Bambini, ragazzi, periferie: le comunità Arci si raccontano. Una call per illustratrici e illustratori

Cultura, Educazione, Empowerment, Territorio. L’acronimo è CEET e si tratta di un progetto promosso da Arci e co-finanziato dall’impresa sociale Con i bambini con l’intento di contrastare la povertà educativa minorile e lavorare, attraverso la rete di circoli Arci, con istituzioni e famiglie in alcuni territori interessati da problematiche di questo tipo.

All’interno di tale progetto è nata la volontà di pubblicare un libro che faccia emergere la storia educativa dei circoli e dei comitati che investono sul lavoro con bambine e bambini e ragazze e ragazzi. In collaborazione con la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, che da oltre vent’anni fa ricerca, formazione e valorizzazione della cultura della memoria, sono dunque state raccolte delle “autobiografie collettive” di undici dei territori interessati da CEET, a partire da una serie di domande: «perché si sceglie di lavorare con i bambini e con i ragazzi? Come si crea un gruppo di lavoro motivato che investe in questa direzione? Cosa significa lavorare in quest’ambito per le proprie vite personali, associative, professionali? Quali gli ostacoli? Quali i punti di forza?».

Da quelle storie nascerà appunto un volume illustrato, che sarà pubblicato dalla casa editrice Sinnos. Questa, insieme ad Arci e a Librimmaginari, ha lanciato un call per selezionare l’illustratrice o l’illustratore cui saranno affidate le tavole del libro (almeno 30), insieme a un compenso di 5000 Euro.
Possono partecipare tutte le artisti e gli artisti che lavorano in Italia, senza limiti di età, genere e provenienza.
Per candidarsi bisognerà lavorare a una tavola che racconti visivamente uno dei due estratti che seguono.

«Ho individuato due persone: una persona l’ho conosciuta in un ambiente diverso da questo perché nei primi tempi lavoravo part time nell’associazione e per il resto del tempo ero impegnato in un’azienda che si occupava di fotovoltaico. Lì ero coordinato da un ingegnere: riusciva a far capire le cose a me, che non avevo un background nel settore, utilizzando come metodo la gentilezza. Io da lui ho imparato quanto sia importante essere gentili nell’approcciare le persone. Essere gentile ti permette di aprire delle porte».

«[…] il progetto è poi cresciuto ancora, consentendo incontri tra i bambini e i papà detenuti, una volta al mese, al martedì, per un’ora e mezza. Ci sono stati momenti bellissimi di incontro tra genitori e figli, facilitati a volte da semplici consegne ludiche. Nelle interviste pubbliche degli educatori interni, è emerso che i detenuti, in caso di punizione, erano disposti a rinunciare a tutto, tranne che al martedì con i propri figli.
Gli educatori, inoltre, hanno riferito che per due o tre giorni, dopo gli incontri, si respirava un’atmosfera di calma e tranquillità all’interno del carcere. Lo spazio di incontro con la famiglia sembrava sgonfiare le tensioni accumulate nel tempo. Anche il personale carcerario, sempre attento al cambio turno, ritardava gli orari di conclusione degli incontri, percependo il beneficio di un tempo restituito, una dimensione magica che portava coraggio e speranza».

Oltre alla tavola si dovranno inviare anche una lettera motivazionale, il proprio curriculum, il documento di identità, il proprio portfolio in pdf e il modulo di partecipazione.
La deadline per le candidature è fissata al 28 agosto 2022.
Qui tutte le informazioni e i link per scaricare il bando e i moduli necessari.

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