Blokoshka: l’architettura modernista dell’Est Europa diventa una matrioska da costruire

Non c’era città dell’allora blocco comunista che non offrisse un ordinato ma desolante e oppressivo panorama di palazzoni, enormi e spesso identici tra loro. A partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e fino a tutti gli anni ’80 nei Paesi al di là della cosiddetta Cortina di Ferro si cominciò a costruire e costruire e costruire. Dalle campagne i lavoratori si spostavano nei centri urbani e tutti, senza eccezioni, dovevano avere una casa. Vennero creati a tavolino nuovi quartieri, spesso addirittura nuove città e, in pieno spirito socialista, se tutti erano uguali di fronte agli occhi di Dio del partito (ovviamente sappiamo tutti che questo era vero fino a un certo punto), allora pure le case dovevano essere uguali, funzionali, spartane, concrete—che gli infiorettamenti e gli imbellettamenti se li pigliassero quegli smidollati dei borghesi!

Con la caduta del Muro di Berlino, nell’89, le cose sono molto cambiate nelle ex-repubbliche sovietiche ma i segni dell’architettura popolare sono ancora lì. Anzi, da allora il modernismo sovietico è diventato quasi mitico, offrendo all’occhio del visitatore, anche a distanza di qualche decennio, una sorta di viaggio nel tempo fino all’era della Guerra Fredda.
Oggi parte di quei palazzoni è ancora là, spesso in totale decadenza. La “pelle” di quegli edifici si porta addosso i segni del tempo ma anche quelli della contemporaneità—i graffiti sulle facciate, le parabole sui balconi…

(fonte: zupagrafika.com)

Lo studio creativo polacco Zupagrafika — che in questi anni si è specializzato nella riproduzione di modellini architettonici di carta (un anno fa parlavamo di loro a proposito del brutalismo londinese) — ha preso ispirazione proprio dal modernismo dell’Est Europa per un kit di colorati palazzi di carta, da costruire e da infilare uno nell’altro stile matrioska.

Il nome del kit, che si acquista online, è Blokoshka. Dentro ci sono quattro edifici da piegare e incastrare, uno ispirato ai palazzoni di Mosca, uno a quelli di Berlino Est, poi Varsavia e Praga.
E a guardarli da vicini, si vedono pure lì i segni del presenti: i graffiti e le parabole, i condizionatori e le tendine colorate.

(fonte: zupagrafika.com)
(fonte: zupagrafika.com)
(fonte: zupagrafika.com)
(fonte: zupagrafika.com)
(fonte: zupagrafika.com)
(fonte: zupagrafika.com)
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(fonte: zupagrafika.com)
(fonte: zupagrafika.com)
(fonte: zupagrafika.com)
(fonte: zupagrafika.com)
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(fonte: zupagrafika.com)
(fonte: zupagrafika.com)
(fonte: zupagrafika.com)
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