Dici Parigi e dici insegne e pensi subito all’Art Nouveau di fine ’800, ai motivi floreali, ai ghirigori, al vetro e al ferro battuto (vedi i caratteristici cartelli d’ingresso alla metropolitana, progettati dall’architetto Hector Guimard). Oppure, spostando il calendario più avanti di pochi decenni, all’Art Déco che a partire dall’Esposizione Universale del 1925 (che ai tenne proprio nella capitale francese) invase il mondo.
Ma Parigi ovviamente, dal punto di vista della grafica e del lettering non è soltanto questo, però il viaggio nella Ville Lumiere “organizzato” da Louise Fili nel suo nuovo libro Graphique de la rue, edito dalla Princeton Architectural Press, è un itinerario da percorrere inevitabilmente nel passato, attraverso le insegne degli storici bistrot, delle boulangerie, dei cinemà e dei teatri che hanno resistito al declino.
In piena ondata di revival delle vecchie insegne (vedi il documentario Sign Painters, vedi L’Italia Insegna, libro di prossima uscita per Lazy Dog), questo è il secondo volume che la designer italoamericana dedica al tema: il primo, uscito l’anno scorso, si intitolava Grafica della strada e aveva come protagonista proprio il nostro Paese.