Il lato B dei creativi pubblicitari: Giuliano Starz

Forse ha ragione lui… Giuliano Starz — nome terrestre Giuliano Filardo — è davvero un alieno proveniente da un’altra galassia.
Art director di giorno e mille altre cose la sera, nei week end, nel tempo libero.
Amante degli anni ’90, skater, Dj, street artist, illustratore e tatuatore, non è cult, è stra-cult. Tra l’underground urbano e un delicatissimo accento romano, è il Re Mida della creatività. Tutto ciò che tocca è espressione creativa. Non ci sono confini, non c’è un prima o un dopo, non c’è un lato A o un lato B. C’è semplicemente lui.

(courtesy: Giuliano Starz)

Nel ’96 inizia una lunga e intensa relazione con la street art. La passione per i graffiti, lo skate e la musica hip hop influenzano la sua arte e caratterizzano il suo stile, il suo modo di essere, di parlare, di vestire.
A questo mix bisogna aggiungere una sensibilità autentica, un tenero cuore di panna con l’immancabile granella che sa di ribellione e un cinismo pungente come il sale sul caramello. L’insieme di contrasti ne valorizza ogni sua minuscola, puntigliosa, sfaccettatura.
Segni particolari: romano de Roma. Sopravvissuto ad un incontro ravvicinato con un Ufo, si esprime con tratti semplici e linee pulite. I suoi messaggi visivi sono immediati e diretti come un proiettile d’argento nel petto di un vampiro.

Ma andiamo a spulciare la sua vita da terrestre.
Nasce nella Capitale, il 17 settembre del 1978. Si avvicina al mondo dell’arte grazie a un corso di pittura ad olio frequentato con la madre. A quattordici anni ha un incontro speciale, vede un Ufo inizia a credere alla loro esistenza e ad approfondirne l’argomento partecipando a convegni e dedicando loro molti dei suoi disegni.
Si diploma in Art Direction all’Istituto Europeo di Design. Tra il 2000 e il 2006, lavora come grafico per aziende di abbigliamento tra cui il gruppo Sixty e dopo un periodo da freelance a Stoccolma, nel 2009 diventa art director per l’agenzia pubblicitaria nel cuore di Roma dove lavora tuttora. 


(courtesy: Giuliano Starz)

La domanda sorge spontanea: qual è la tua settimana tipo, non propriamente tipica?

Amo la routine.
Dal lunedì al venerdì ore 9:30 – 18:30 in agenzia come art director.
Lunedì sera a casa per vedere Montalbano o un film. Intanto disegno.
Martedì, quando riesco, incastro sedute di tatuaggi senza rinunciare alle “birrette” fuori con gli amici. Tappa fissa, Bar San Calisto a Trastevere.
Mercoledì yoga e Chi l’ha visto, intanto disegno.
Giovedì per me è il Giovedìissimo: cena a casa con amici, solito bar e persone interessanti da beccare.
Venerdì cena a Trastevere (vi do un po’ di dritte) nelle osterie come Augusto, da Corrado, da Lucia, poi un po’ di musica in qualche club.
Sabato oltre preparare la crostata, quella di visciole è la mia preferita, mi piace fare una lunga lista di cose da depennare, tra queste ovviamente c’è sempre la voce: comprare i colori spray.
D’estate vado al mare.
La domenica pranzo insindacabile con i miei e poi con la mia crew di graffiti THE andiamo a dipingere. La cena solitamente da qualche asiatico.

(courtesy: Giuliano Starz)

Ma cosa succede ad un certo punto? Ti è nato un bisogno particolare? Cosa è scattato?

Per me non c’è mai stato “ad un certo punto”. Non sono mai stato a un bivio, non ho mai mostrato un alter ego. Ma in ogni cosa che ho fatto/che faccio, strade che sembrano parallele si uniscono o forse è la curiosità che porta ad esprimermi in modo diverso, attraverso forme nuove. In alcuni periodi vengo preso di più dalla musica, in altri dai graffiti e in altri ancora dai tatuaggi. I disegni, sempre.

Cosa è per te la “creatività”?

Il bisogno di uscire da un percorso e provarne un altro.

Creatività e libertà sono la stessa cosa?

Potrebbero, ma per quanto può riguardare il lavoro da art director è una creatività incanalata da un brief.

(courtesy: Giuliano Starz)
(courtesy: Giuliano Starz)
(courtesy: Giuliano Starz)

A cosa si ispirano i tuoi disegni?

