Marco / Studio K95)
Stelvio Grotesk (courtesy: Danilo De Marco / Studio K95)
Stelvio Grotesk (courtesy: Danilo De Marco / Studio K95)
Stelvio Grotesk (courtesy: Danilo De Marco / Studio K95)
Stelvio Grotesk (courtesy: Danilo De Marco / Studio K95)
Stelvio Grotesk (courtesy: Danilo De Marco / Studio K95)
Stelvio Grotesk (courtesy: Danilo De Marco / Studio K95)
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