Chado: un’animazione sulla percezione infantile della morte, realizzata utilizzando la stampa risograph

Nata e cresciuta a Mosca, in Russia, e laureatasi in animazione al Edinburgh College of Art, Dominica Harrison è una giovane artista che oggi vive e lavora a Londra. Già brevemente apparsa qui su Frizzifrizzi per un suo cortometraggio animato che faceva parte della bella serie Preschool Poets — in cui poesie scritte da bambine e bambini di appena quatto anni venivano tradotte in animazioni da autrici e autori differenti —, Harrison è riuscita in pochi anni a conquistarsi la meritata attenzione da parte di un pubblico internazionale, grazie a opere molto poetiche nei contenuti e ad alto tasso di sperimentazione per ciò che concerne la forma, dimostrando una certa predilezione per l’insolito uso di alcune tecniche di stampa che solitamente non rientrano nella “cassetta degli attrezzi” di chi produce immagini in movimento.

In Illusions, ad esempio, realizzato nel 2016 come tesi di laurea, l’autrice creò un corto di oltre cinque minuti in cui ogni singolo fotogramma era frutto di una stampa serigrafica. Quel film le fece guadagnare diversi prestigiosi premi, che hanno stimolato Harrison a proseguire la sua impegnativa ricerca all’interno del mondo dell’animazione, arrivando, nel 2020, a lavorare a un’opera ancora più ambiziosa, apparsa online in forma integrale solo in queste ultime settimane, dopo aver girato per oltre un anno per i festival di tutto il mondo, facendo anche in questo caso incetta di riconoscimenti.
Si intitola Chado, e racconta la storia di una bambina — chiamata semplicemente Child — che deve affrontare una serie di brutte sorprese: il suo amato cane che si ammala e muore a causa delle zecche, e sua madre che se ne va e ritorna con una nuova amante, che deruba la piccola di tutte le attenzioni materne. Nella mente di una bambina come Child i due eventi — l’arrivo dell’estranea e la morte del cane — inevitabilmente si collegano, e la mandano in crisi, spingendola a tirar fuori la parte oscura che è in lei.

Ambientato in una dacia in mezzo al bosco, che l’autrice ha ripescato dai suoi stessi ricordi d’infanzia, Chado è stato realizzato combinando l’animazione digitale e la stampa risograph.
La peculiare texture della risografia, con tutte le sue imperfezioni, è evidente in tutto il corto, e in alcuni “inserti”, in cui vediamo cosa si agita nella mente di Child, è addirittura l’unica protagonista.

«Volevo incorporare di nuovo una tecnica di stampa fatta a mano, tuttavia era troppo lungo e costoso utilizzare la serigrafia per Chado, e la migliore opzione disponibile era la risografia poiché ha un approccio molto simile riguardo all’immagine, e meccanizza alcuni dei processi di stampa. È anche un metodo molto più efficace in termini di costi e di tempo rispetto a serigrafare manualmente le sequenze» ha raccontato Dominica Harrison al sito Directors Notes, spiegando pure come l’idea che ha dato vita al progetto è stata la volontà di rappresentare la lentezza delle vacanze estive di quando si è bambine e bambini, oltre che l’interesse per la psicologia infantile e percezione che si ha a quattro, cinque, sei anni di un concetto complesso ed enorme come quello della morte.

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