Un documentario su una preziosa collezione di lastre letterpress con cui venivano stampate le pubblicità dei film

Decenni prima dei trailer su YouTube e delle campagne di comunicazione sui social network, e prima ancora dei promo in tv, il compito di riempire le sale cinematografiche era affidato alle locandine esposte davanti alle sale, ai cartelloni e alle pubblicità sui giornali.

Fino agli anni ’70 le inserzioni dei film in uscita che venivano pubblicate sui quotidiani erano prodotte dagli studi cinematografici e dai cinema utilizzando la stampa letterpress: si inchiostrava il negativo — che poteva essere un blocco di legno o una lastra di metallo sulle quali erano state incise le immagini e i testi — e poi si passava alla pressa.
Nei primi anni ’80 questa tecnica diventò obsoleta e molte delle lastre e dei blocchi originali finirono distrutte.

Nel 1999 DJ Ginsberg e Marilyn Wagner, una coppia di amici del Nebraska, trovarono in un negozio di antiquariato un’enorme raccolta di queste lastre, finite lì nel 1984 dopo la chiusura di un’azienda che le produceva. Ginsberg e Wagner acquistarono la collezione per 2000 dollari e, negli anni, la restaurarono.

Composta da ben 40.000 blocchi e 20.000 lastre, che coprono un periodo che va dall’epoca del cinema muto ai primo anni ’80, oggi la raccolta ha un valore stimato di circa 8/12 milioni di dollari ed è diventata la protagonista di un breve documentario girato dal filmmaker americano Adam Roffman e intitolato The Collection.
Già apparso in decine di festival — tra cui il Lago Film Festival di Revine Lago (Tv) e il Sulmona International Film Festival — il documentario è uscito a inizio gennaio anche su Vimeo.

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