Dopo decenni di decadenza, spopolamento, i più alti tassi di delinquenza della nazione, un’economia disastrata, “coronata” dalla bancarotta — la prima di una metropoli americana — del 2013, Detroit sta pian piano rinascendo dalle sue ceneri, seppur tra luci e ombre.
Anche i muri, negli ultimissimi anni, stanno diventando sempre più colorati, e il merito è sia degli artisti locali che di quelli che arrivano in città per lasciare il loro segno.
Un giovane appassionato di street art, Viranel Clerard, sta provando a catalogare tutti i murales di Detroit, e nel 2015 ha cominciato a fotografare le opere trovate in giro per la città, aiutato anche dalle segnalazioni dei residenti, dei commercianti, delle istituzioni e degli stessi artisti.
Di origine haitiana, Clerard ha due lavori, in un supermercato e come autista di Uber, e stando spesso in giro in macchina scopre (e poi torna a fotografare nel suo tempo libero) i pezzi realizzati nei vari quatieri della città.
Ad oggi le opere fotografate sono circa 1000, la metà delle quali è già stata caricata sul sito The Detroit Mural Project, ciascuna con l’indirizzo, il nome del quartiere e, quando possibile, dell’artista e dell’anno di realizzazione.
Un bell’esempio di come per mostrare, catalogare e conservare la testimonianza della street art non si debba per forza staccarla dai muri.