The Sounds of the Office

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Com’è cambiata, negli anni, la colonna sonora dell’ufficio? Intendo tutti quei suoni tanto famigliari a chi entra, al mattino, e timbra un cartellino. Il rumore di fondo della fotocopiatrice in azione, i telefoni che squillano, le tastiere che ticchettano, gli smartphone che vibrano mentre si chatta su facebook cercando di non farsi accorgere dal capo, il cigolio della sedia reclinabile, i bicchierini di plastica del caffè buttati nel cestino, le risme di carta sistemate sulla scrivania, il tip-tap dei tacchi delle colleghe.

Un ufficio di fine ‘800 o dei primi dell’900 sarebbe stato molto più silenzioso, con l’impercettibile suono dei pennini immersi nei calamai, il graffiare delle punte di metallo sul foglio, le buste delle lettere aperte col tagliacarte… poi sono arrivati il ciclostile, le macchine da scrivere—prima meccaniche poi elettriche—le calcolatrici scriventi, il telex, le fotocopiatrici, il fax, i computer…

Chi guarda Mad Men sa che i rumori di fondo della Sterling Cooper (poi Sterling Cooper Draper Pryce e più tardi ancora Sterling Cooper & Partners) possono tranquillamente essere messi tra i co-protagonisti della serie: i più attenti avranno notato anche che quando Don si mette a riflettere e si richiude nei suoi pensieri tutto il tappeto sonoro dell’ufficio sfuma via, per riprendere (e farti accorgere che prima se ne era andato) quando qualcosa o qualcuno turba quegli attimi di presa di coscienza.

Ed è proprio del “periodo Mad Men” un disco intitolato The Sounds of the Office, in vendita sul sito dello Smithsonian Folkways, l’etichetta discografica del celebre museo di storia americana fondato a metà ‘800 a Washington D.C.

Registrato nel 1964 da Michael Siegel—curatore anche di un’altra raccolta di field recordings, dedicata però ai rumori di una discarica: Sounds of the Junk Yard—The Sounds of the Office è un salto indietro nel tempo in un’epoca in cui si poteva fumare in ufficio (tlac, flash, foom) e nessuno twittava ogni due secondi i suoi problemi col mondo.

Nel prossimo futuro, quando la carta verrà definitivamente eliminata, tutto viaggerà in rete e si lavorerà solo su dispositivi touch, ciascuno potenzialmente dal proprio, iperconnesso, divano di casa, forse la colonna sonora dell’ufficio non sarà che una lunga traccia fatta di silenzio, sospiri e solitudine.

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