Le palette della storia dell’arte e della cultura pop, in un libro

Era ancora al college, Edith Young, quando le capitò di vedere il documentario Diana Vreeland – L’imperatrice della moda. A un certo punto del film veniva citato un passo dall’autobiografia della leggendaria giornalista e icona della moda, che diceva: «Il rosso è il grande chiarificatore: brillante, purificatore e rivelatore. Non potrei mai stancarmi del rosso…sarebbe come stancarsi della persona che ami. Per tutta la vita ho inseguito il rosso perfetto» e identificava quel “rosso perfetto” nel «colore del berretto di un bambino in un qualunque ritratto rinascimentale».
Quelle parole risuonarono nell’allora giovane studentessa, che le appuntò sulla sua app per le note, per poi riprenderle qualche anno più tardi, mentre studiava fotografia presso la Rhode Island School of Design.

Edith Young
(courtesy: Edith Young)

Era il 2016 e Young andò effettivamente a cercare le bambine e bambini nei quadri del Rinascimento, creando la sua prima palette cromatica — questa — punto di partenza di un lungo percorso che l’avrebbe poi portata ad analizzare e sintetizzare cromaticamente alcuni dei temi e dei tropi della storia dell’arte. Tra gli altri: gli abiti delle infante di Velazquez; le pupille degli occhi nei ritratti di Vermeer; il rossore delle guance di Madame de Pompadour; i verdi chimici delle guarnizioni nelle nature morte di Wayne Thiebaud; le bevande che appaiono nei quadri di Botero; i blu delle piscine di David Hockney; le tonalità di biondo nei ritratti di John Currin; i becchi rosati nelle illustrazioni ornitologiche di Audubon (ne abbiamo parlato qui) e poi quelli blu.

Young, che ne frattempo aveva iniziato a produrre stampe e t-shirt con le sue composizioni, proseguì anche dopo gli studi. Ma fu un altro film a dare una svolta a quello che era ormai diventato un progetto sempre più strutturato. Stavolta si trattava di una biografia — Tonya, “biopic” del 2017 di Craig Gillespie sulla controversa pattinatrice artistica Tonya Harding — che le diede l’idea di abbracciare, nella sua ricerca, anche i fenomeni pop.
«Pensai “wow, è un genere completamente diverso che si potrebbe tradurre bene”, perché il modo in cui Tonya si vestiva durante quella parte della sua carriera era parte della storia della cultura visiva ma anche del linguaggio vernacolare della cultura pop», ha spiegato Young in un’intervista rilasciata alla rivista Print.

Da allora non si è più fermata: dalle tinte dei capelli di un mito dell’NBA come Dennis Rodman ai colori degli improbabili abiti indossati dal cestista Walt Frazier o dal giornalista sportivo Craig Sager1; dalle eccentricità cromatiche nei film di Paul Thomas Anderson ai costumi indossati da Prince durante i concerti — tutto poteva passare attraverso la sua lente e meritare di essere indagato e storicizzato attraverso i colori.
«La tavolozza dei colori offre una facciata di ordine, un modo per dare un senso al mondo: la soddisfazione delle informazioni ordinate, i dati visualizzati, il significato interpretato dal colore assegnato all’astrazione» scrive Young in Color Scheme, libro che raccoglie decine di palette tra quelle composte finora.

Edith Young, “Color Scheme. An Irreverent History of Art and Pop Culture in Color Palettes”, Princeton Architectural Press, 2021
(courtesy: Edith Young)

Pubblicato dalla casa editrice Princeton Architectural Press, il volume è diviso in tre sezioni — una dedicata alla storia dell’arte, una all’arte contemporanea e una alla cultura pop — e ogni tavola è accompagnata da brevi testi, a volte ironici. L’ironia, in effetti, pervade l’intera opera, e non solo perché anche i grandi capolavori dell’arte si rivelano come assurdi fantasmi una volta passati sotto al rullo compressore della semplificazione cromatica dell’autrice, ma soprattutto per via della scelta di cosa ridurre a palette: i costumi fatti in casa di Tonya Harding ne sono già un esempio, così come i capelli di Rodman o le pupille dipinte da Vermer. Ma ce ne sono anche di più spassosi, come “i toni di incarnato delle ex mogli di Lucian Freud” oppure “gli occhiali di Spike Lee dal 1989 al 2020”.

Edith Young, “Color Scheme. An Irreverent History of Art and Pop Culture in Color Palettes”, Princeton Architectural Press, 2021
(courtesy: Edith Young)

Come ha raccontato la stessa Young alla rivista Nightingale, la parte più significativa del progetto è proprio nell’idea, e dunque nella scelta di cosa andare a esplorare, e poi nella lunga ricerca necessaria a tirar fuori una palette: «la ricerca sulle immagini può richiedere alcuni giorni» ha rivelato. «Per la storia dell’arte, sfoglio i database dei musei per trovare le immagini originali. Per la cultura pop, si è trattato principalmente di guardare gli archivi di immagini dei media, come l’Associated Press. Per la tavolozza di Paul Thomas Anderson, ho visto un sacco di suoi film nel corso di un fine settimana, e per Dennis Rodman ho fatto un fact-checking guardando le registrazioni delle partite su YouTube. Le tavolozze più estese hanno richiesto un’organizzazione precisa delle cartelle e un sistema di denominazione dei file».

Per ogni tavola, Young inserisce una sola delle immagini di partenza, oppure nessuna, lasciando a lettrici e lettori il fardello di andarsele, volendo, a ritrovare. È una scelta molto intelligente, e non solo per la questione economica — i diritti sarebbero stati molto costosi — ma soprattutto perché in questo modo tutto — alto e basso, le opere dei grandi maestri dell’arte così come i vezzi estetici dei personaggi del mondo dello spettacolo — è sullo stesso piano e ridotto a pura essenza cromatica.
«Un blocco di colore distillato ti consente di concentrarti su qualcosa di piccolo, specifico e solido, senza richiedere davvero alcuna conoscenza preliminare, in un mondo pieno di rumore» ha dichiarato l’autrice a Nightingale, dove si può anche trovare un’infografica (a fondo articolo) con tutti i colori che appaiono nel libro.

P.S.
Young, che oggi si divide tra design, fotografia, giornalismo e scrittura, ha anche una bella newsletter: si chiama Powers of Observation e si occupa di saggi visivi.

Edith Young, “Color Scheme. An Irreverent History of Art and Pop Culture in Color Palettes”, Princeton Architectural Press, 2021
(courtesy: Edith Young)
Edith Young, “Color Scheme. An Irreverent History of Art and Pop Culture in Color Palettes”, Princeton Architectural Press, 2021
(courtesy: Edith Young)
Edith Young, “Color Scheme. An Irreverent History of Art and Pop Culture in Color Palettes”, Princeton Architectural Press, 2021
(courtesy: Edith Young)
Edith Young, “Color Scheme. An Irreverent History of Art and Pop Culture in Color Palettes”, Princeton Architectural Press, 2021
(courtesy: Edith Young)
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