Flavio è un lui e Andrea è una lei. Vengono da Roma, si disegnano da soli i loro abiti ed amano appiccicarsi pezzi di plastica colorata in faccia.
Insieme, Flavio ed Andrea sono Le Rose e, come è evidente dalla loro pagina Myspace ma soprattutto dalle loro canzoni, si ispirano alla tradizione italiana degli anni ’80, tra i Matia Bazar, Camerini, i Krisma e Luca Carboni.
Quelli di Pippola Music, geniale casa discografica fiorentina dedita allo scouting creativo di gruppi che ricordano qualcuno o qualcosa ma allo stesso tempo ti riempiono le orecchie di roba davvero buona – di quella che ti fa ballare o sdraiare all’improvviso su un prato verde (e se il prato non c’è te lo immagini e va bene anche così) e rimanere vittima del brivido pre-adolescente fatto di aspettative amorose sotto un sole d’agosto, e visioni che non riesci ad afferrare ma ti fanno battere più forte il cuore.
Quelli di Pippola Music, dicevo, prima di abbandonarmi ai coriandoli emotivi, mi hanno mandato il 45 giri appena uscito, in attesa dell’album di debutto che dovrebbe arrivare in ottobre.
Due pezzi, Mi dice di si e Schumann, che se volete fare un favore a voi stessi vi consiglio di ascoltare dopo esservi letti quest’ottima recensione che coglie nel segno – ovvero, spiegare come e perché non si tratta di operazione nostalgia, né di contenitore senza contenuto, come potrebbe sembrare ad uno primo, superficiale, sguardo – più di quanto potrei mai riuscire a fare io.
Su Vitaminic trovate l’intervista al duo e dopo il salto, altre immagini.
