7am | Marta Iorio

7 opere e 7 domande, alle 7 di mattina, ad illustratori che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Marta Iorio.

Ciao Marta, di dove sei, quanti anni hai e da quanto fai l’illustratrice?
Sono nata a Napoli, ma vivo a Bologna. Faccio l’illustratrice da quando Vivian Celestino mi ha chiesto di illustrare il suo racconto: Old Vanity.

Matita o penna grafica?
Gouache.

Cosa fai quando non disegni?
Lavoro tra piante e fiori, mi impegno a correre senza scarpe e penso al pasto che mi aspetta e immagino a come mi piacerebbe condividerlo con le persone che sono lontane.

Cosa c’è sulla tua scrivania?
Fiori, vino o tè ed ordine maniacale, ma a volte c’è anche l’inferno.

Un disegno pesa quanto…
Tutto quello che non si dice, che non si è detto a suo tempo.

Un libro di cui vorresti illustrare la copertina e un film di cui vorresti fare il poster.
Un libro è poco, però per esempio mi viene in mente “Montedidio” di Erry De Luca, “Cattedrale” di R. Carver, quelli di Amelie Nothomb e naturalmente il mio al quale sono al lavoro!
Film di cui vorrei fare il poster sono i documentari di Eugenio Polgovsky specialmente “Los Herederos” che documenta la vita dei bambini lavoratori in un villaggio indigeno dello stato di Oaxaca, Messico.

Un illustratore o un’illustratrice che mi consiglieresti?
Tutti, tanti talentuosissime/i  illustratrici/ori ai quali, per mancanza di sincronicità tra vita e fortuna, non è dato modo di esprimersi…
Ma qualche nome?
Sì, allora stimo tanto: Aurora Cacciapuoti, Sarah Mazzetti, Giulia Sagramola, Francesca Cappellini, Francesca Ferri, Daniela Tieni, Ilaria Boscia, ma una signorina molto raffinata è Sara Gavioli.

Un messaggio

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