Perché la stampa tipografica non è morta?
Perché è sopravvissuta al digitale?
La domanda ovviamente è retorica — e la risposta potrebbe essere esattamente la stessa uscita fuori da un recente libro sul revival delle ceramiche tradizionali: «perché l’ubiquità della tecnologia ci ha spinti a cercare qualcos’altro, qualcosa di più umano» — ma è servita da innesco per un titanico progetto di ricerca dedicato alla stampa letterpress; un progetto sul quale i quattro fondatori dello studio di produzione video Bayonet Media, di base a Indianapolis, sono ormai al lavoro da oltre due anni, e che presto si concretizzerà in un documentario: Pressing On.
Finanziato grazie a una campagna di crowdfunding che ha raccolto oltre 70.000 $, il film è entrato nei laboratori, nei ripostigli ma soprattutto nei ricordi dei vecchi tipografi, come pure nei nuovi spazi in cui giovani designer e stampatori portano avanti questo mestiere — un mestiere, come sostengono i produttori di Pressing On, sul quale sostanzialmente poggiano le fondamenta del mondo moderno, fin dall’invenzione di Gutenberg.
In ritardo sui tempi, ma con una grande attività sui social network (soprattutto Instagram: @letterpressfilm), il documentario pare finalmente in dirittura d’arrivo e vicino all’uscita.





