Neanche un mese fa segnalavo la possibilità di farsi realizzare, su ordinazione, delle gif animate tascabili e in “carne e ossa”. Non che ci fosse bisogno di un gadget come questo per rendersi conto dello sdoganamento definitivo di un formato grafico nato e brevettato nell’87—quindi un formato “proprietario”, come si suol dire, per il quale i programmi che lo utilizzavano dovevano pagare i diritti (a differenza ad esempio del ben più diffuso .jpg, pensato e rilasciato come formato aperto, libero dunque da brevetti e royalties).
A nemmeno dieci anni dalla scadenza del brevetto sulle .gif la rete, complice la sempre maggior velocità delle connessioni (d’altra parte il lentissimo web dei gracchianti modem a 14 e 28k favorirono l’esplosione del .jpg), è un diluvio di immagini animate, talmente invasive e virali—gli ormai mitologici gattini, le scene cult (o quelle più ridicole) dei film e delle serie-tv, la nicchia mobile-porno—da diventare spesso veri e propri meme, senza parlare dell’utilizzo sempre più massiccio nell’editoria online e nel campo della moda: tra gli ultimi arrivi la collaborazione tra Versace e M.I.A..
Ora le gif possono però diventare anche dei bei soprammobili dal sapore steampunk, grazie all’idea di due “makers” italiani, Marco Calabrese e Alessandro Scali, che con la loro Officina K, che si muove tra il web e l’immaterialità dei pixel e una ben più materiale bottega in quel di Torino (se vuoi passare a trovarli l’indirizzo è via Ghemme 7/A), hanno inventato il Giphoscope, oggetto rigorosamente artigianale che grazie a una manovella fa ruotare un rullo che muove delle piccole lastre di alluminio con su stampati i vari fotogrammi.
Marco e Alessandro hanno già realizzato (e senza l’aiuto del solito Kickstarter tanto che sul sito spicca l’ironico bollino Kickstarter Free) una piccola collezione con diversi “filmati” ma è possibile farsi costruire un Giphoscope su ordinazione inviando il proprio.
