Già tempo di calendari? Pare di sì. Quando ancora rimangono poco più di tre mesi da archiviare c’è chi corre a premunirsi per il 2016 prossimo venturo: agende, diari, scadenzari, appunto calendari (da tavolo, da parete, da tasca)… Quasi che a sceglier prima del tempo aiuti in qualche modo ad accelerare il passo, a essere già là, nel futuro, di cui si comincia a valutare—carichi di aspettative—formato, colore, consistenza, spaziosità, sensazione al tatto.
Entri in cartoleria e chiedi al signore in camicia dietro al bancone: ce l’ha un 2016 bello largo, luminoso, arieggiato?
No ma ne teniamo di eleganti, di discreti, di rigidi e severi, di giocosi, persino di profumati. Quale vuole?
I type designer, nonché tutti quelli che hanno in qualche modo sviluppato forme di mania nei confronti dei caratteri tipografici, di sicuro sceglieranno il 2016 di Typodarium, che è piccolo e compatto—perfetto per smarrirsi su scrivanie giganti ma anche per dominare quelle piccine-picciò—ma al contempo colorato e capace di sorprenderti ogni giorno coi suoi fogli da strappare, su ciascuno un carattere diverso, per 365, pardon 366 (l’anno prossimo è bisestile) “famiglie di font” create da oltre 200 tra i più interessanti designer a livello internazionale.
Il Typodarium, di cui ho già parlato un anno fa, giusto in questo periodo, è alla sua nona edizione e sarà stampato in 10.000 esemplari, che solitamente vanno a ruba come il pane (il pane del giorno dopo, azzardando una metafora). Per pre-acquistarlo, con tanto di sconto, ecco il link.