La Aegagropila linnaei è un’alga verde molto longeva che vive in colonie a forma di palla, e infatti viene anche chiamata algapalla. In Giappone, dove è molto diffusa, è stata ribattezzata Marimo (da mari, biglia e mo, pianta acquatica) e viene considerata un simbolo d’amore. C’è pure una leggenda, che narra di un ragazzo e una ragazza provenienti da due classi sociali diverse — lei è la figlia di un capo villaggio, lui un povero cacciatore — che si innamorano e scappano dalle rispettive famiglie, cercando rifugio sulle rive del lago Akan, nell’isola di Hokkaidō. Ci sono diverse versioni della storia: in alcune i due muoiono in fondo al lago e i loro spiriti diventano Marimo, in altre lui muore affogato, lei si suicida, ed entrambi si trasformano in algapalla, mentre in altre ancora sono i loro cuori a tramutano, per stare sempre assieme.
Ad ogni modo, probabilmente affascinate dalla storia e dalle curiose caratteristiche dell’Aegagropila, quando si sono trovate a scegliere il nome da dare al loro nuovo magazine dedicato all’animazione Adeline Marteil e Ingrid Mengdehl hanno trovato che Marimo fosse perfetto.
Dopo aver messo in piedi un piccola squadra di giornalisti sparsi tra Europa, Stati Uniti e Australia, Marteil e Mengdehl l’anno scorso hanno pubblicato il primo numero, che ruotava attorno a un tema affascinante come la casa.
A poco meno di un anno di distanza, eccole lavorare alla seconda uscita, che sperano di finanziare raccogliendo il denaro necessario attraverso una campagna di crowdfunding su Kickstarter.
Marimo n.2, previsto in uscita a dicembre, avrà 88 pagine, sarà interamente in inglese (il primo numero era in doppia lingua inglese-francese) e sarà dedicato alla fantasmagoria, con interviste, saggi e storie riguardanti l’animazione e gli artisti più interessanti che lavorano in questo settore dell’industria creativa.