Le aree giochi pubbliche per bambine e bambini — quando le bambine e i bambini non ci sono, e ancora di più quando le cigolanti strutture sono vecchie e sgarrupate, i giochi hanno perso la vernice e si stagliano sotto piatti e grigi cieli che paiono fatti di metallo — hanno, per lo sguardo adulto che osserva quei luoghi, il sapore dolceamaro e appiccicoso della nostalgia. La memoria rievoca frammenti di voci dal passato, la pelle ricorda il tocco gentile del sole nei pomeriggi primaverili, il cuore batte forte come per sincronizzarsi sulle corse a perdifiato di molti e molti anni prima.
Nelle nostre città capita ormai raramente di vedere ancora in giro tali reperti malsicuri, che invece sembrano assai diffusi nelle ex repubbliche sovietiche, dove può accadere di ritrovarsi davanti a esemplari progettati e installati durante la guerra fredda, quando, nell’immaginario di chi frequentava quei campetti tra i palazzoni prefabbricati delle periferie e delle monogorod, c’era il desidero di fare il cosmonauta, e allora si saliva su quei razzi di metallo, su quelle navicelle di cemento e si giocava a stare tra le stelle.

(fonte: zupagrafika.com)
La studio di design polacco Zupagrafika, che tante pubblicazioni ha dedicato all’architettura dell’ex blocco sovietico, ha raccolto in un libro — Soviet Playgrounds. Playful Landscapes of the Former USSR — alcuni di questi detskaya ploshchadka (“parco giochi” in russo), fotografati in giro per i paesi che un tempo componevano l’URSS: dalla Lituania alla Bielorussia, dall’Uzbekistan alla Lettonia, dall’Estonia al Tajikistan, dalla stessa Russia fino a — sì, fino all’Ucraina, dove oggi i parchi gioco, distrutti dalle bombe e dai razzi, sono di fatto l’apoteosi della perdita, della malinconia, dell’angoscia. Sotto la spietata luce dell’attualità, tutto quanto il volume assume in effetti dei contorni che più che nostalgici appaiono tragici.
«Da Riga a Dushanbe, da Kiev a Vladivostok, i bambini sognavano di diventare cosmonauti e si divertivano con i numerosi parchi giochi a tema spaziale che si erano moltiplicati dall’inizio della guerra fredda. Mentre alcuni sono ancora in uso, altri stanno lentamente scomparendo per far posto ad attrezzature moderne o, più recentemente, sono stati distrutti durante l’invasione russa dell’Ucraina, diventando solo un debole ricordo dell’infanzia sovietica» scrivono da Zupagrafika, che ha realizzato gli scatti collaborando con diversi fotografi locali e documentando i parchi giochi ex sovietici con oltre 150 fotografie, accompagnate da mappe informative e da una prefazione dell’urbanista ucraino Mykola Gorokhov.

(fonte: zupagrafika.com)

(fonte: zupagrafika.com)

(fonte: zupagrafika.com)

(fonte: zupagrafika.com)

(fonte: zupagrafika.com)

(fonte: zupagrafika.com)

(fonte: zupagrafika.com)