Sì, so che il titolo sembra una presa per i fondelli ma il libro in questione è una vera chicca per gli amanti delle vecchie stampe a tema anatomico, di strumenti chirurgici del passato, delle wunderkammer piene di oggetti e strumenti oscuri, delle atmosfere gotiche, insomma di tutta quell’estetica dove il retro è intimamente intrecciato con il creepy, termine che ben si adatta alla storia delle pratiche odontotecniche, che per millenni sono state all’insegna del dolore estremo, del sanguinolento, del violento (non di rado le estrazioni forzate rientravano nella categoria delle torture), della superstizione (Frazer nel suo Il ramo d’oro ci spiega come i denti, perlopiù quelli dei nemici e degli avversari, siano stati al centro di numerosi riti magici in quasi tutte le civiltà del passato e le società tribali), e non c’è di che meravigliarsi sapendo che il primo spazzolino moderno è arrivato solo nel 1780, inventato dall’imprenditore inglese William Addis.
Di materiali del genere, nei colossali archivi della Wellcome Collection di Londra — dai quali escono di tanto in tanto bellissimi libri, come quello sulla storia della classificazione della natura, di cui ho parlato tempo fa —, ce ne sono montagne. E da questi il ricercatore Richard Barnett, già autore di due gioiellini macabri come The Sick Rose, dedicato alle illustrazione a carattere medico, e Crucial Intervention, una storia illustrata (e truce) della chirurgia, ha tratto The smile stealers, un libro che ripercorre il lungo passato dell’odontoiatria dalla preistoria a oggi, mostrando antichi reperti e utensili allucinanti, splendidi pezzi di design medicale, poster, grafiche e stampe d’epoca.
In uscita a fine aprile, il volume si può già pre-acquistare — ma consiglio di guardare bene la propria agenda di appuntamenti dal dentista perché anche andare a fare una semplice pulizia dopo aver sfogliato il libro potrebbe non essere il massimo.