Sicuramente parlo di argomenti che mi stanno più a cuore come i filoni: “I want to believe” un universo di alieni con sentimenti e pensieri quotidiani umani.
“For never young” uno sguardo tenero e ironico sul mondo degli anziani, spesso rappresentato in chiave street.
In senso ampio tratto tematiche urban, ma sempre in maniera strafottente.

Come descrivi il tuo stile?

Alieno.

(courtesy: Giuliano Starz)
(courtesy: Giuliano Starz)
(courtesy: Giuliano Starz)

Raccontaci del tuo incontro quasi ravvicinato con un Ufo.

Avevo circa 14 anni, mi trovavo con il mio babbo verso Cola di Rienzo, a Roma. Erano circa le 23.00 quando ad un certo punto vedo questa cosa verde volare da una parte all’altra, lasciando una scia dietro di sé. Quando dico a mio padre di guardare, non fa in tempo ad alzare lo sguardo che l’Ufo non c’era più. Ovviamente mi ha preso in giro.
Il giorno dopo, però, uscì la notizia di avvistamenti in tutta Italia. Forse fu un meteorite ma da lì è iniziata la curiosità e la voglia di crederci partecipando a convegni sull’argomento.
I WANT TO BELIEVE.

Come ti sei approcciato alla sperimentazione con i tatuaggi?

I tatuaggi, un po’ come i graffiti, sono un modo per lasciare il segno, e per disegnare in maniera indelebile sulle persone.
Non dovendolo fare come primo lavoro posso permettermi di rifiutare richieste che sono lontane dal mio mood. Per questo disegno solo le mie cose o trovando comunque un punto di incontro con i clienti. Il tatuaggio diventa per me una espressione artistica.

(courtesy: Giuliano Starz)
(courtesy: Giuliano Starz)
(courtesy: Giuliano Starz)

La musica e i tuoi esordi da Dj.

Ho sempre fatto parte con i miei amici della scena clubbing romana. La musica mi accompagna in tutto quello che faccio. A lavoro come art director, quando disegno a casa e quando lo faccio sui muri. Se sono in consolle mi piace divertire e intrattenere. Per me è più importante coinvolgere le persone sul dance floor che fare una mixata tecnicamente perfetta, ma asettica.

La vita in agenzia. Pregi e difetti.

Iniziamo dai pregi.
Sicuramente i colleghi che ormai sono amici.
Mi piace il confronto continuo e il saper contare sempre su qualcuno.
Per i difetti…. Quali difetti? =)

La tua pubblicità preferita? Anche del passato.

Beh, facciamo un salto negli anni ’80 e ti dico sicuramente gli spot Morositas, morbida la vita e Alle morbide Fruit Joy tu resistere non puoi devi devi devi masticar.
Divertenti e leggere per l’epoca, c’è anche da sottolineare l’importanza dei jingle pubblicitari che non dimentichi più.

Per l’argomento trattato e il messaggio attualissimo, sicuramente questo spot di Greenpeace: old but gold.

Qual è stato il momento più alto e intenso vissuto grazie alle tue passioni?

Sicuramente la mostra di graffiti a New York!
Due anni fa mi contatta Hugo Martinez fondatore della Martinez Gallery di NYC, per dirmi che era alla ricerca di “graffitari” e stava arrivando in Europa per lo scouting. Io sarei stato uno degli artisti presenti nella sua galleria.
Quando ha fatto tappa a Roma ci siamo incontrati e conosciuti un po’. L’ho portato nei posti che frequento e dove disegno. Ciò che mi è piaciuto di più è sentirlo parlare dei graffiti non come vandalismo puro, ma come potente forza d’espressione. Conosceva tutto, nomi, location, crew, storie e quando gli ho mostrato disegni e sketch li guardava con passione, consapevole di tutto lo sforzo che c’è dietro.

Opera realizzata a New York, per la mostra “Methodology” (courtesy: Giuliano Starz)

La mostra, chiamata Methodology, è stata inaugurata lo scorso anno a settembre: 28 artisti provenienti da tutta Europa riuniti a New York, all’interno di uno spazio libero nel quale esprimersi.
Non ci sono quadri appesi, ma solo muri e superfici senza limiti. Con i graffiti siamo arrivati persino sul rooftop e non abbiamo risparmiato neanche le vetrate.
Un’esperienza creativa e umana fortissima. Non ci sono parole per descrivere le sensazioni provate nel conoscere i migliori writers d’Europa con i quali confrontarsi ed esprimersi, magari lavorando fianco a fianco. Questo è il vero spirito di Hugo Martinez e della sua Galleria, uno luogo da sporcare artisticamente senza freni. Per la prossima mostra gli spazi saranno nuovamente resi bianchi e diventare così tela viva di qualcun altro.
Una settimana di lavoro a NYC, un catalogo ufficiale e alcuni dei miei sketch in vendita: Methodology è stata un’esperienza davvero emozionante che non dimenticherò.

