Che succede d’estate? A parte il caldo, la gente che va fuori di testa, la voglia di lavorare che scende sotto lo zero in maniera inversamente proporzionale a quanto sale invece la temperatura del termometro.
Succede che si va.
Ci sono i grandi festival, i concerti in città, i fine settimana al lago al mare in campagna in montagna, (per chi può permetterselo) le vacanze esotiche, (per chi non può) i divani degli amici dislocati in tutte le capitali europee, i voli low cost, i lunghi, talvolta interminabili viaggi in treno per tornare “all’ovile”, alla famiglia d’origine, al paesello, che per tradizione è sempre più fresco più verde più vicino ai suddetti mari montagne campagne e laghi, quasi un miraggio dopo 11 mesi e rotti di lavoro, perlopiù in città, in appartamento, col balconcino-ino-ino (quando va bene, e quando va male solo il pozzo luce-uce-uce).
https://www.youtube.com/watch?v=kVzaAkj7roo
E dunque si parte.
Di solito leggeri: magliette, infradito, ancora magliette, costume, abitino o camicia per la sera un po’ più così, smartphone carico di musica, caricabatterie di riserva, qualche libro, e poi e poi…
E poi gli occhiali da sole. Occhiali da sole = estate.
Con gli emoji se io ti dico 🌞 🌊 😎, tu lo sai già, giusto?, cosa significa.

Le lenti sono polarizzate, bloccano il 100% dei riflessi, proteggono gli occhi dai raggi UVA, UVB e UVC e permettono una visione nitida.
Per saperne di più sulle lenti polarizzate leggi qua
E quando non li tieni direttamente su, metti in borsa pure quelli. Gli occhiali.
Ora, se sei tra quelli precisi e previdenti avrai sempre a portata di mano l’apposito astuccio, rigido o morbido, con pannuccio d’ordinanza per pulire le lenti.
Se invece preciso e previdente non lo sei avrai notato che in ogni borsa succedono puntualmente due cose, magiche e inspiegabili: la prima è che gli auricolari, le cuffiette, regolarmente si intrecciano (bastano 30 secondi d’orologio e avrai già il primo nodo); la seconda è chi occhiali si scavano chissà come una via in mezzo a tutti gli altri oggetti e raggiungono regolarmente il fondo, rischiando a ogni passo (talvolta, beffardamente intrecciandosi, proprio con le cuffiette) di doverli poi tirar fuori con la stanghetta storta o proprio staccata.

Quindi? Quindi gli occhiali per l’estate dovrebbero essere sì dei buoni occhiali ma non poi così delicati. Occhiali capaci di sopportare ogni evoluzione, di restare schiacciati sotto a biberon caricabatterie tablet panini triplo-strato creme solari thermos (si usano ancora i thermos?) e persino sotto al nuovo premio Strega, La scuola cattolica di Albinati — più di mille pagine.
Occhiali capaci di fare stretching. Di ballare il twist. Occhiali così.