What a Feeling! Un concorso di illustrazione sulle emozioni

Talvolta facciamo di tutto per nasconderle ma loro se ne scappano via da tutte le parti trovando ogni possibile via d’uscita: una palpebra che balla, un angolo della bocca che si piega, un rossore che divampa, le narici che s’allargano, le mani che tremano, un piede che si agita, uno sguardo che sfugge.
Quando proviamo a farle uscire, invece, ecco che se ne stanno ben rintanate a rosicchiare dall’interno, nascoste e silenziose come topi in cantina.
Capita di usarle come armi, sia le proprie che quelle altrui, e sanno far molto male, soprattutto quando si tratta di “fuoco amico”, ché l’arsenale di chi ti sta vicino e ti conosce bene è tra i più pericolosi.

Sto parlando, ovviamente, delle emozioni. Quelle che ti prendono, ti agitano, ti sconvolgono, ti travolgono, ti trasportano via, ti impietriscono, ti fanno vibrare: tutti verbi che implicano movimento, e non a caso, perché, come spiegano Le Vanvere, «la parola emozione (dal latino: emovère, ex = fuori + movere = muovere) ci parla letteralmente del portare fuori, smuovere, agitare. L’emozione, dunque, è uno scuotimento da una posizione iniziale, un tumulto piccolo o grande, che muove qualcosa dentro di noi e di conseguenza si riflette all’esterno».

Collettivo di sei illustratrici toscane — Camilla Garofano, Celina Elmi, Giulia Quagli, Lisa Gelli, Giulia Lombardo e Arianna Bellucci — Le Vanvere organizzano mostre, fanno interviste alle loro colleghe e ai loro colleghi e, in pratica, divulgano con intelligenza la disciplina, l’arte e la professione del fare illustrazione.
Proprio alle emozioni è dedicato il loro nuovo progetto, What a feeling!, un concorso che si svilupperà in una mostra durante la prossima edizione del festival Ludicomix di Empoli.

Il concorso è aperto a tutti gli illustratori e gli artisti italiani e internazionali, senza
limiti di età e di tecnica (le informazioni per partecipare sono qui), e verte appunto su un tema senza tempo ma anche attualissimo, «in un periodo» — scrivono Le Vanvere — «in cui l’unico modo per rapportarsi gli uni con gli altri sembra essere quello di urlare più forte, e l’odio diventa una misura preventiva, proponiamo una visione alternativa: coltiviamo l’emotività anziché sopprimerla, così da capire meglio chi e cosa ci sta di fronte invece di respingerlo».

Tra le opere inviate ne saranno selezionate 30, che verranno messe in esposizione insieme ai lavori di alcuni nomi di punta dell’illustrazione, che verranno svelati pian piano sul sito del collettivo (l’unico finora rivelato è quello di Camilla Falsini).

La deadline è fissata al 16 febbraio 2020.

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