Opera realizzata per la mostra “Methodology”, a New York (courtesy: Giuliano Starz)
Opera realizzata per la mostra “Methodology”, a New York (courtesy: Giuliano Starz)

L’esperienza newyorkese come ti ha segnato?

Per la prima volta ho avuto la sensazione di essere stato compreso.
New York è la Mecca dei graffiti. Sicuramente essere lì con persone che la pensano come te, su un tema così controverso e delicato come i graffiti è stato molto gratificante. Non era la mia prima volta nella Grande Mela, ma sicuramente la più creativa.

Si può dire che non hai solo un lato B, ma molti di più?
Cosa li accomuna tutti?

Si può dire che amo il lato B. Ho visto cose che voi umani…
A parte gli scherzi, quello che lega tutto ciò che faccio insieme alla voglia di sperimentare è la curiosità. La curiosità ci può portare ai confini della realtà.

Da cosa ti lasci ispirare?

La musica prima di tutto. Poi mi piace uscire spesso per osservare e ascoltare quello che dice la gente.

T-shirt per la serigrafia spagnola 43 hilos (courtesy: Giuliano Starz)
Stampe per la serigrafia spagnola 43 hilos (courtesy: Giuliano Starz)

Descrivici il tuo habitat ideale per disegnare.

Per i disegni sto bene da solo a casa, musica e stop. Per i graffiti non potrei non essere che con gli amici di sempre.

È vero che vieni da un altro pianeta?

In fondo mi sto affezionando a voi umani!

(courtesy: Giuliano Starz)

Meglio X Files o ET?

I love Dana Scully.

Star Trek o Star Wars?

Non scherziamo, Star Wars… ‘Ndo vanno quelli vestiti con la tutina.

Meglio i Goonies o Ritorno al futuro?

Ghostbusters.

Qual è il tuo disegno preferito?

Non amo fissarmi e sono sempre in evoluzione.
Quindi no, direi che non ne ho un preferito.

Calzini per Apart Together (courtesy: Giuliano Starz)
Copertina per l’album “Smiles and Troubles” di Attila (courtesy: Giuliano Starz)

Il tuo stile estremamente riproducibile non conosce confini. Lo puoi trovare dove meno te lo aspetti. All’interno di un locale hawaiano, come copertina di un album, persino su scarpe e calzini. Raccontaci gli ultimi progetti e collaborazioni.

Ho collaborato con un mio amico che canta reggae music, lui è Davide Musca aka Attila. Avevo già disegnato per il suo video. Da poco ho realizzato la copertina del suo ultimo album.
Per 43 hilos, una serigrafia di Barcellona, ho realizzato delle stampe a tiratura limitata e t-shirt della collezione Forever alone.
Ci sono tante cose in ballo, quello che so è che non mi fermo mai.

Hai lanciato un mini progetto Instagram per realizzare una Gif Tattoo. Come
è andata?

Sul mio profilo Instagram ho provocato i miei follower e la sfida è stata colta immediatamente. Ho pubblicato la gif di una rosa, disegnata da me che attraverso i vari frame da bocciolo, cresceva, fino ad appassire perdendo i petali uno ad uno, per poi ricominciare. L’obiettivo era ricreare la stessa cosa, ma sulla pelle, attraverso nove tatuaggi e quindi nove persone che volessero partecipare a questo progetto speciale. In un solo giorno ho raggiunto il numero, ciascun partecipante aveva scelto un disegno e sono anche riuscito ad organizzare, in poco tempo, l’incontro tra persone che non si conoscevano per il tatuaggio collettivo.
Il risultato è stato molto carino. Vorrei fare altre performance simili, magari a tema OVNI (Oggetti Volanti Non Identificati). Ci sono volontari?

(courtesy: Giuliano Starz)
(courtesy: Giuliano Starz)

Dove trovi le energie per fare tutto quello che fai?

Dalla curiosità, dalla voglia di imparare cose nuove e di sperimentare.

Quale altro pianeta conquisterai con la creatività?

Mi manca il pianeta amore.

Qual è il tuo motto?

Voglio Crederci. I WANT TO BELIEVE.

(courtesy: Giuliano Starz)
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