Tesori d’archivio: i salvadanai d’epoca della collezione Kierland Herberger al Minneapolis Institute of Art

Non sappiamo ancora con certezza se apparvero fin da quando si cominciarono a usare le monete, ma di sicuro i salvadanai esistono da molto, moltissimo tempo, perlomeno dal II secolo a.C., che è il periodo al quale risale un esemplare ritrovato in Turchia, a Priene, un tempo colonia greca. Aveva la forma di un tempio e una fessura in tutto e per tutto simile a quella dei salvadanai moderni.
Da allora, a parte cambiamenti di forma e materiali, il dindarolo, come viene chiamato a Roma, è rimasto pressoché immutato per secoli, per poi “evolversi” in un porcellino: il più antico giunto fino a noi è stato prodotto nell’isola di Java nel XII secolo, ma la tradizione di realizzarne in terracotta o ceramica a forma di maiale è di origine incerta, forse tedesca, oppure inglese — in quest’ultimo caso la genesi sarebbe piuttosto curiosa e avrebbe a che fare con l’etimologia: nel Medioevo l’argilla con cui venivano prodotti si chiamava pygg. L’assonanza con pig è evidente, e dal nome alla forma il passo è breve.
Poi, a fine ‘800, negli Stati Uniti iniziò a dilagare la mania delle cosiddette mechanical bank, dei salvadanai meccanici in cui c’erano personaggi che compivano delle azioni basilari.

L’idea fu di un certo James Serrill di Philadelphia, che nel 1869 brevettò quella che a prima vista sembrava una semplice cassettiera in legno in miniatura. In realtà era un salvadanaio, che si azionava aprendo un cassetto e inserendo la moneta. Richiudendo il cassetto, il fondo si ribaltava e la moneta cadeva nello scomparto inferiore, così che aprendolo di nuovo il soldino era scomparso.
Tanto semplice quanto ingegnoso, il sistema serviva a dare un tocco giocoso all’atto di depositare e dunque risparmiare denaro. Da quel momento in poi, fu un vero e proprio “boom”: sul mercato cominciarono ad apparire svariati modelli, perlopiù in metallo e con meccanismi simili, pensati principalmente per bambine e bambini.

“Frog on Round Base”, salvadanaio, 1872 ca.
designer: Russell A. Frisbie; produttore: J. & E. Stevens Company, Cromwell, Connecticut, USA
Minneapolis Institute of Art, dono di Katherine Kierland Herberger
“Tammany Bank” o “Little Fat Man”, salvadanaio meccanico, 1873 ca.
designer: John D. Hall; produttore: J. & E. Stevens Company, Cromwell, Connecticut, USA
Minneapolis Institute of Art, dono di Katherine Kierland Herberger

Il periodo d’oro delle mechanical bank fu quello a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, specialmente negli USA, dove se ne producevano di ogni tipo, raffiguranti animali, scene di vita quotidiana, celebrità, personaggi del cinema o dei fumetti, caricature satiriche di uomini politici ma anche stereotipi etnici che oggi appaiono come altamente razzisti.
La moda iniziò ad affievolirsi attorno al 1930, e queste tipologie di salvadanai sparirono quasi del tutto. Quelli prodotti all’epoca sono oggi pezzi molto ricercati da collezioniste e collezionisti di tutto il mondo.
Una delle più vaste collezioni mai raccolte apparteneva a Katherine Kierland Herberger, moglie dell’imprenditore George Robert Herberger, proprietario di una catena di grandi magazzini. Classe 1912, Katherine iniziò a collezionarli quando ne regalò uno al figlio, e in oltre sessant’anni mise assieme una serie straordinaria, composta da oltre 800 salvadanai meccanici e più di 200 salvadanai normali.
Alla sua morte donò la raccolta al Minneapolis Institute of Art, che da allora conserva gli oltre 1000 pezzi, protagonisti anche di un libro.
Alcuni di essi si possono vedere online. Nel libro, invece, ci sono tutti.

P.S.
A chi ama questo genere di collezioni consiglio anche il volume di lusso uscito un paio di anni fa per Franco Maria Ricci Editore: CHA-CHING! L’Arte del Risparmio.

“Humpty Dumpty”, salvadanaio meccanico, 1882 ca.
designer: Charles G. Shepard, Peter Adams; produttore: Shepard Hardware Company, Buffalo, New York, USA
Minneapolis Institute of Art, dono di Katherine Kierland Herberger
“Elephant and Three Clowns on Tub”, salvadanaio meccanico, 1882 ca.
designer: James H. Bowen; produttore: J. & E. Stevens Company, Cromwell, Connecticut, USA
Minneapolis Institute of Art, dono di Katherine Kierland Herberger
“Bismark [sic] Bank”, salvadanaio meccanico, 1883-1884 ca.
designer: Charles A. Bailey; produttore: J. & E. Stevens Company, Cromwell, Connecticut, USA
Minneapolis Institute of Art, dono di Katherine Kierland Herberger
“Uncle Sam”, salvadanaio meccanico, 1886 ca.
designer: Charles G. Shepard, Peter Adams; produttore: Shepard Hardware Company, Buffalo, New York, USA
Minneapolis Institute of Art, dono di Katherine Kierland Herberger
“Boy on Trapeze”, salvadanaio meccanico, 1888 ca.
produttore: J. Barton Smith Co., Philadelphia, Pennsylvania, USA
Minneapolis Institute of Art, dono di Katherine Kierland Herberger
“Girl Skipping Rope”, salvadanaio meccanico, 1890 ca.
designer: James H. Bowen; produttore: J. & E. Stevens Company, Cromwell, Connecticut, USA
Minneapolis Institute of Art, dono di Katherine Kierland Herberger
“Tower Bank”, salvadanaio, 1890-1898 ca.
produttore: Kyser & Rex Company, Philadelphia, Pennsylvania, USA
Minneapolis Institute of Art, dono di Katherine Kierland Herberger
“Columbia”, salvadanaio, 1893
produttore: Kenton Hardware Manufacturing Co., Kenton, Ohio, USA
Minneapolis Institute of Art, dono di Katherine Kierland Herberger
“Hoop-La Bank”, salvadanaio meccanico, 1897-anni ’20 ca.
produttore: John Harper & Company, Ltd., Willenhall, Staffordshire, UK
Minneapolis Institute of Art, dono di Katherine Kierland Herberger
“Hen and Chick”, salvadanaio meccanico, 1901 ca.
designer: Charles A. Bailey; produttore: J. & E. Stevens Company, Cromwell, Connecticut, USA
Minneapolis Institute of Art, dono di Katherine Kierland Herberger
Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.