Bisticci | Caro

Prendi la parte che preferisci della tua città.
Anzi, prendine una parte importante, uno di quei luoghi in cui passano tutti e che sia per te qualcosa di quotidiano. Tutto sommato, un’immagine normale: tante persone che vanno e vengono attraverso un posto per te così familiare.

Ora svuotala, lascia quella parte della città senza persone.
Con il sole o sotto la pioggia, in un giorno d’estate o d’inverno, non fa differenza: ora hai quel posto tutto per te.

Prendi una musica che vorresti tanto ascoltare, è lei l’unica compagna che hai in questa piazza, via, chiesa, museo che hai svuotato solo per te.

Respira.
Tu, la musica che hai scelto, la tua città tanto bella solo per te.

Smettila di respirare. Ti racconto una cosa.
Un paio di settimane fa alcuni ragazzi giovanissimi, hanno preso un furgone e si sono lanciati sulla folla che percorreva il primo pezzo delle Ramblas, vicino a Plaça Catalunya, a Barcellona.

È agosto, nessuno si può aspettare una cosa del genere, e la città reagisce distribuendo stranamente l’onda d’urto dell’evento. Chi è in centro corre spaventato e si rinchiude nei locali, ma poche vie fuori dal Barrio la vita continua come di consueto, rallenta solo un pochino come rarefacendosi.

Dopo qualche ora arriva un’onda lunga e tutto si ferma: chiudono molti negozi e si ferma la Festa di Gracia. – È il duecentesimo anniversario di quella festa, e mi chiedo se sia mai stata interrotta in questa sua lunga storia – Durante la guerra civile? E durante le due guerre mondiali? – Insomma, bisogna tornare a casa, la polizia sta cercando un uomo e non bisogna stare per strada.

Riprendi a respirare.
Torna nella tua città e nel luogo che avevi scelto, con la tua musica.

Sei come ieri tanti ragazzi che tornavano a casa dalla Barcelloneta nel Gotico: cuffie nelle orecchie, passeggiano cercando la strada giusta per raggiungere case troppo vicine a dove è successo il fatto. Il centro è stato chiuso, solo chi vi abita può passare i cordoni di sicurezza, e quando si può lo si fa in pochi alla volta.

Chi torna a casa attraversa case svuotate dal terrore, il tempo è fermo e le distanze le devi misurare da solo: nessuno va più o meno veloce di te, nessuno ti viene incontro, non puoi nemmeno pensare di fermarti in quel dato posto a metà strada per una birra prima di salire a casa. Nessun riferimento se non i luoghi della tua città. E la tua musica nelle cuffie.

E allora ridateci il rumore e riempite di nuovo questo luogo, e non fateci sentire la nostra musica preferita per il troppo rumore che fate attorno a noi!

Le nostre città non sono fatte per rimanere vuote, e noi non siamo fatti per sentirci soli.

POST SCRIPTUM
Ero a Barcellona durante l’attentato. E la casa dell’amica che mi ospitava, la stessa cui ho dedicato un altro bisticcio, si trovava a meno di duecento metri da dove si è verificato il fatto… Non pensavo che il terrore potesse toccarmi così profondamente, e tornato dalle vacanze questa parola la regalo a mia mamma, mio papà e mio fratello.

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