All’inizio degli anni ’90 la città di Bilbao, il più importante centro dei Paesi Baschi, non se la passava benissimo. In piena crisi economica, con una popolazione in costante declino e un porto — un tempo fonte di ricchezza per la città — ormai quasi in rovina, le prospettive di rinascita non erano esattamente dietro l’angolo. Poi arrivò il Guggenheim.
Era il 1991 quando il governo basco propose alla Solomon R. Guggenheim Foundation di New York di realizzare un museo, su modello di quello progettato da Frank Lloyd Wright nella Grande Mela.
Accolta l’iniziativa e trovati i fondi, venne organizzato un concorso di idee per il progetto della sede. A vincerlo fu lo studio dell’architetto canadese Frank O. Gehry, che accettò la tutt’altro che semplice sfida dell’inevitabile paragone con l’opera di Wright, considerata un’icona.
Tra tutti i progetti arrivati, quello di Gehry venne scelto anche perché fu l’unico a considerare “organico” all’edificio il suo rapporto col fiume Nervión, importantissimo per Bilbao.
Il 18 ottobre 1997 venne inaugurata quella specie di meravigliosa nave che — con le sue linee curve e le 33.000 placche di titanio che riflettono la luce in maniera sempre differente in base all’ora del giorno e al colore del cielo — sembra far navigare sull’acqua le opere d’arte al suo interno.
Gehry c’era riuscito: il suo Guggenheim era diventato una delle più belle e ammirate architetture del ‘900, oltre che il simbolo del rinnovamento della città, che infatti cominciò a rifiorire proprio grazie al museo.
Da allora sono passati 25 anni, ricorrenza che quest’anno il Guggenheim Bilbao, al motto di “Art Inspires Future”, ha deciso di celebrare con un ricchissimo calendario di iniziative: mostre (tra cui una su Dubuffet, una sui capolavori del Musée d’Art Moderne de Paris dal fauvismo al surrealismo, una sui disegni di Georges Seurat e su quelli di Richard Serra), concerti, eventi culturali pluridisciplinari, spettacoli teatrali e installazioni.
Per l’occasione anche il logo subirà una temporanea rivisitazione.
Disegnato da Abbott Miller, oggi partner di Pentagram, utilizzando un font commissionato al grande type designer Jonathan Hoefler, il Verlag, per festeggiare il quarto di secolo vedrà le due G ruotare e scomporsi fino a trasformarsi nel numero 25.
Il nuovo logo temporaneo verrà usato nel corso del 2022 per tutte le attività relative all’importante anniversario.
