La storia dell’hip-hop in formato francobollo nel nuovo poster dello studio Dorothy

«La critica più frequentemente mossa al rap è stata che gli artisti dalla parlantina veloce tendono a limitarsi a vantarsi e che parlano veloce tendono a limitarsi a vantarsi e ostentare. Ma The Message è diverso. È un ritratto grintoso, schietto e vividamente cinematografico della vita di strada nera, con ladri, drogati, senzatetto, gente che ha abbandonato la scuola e altri personaggi familiari che fanno apparizioni brevi ma eloquenti. Il realismo sociale raramente funziona bene in un contesto di musica pop, ma The Message è un grido di frustrazione e disperazione assolutamente convincente che non può essere ignorato»: con questa breve recensione, uscita il 22 dicembre del 1982 sulle pagine del New York Times, il critico musicale Robert Palmer, all’epoca firma di punta del quotidiano, dichiarava The Message, album di debutto di Grandmaster Flash and the Furious Five come uno dei dischi dell’anno.

Avanti veloce fino al 2020, all’uscita di RTJ4, quarto album del duo Run the Jewels, formato da Killer Mike ed El-P, che Rob Harvilla su The Ringer dichiara come «l’album rap che questo momento richiede» e del quale, su Sentireascoltare, Luca Roncoroni scrive «impossibile parlare del quarto capitolo Run the Jewels senza fare riferimento all’attuale situazione socio-politica americana. Questa particolare congiuntura storica ha preparato il miglior terreno possibile per il disco, che — per usare il più logoro dei cliché — è con distacco il più politico del duo. È nato prima che la bomba esplodesse definitivamente, ma è uscito esattamente nel mezzo di quelle che sono le proteste “razziali” più periodizzanti, dalle rivolte di Los Angeles a seguito del famigerato pestaggio di Rodney King. RTJ4 è il disco che rischia di rendere definitivamente El-P e Killer Mike i Public Enemy della nostra generazione, e il manifesto perfetto per attestare lo stato di salute di un hip hop ancora vivo e in grado di raccontare al meglio l’America sfregiata dalle fiamme di Minneapolis, a cavallo tra gli omicidi di Eric Garner, Trayvon Martin, Michael Brown, Breonna Taylor, Ahmaud Arbery e George Floyd».

Dorothy, “Stamp Albums: Hip-Hop”, 2022
(fonte: wearedorothy.com)
Dorothy, “Stamp Albums: Hip-Hop”, 2022
(fonte: wearedorothy.com)

38 anni tra un disco e l’altro. In mezzo l’intera storia dell’hip-hop, ma la funzione del rap sembra rimasta intatta: raccontare il presente, farne la cronaca attraverso testi, suoni, campionamenti, citazioni. 38 anni duranti i quali la musica rap è diventata via via più complessa perché sempre più complessa è la realtà da tradurre in musica: stratificata di segni, spigolosa e fluida allo stesso tempo, talvolta talmente assurda da confondersi con la finzione.
Difficile, se non impossibile, stabilire un’ideale percorso tra The Message e RTJ4, saltando di pietra miliare in pietra miliare.
Ci aveva provato l’anno scorso Popchart con un poster sui 100 migliori album rap (lì si iniziava con il 1984 e il debutto omonimo dei Run DMC e ci si fermava a Good News di Megan Thee Stallion, 2020) e ci prova ora lo studio britannico Dorothy con un altro poster, Stamp Albums: Hip-Hop, che traduce la storia del rap in un format già collaudato con altri generi: trasformare le copertine in ideali francobolli dalle grafiche minimali.
In questo caso sono 42 i dischi, stampati in litografia a sei colori su carta da 120gm, con tanto di foglia argentata.
Notevole il lavoro di progettazione grafica, con pochi elementi ma mai casuali (si colgono le citazioni ai titoli degli album, ai singoli pezzi, alla storia degli artisti o delle artiste).
Che lo si acquisti o meno, consiglio di segnare la scaletta e andare a recuperare tutti i dischi, riascoltandoli cronologicamente, o perlomeno qualche pezzo da ciascuno di essi: fa un certo effetto attraversare l’evoluzione di uno dei generi più rilevanti dell’ultimo mezzo secolo.

Dorothy, “Stamp Albums: Hip-Hop”, 2022
(fonte: wearedorothy.com)
Dorothy, “Stamp Albums: Hip-Hop”, 2022
(fonte: wearedorothy.com)
Dorothy, “Stamp Albums: Hip-Hop”, 2022
(fonte: wearedorothy.com)
Dorothy, “Stamp Albums: Hip-Hop”, 2022
(fonte: wearedorothy.com)
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