Tutti i sistemi di scrittura del mondo, in un sito e un poster

La stragrande maggioranza delle informazioni scritte si basa attualmente su appena cinque sistemi di scrittura: il nostro alfabeto latino, adoperato da circa il 70% della popolazione mondiale; i caratteri cinesi, impiegati da più di un miliardo di persone; la scrittura araba, usata da quasi 700 milioni di persone; il devanagari dell’India (600 milioni); e infine l’alfabeto bengalese (300 milioni).
Ovviamente ce ne sono molti altri: tra i più noti — almeno alle nostre latitudini — il greco, il cirillico, l’ebraico, i vari sistemi di scrittura giapponese, e poi i geroglifici e la scrittura cuneiforme. E questa è solo la proverbiale punta dell’iceberg. In realtà i sistemi di scrittura, sarebbero ben 294, perlomeno secondo le stime — aggiornate al gennaio del 2022 — di un gruppo di ricercatrici e ricercatori provenienti dall’Atelier National de Recherche Typographique di Nancy, in Francia, dall’Institut Designlabor Gutenberg dell’Università di Scienze Applicate di Magonza, in Germania, e dalla Script Encoding Initiative del Dipartimento di Linguistica dell’Università di Berkeley, negli Stati Uniti.

(fonte: worldswritingsystems.org)

Da qualche anno le tre realtà lavorano insieme a un progetto transnazionale, il Missing Scripts Project, che ha l’intento di andare a identificare tutti i sistemi di scrittura che non sono ancora stati codificati nello standard Unicode, che è quello che ci permette di utilizzare lettere, numeri, simboli e emoji su computer, smartphone e piattaforme informatiche in genere.
Se un sistema di scrittura non fa parte di Unicode (che si aggiorna quasi ogni anno: allo stato attuale l’ultima versione è la 14.0.0) significa che non lo si può usare sui computer.
Ad oggi, su 294 identificati, sono 131 a non farne ancora parte. E non si tratta solo di alfabeti relativi a lingue morte o a script ormai in disuso: sono decine quelli ancora oggi letti e scritti che però non hanno una loro versione digitale, come ad esempio il Bété dell’Africa occidentale, il Gurung nepalese, o il Moon, un’alternativa al Braille per le persone cieche. Ma nell’iniziativa del gruppo di ricerca rientrano anche sistemi inventati, come il Cirth di Tolkien o il Klingon di Star Trek.

(fonte: kd.hs-mainz.de)

Alcuni di questi glifi sono oggi usati da poche migliaia di persone, ma in un mondo in cui le informazioni passano ormai in larga parte sulle piattaforme digitali, escludere un sistema di scrittura significa inevitabilmente condannarlo a morte certa. Inoltre ci sono tantissime scritture antiche che, se inserite negli standard Unicode, beneficerebbero di una maggiore accessibilità e dunque di maggiori possibilità di collaborazione tra chi le studia.

Per far sì che un sistema di scrittura entri a far parte di Unicode, bisogna innanzitutto inviare una proposta ufficiale di candidatura all’Unicode Consortium, corredata da prove che i caratteri siano effettivamente utilizzati da qualche comunità o comunque in uso su un testo continuo e di senso compiuto. Il Missing Scripts Project sta appunto raccogliendo evidenze e portando avanti candidature. Nel frattempo dal 2019 è online un sito, costantemente aggiornato, che presenta tutti e 294 i sistemi di scrittura: si chiama semplicemente The World’s Writing Systems e raccoglie un glifo per ogni sistema, insieme a diversi link per andare poi ad approfondire.
Ma l’aspetto forse più interessante del sito è la possibilità di riordinare i vari sistemi di scrittura in base all’epoca, alla regione geografica, al nome, all’inserimento o meno nello standard Unicode, e allo status (script “vivi” e script “morti”).

C’è inoltre un poster serigrafato che ne mostra 293. Ne sono stati prodotti solo 1000 esemplari e ne rimangono pochissimi. Si acquista qui.

(fonte: worldswritingsystems.org)
(fonte: worldswritingsystems.org)
(fonte: worldswritingsystems.org)
(fonte: worldswritingsystems.org)
(fonte: worldswritingsystems.org)
(fonte: worldswritingsystems.org)
(fonte: worldswritingsystems.org)
(fonte: worldswritingsystems.org)
(fonte: worldswritingsystems.org)
(fonte: worldswritingsystems.org)
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