Reclamiamo ora, reclamiamo tutto: la call for artist di CHEAP

All’inizio sono uscite le domande. Affisse, nero su bianco (anzi, bianco su nero), lo scorso dicembre, in forma di manifesto, per le strade di Bologna.

Il primo che ho avvistato — Hai diritto alla tua città? — mi ha colto come un’epifania in un momento in cui già ci rimuginavo sopra. Come molti, qui, che in questi ultimissimi anni hanno potuto testimoniare la rapida quanto implacabile mutazione di Bologna che, da città di studenti e post-studenti, sta diventando città per turisti1.
Qui, dove un palazzo vuoto appartenuto a Telecom e poi occupato da centinaia senza casa è stato sgomberato in maniera anche violenta e ora sta per trasformarsi in uno studentato di lusso, con tanto di stile di comunicazione ammiccante e disgustosamente furbo. Qua dove XM24 è stato sgomberato due volte in pochi mesi. Qua dove, come in molte città, gli affitti brevi di Airbnb e simili stanno diventando un problema grosso per studenti e famiglie.

Poi, passeggiando, sono spuntati A chi appartiene il tuo tempo?, Chi decide del tuo corpo?, Torni mai a casa da sola di notte?, Cosa fai dei tuoi privilegi?.
Qualche settimana dopo ho visto qualcuno indossare delle spillette: RECLAIM.
Dopo le domande si apriva il secondo atto: l’esortazione.

Secondo atto che si è sviluppato con una seconda campagna di manifesti — Reclaim your time, Reclaim your body, Reclaim your power, Reclaim our city — e uno spazio temporaneo reclamato, appunto, durante le giornate di Art City.

Ora CHEAP, festival di poster art, generatore di artivismo e fucina di esperienze di comunicazione mirate a puntare il dito sui temi critici della società contemporanea, sta per lanciare la terza fase, attraverso la nuova call for artist (l’ottava, dal 2013 a oggi), rivolta a grafici, illustratori, fotografi e artisti visivi in generale.

Il tema, ovviamente, è RECLAIM.

Rivendicare qualcosa che ti è stato tolto. Precluso. Qualcosa che è tuo. Sulla base di un diritto. O di un desiderio.
Oggi vi chiediamo a che cosa pensate di avere diritto, che cosa pensate vi sia stato negato.
Vi invitiamo a domandarvi chi decide dei vostri corpi, a chi credete appartenga il vostro tempo.
Vi sfidiamo a riconoscere il privilegio, soprattutto quando si tratta del vostro.
Vi chiediamo se camminate mai da sole di notte – e quante volte avete rinunciato a percorrere le strade in un tempo che, nemmeno troppo implicitamente, ci viene precluso.
Vi spingiamo ad esplorare i confini della vostra cittadinanza.
Per capire chi ha diritto alla città – a costruirla, a fruirne e a cambiarla.
Per sondare l’esistenza di un diritto di appartenenza – un diritto che prescinda la proprietà.
Per scoprire se la città è un rifugio – e in questo caso, chi ha diritto a rifugiarvisi.

Per partecipare si può inviare da uno a tre poster in formato digitale. Quelli selezionati saranno stampati e affissi in alcune aree urbane della città di Bologna durante la prossima edizione di CHEAP Festival.
Tutte le informazioni per partecipare sono online.
La deadline è fissata al 17 maggio 2020.

La foto è di Michele Lapini.
Il video di Dario Barletta. Musica: KKEMPES.
Courtesy: CHEAP.

Un messaggio

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