A Bologna 175 poster, affissi da CHEAP, lanciano un invito: «Agitatevi»

Era il 2017 quando sul muro esterno delle Aldini Valeriani, enorme scuola tecnica a due passi dalla casa in cui abitavo all’epoca, in Bolognina, apparve un grande murale con un ritratto di Gramsci. Realizzato da Chekos, fu commissionato dalle attiviste di CHEAP in collaborazione con la Fondazione Gramsci Emilia Romagna. Chi passa di lì può vederlo ancora oggi, e leggerlo, perché accanto al ritratto c’è l’invito che il grande intellettuale, sette anni prima di essere arrestato dai fascisti, lanciò dalle pagine del primo numero della rivista L’Ordine Nuovo, pubblicato il 1º maggio del 1919: «Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza».

(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)

Dopo oltre un secolo, quelle parole risuonano più che mai attuali: basta alzare gli occhi e quel solido muro di un istituto scolastico della periferia di Bologna — sotto al quale, ogni giorno, migliaia di ragazzine e ragazzini si incontrano, parlano, urlano, sciamano verso le classi, scendono e salgono sugli autobus — riesce ancora a parlare ai cuori e alle menti, a risvegliare gli animi, a riaccendere scintille che la società in cui viviamo fa di tutto per soffocare, preferendo trovarci assopiti nell’arretratezza culturale, anestetizzati dai media, tra spettacolarizzazione delle notizie e pornografia della cronaca, e divisi da mille conflitti tra ultimi, penultimi, terzultimi e così via.

Il mondo in cui viviamo è assai diverso da quello del 1919, ma alcune delle lotte, per combattere le quali Gramsci incitava a istruirsi, agitarsi, organizzarsi, sono rimaste le medesime. Altre, nel frattempo, se ne sono aggiunte. Oggi dovremmo agitarci per un lavoro dignitoso, per la parità di trattamento, per i diritti civili e sociali, per il diritto alla casa, per la ridistribuzione della ricchezza, per l’accesso all’istruzione e alla cultura, per la fine dei privilegi, per la libertà di movimento per tutte e per tutti, per un reddito universale, contro la discriminazione di genere, contro l’imperialismo, per cambiare — con la massima urgenza — i modelli economici e produttivi che stanno portando il pianeta a diventare inospitale per la specie umana.

«Ai confini. In consultorio. Dentro alle università. In sauna. Nei cortei dei Pride non autorizzati. In bici, in orario di lavoro, mentre seminate ortiche. Il 12 Dicembre a Milano1. Mentre fate voguing, stendete il bucato, rubate un romanzo. Nei cortei contro (tutte) le guerre. A Tehrān, Lima, Lagos, Minneapolis, Hong Kong. In Val di Susa. In fila per il permesso di soggiorno. Il 28 Maggio a Brescia2. Fuori dalle Università, nei musei, in transizione, nelle ultime file al cinema. Al buio, sotto cassa, rasente i muri. Mentre fate cruising, la spesa, la vettorializzazione del logo. In fila per un pasto gratuito. Il 2 Agosto a Bologna3. Nei cortei per (tutti) i diritti. A Piazza Stuparich, in Via Lucio Sestio, nel ventre della Bolognina. Nelle tangenziali bloccate dalle lotte ambientali. Durante il maledetto pranzo del santissimo natale. Nelle occupazioni abitative, nei cessi delle scuole occupate, nei teatri che non hanno ancora chiuso. Nello spazio pubblico delle città a cui avete diritto. Nello spazio di un poster. In strada. Sempre, in strada. Agitatevi» scrivono da CHEAP, trasformando l’agitarsi gramsciano in imperativo — Agitatevi — nella nuova campagna di affissioni sulle strade di Bologna.

Frutto della call lanciata mesi fa, 175 manifesti, opera di 156 artiste e artisti di tutto il mondo, sono visibili da qualche giorno per le vie della città (qui tutte le zone e i nomi di autrici e autori). Colorati, ironici, citazionisti, battaglieri, surreali, gioiosi, rabbiosi, abiteranno lo spazio pubblico per tutto il mese di settembre, amplificando il messaggio, facendosi portavoce delle istanze più urgenti e cruciali, provando — silenziosamente, come il murale della Bolognina — a stimolare tutto l’entusiasmo possibile. Per parafrasare Gramsci: «Ne avremo bisogno».

(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
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(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
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(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
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(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
(foto: Margherita Caprilli e Max Cavallari | courtesy: CHEAP)
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