Tesori d’archivio: il Black Film Archive

Attualmente impiegata presso Criterion Collection, che fin dagli anni ’80 porta nelle case di mezzo mondo i classici del cinema, Maya Cade è una giovane scrittrice originaria di New Orleans e oggi di base a Brooklyn.
L’anno scorso, dopo essersi imbattuta in un vecchio libro nel quali erano raccolti più di 1300 film afroamericani usciti fino al 1959, Cade cominciò a chiedersi quanti di questi fossero disponibili in streaming, dando così il via a una ricerca inizialmente testimoniata da un lungo, lunghissimo thread su Twitter, che da luglio 2020 è andato avanti — di link in link — fino a marzo 2021.
A quel punto è arrivata la decisione di affidare quei preziosi suggerimenti su dove andare guardare alcune di quelle pellicole a una piattaforma che fosse un po’ più comoda rispetto a una sequenza di tweet. Aiutata da una piccola squadra di designer ed editor, Cade ha quindi dato vita a un archivio ad hoc.

Il progetto si chiama Black Film Archive e ha debuttato online lo scorso agosto.
«Il Black Film Archive celebra la ricca e abbondante storia del cinema nero. È un archivio in evoluzione il cui scopo è rendere accessibili i film storicamente e culturalmente significativi sui neri, attraverso una guida — e un contesto culturale — di quelli disponibili in streaming» spiega Cade.
Il sito è in costante mutamento, e aggiornato quasi quotidianamente per star dietro alle uscite caricate o tolte dai siti streaming: principalmente YouTube, ma anche altre piattaforme — gratis o a pagamento, e non tutte disponibili in Europa.

Al momento ci sono circa 200 opere, che vanno dal 1915 al 1979, tra pellicole drammatiche e commedie, polizieschi, thriller e documentari.
La fondatrice dice che i criteri per inserire i film sono il loro aver qualcosa di significativo da dire sulla “esperienza black”, di parlare al pubblico nero, di avere artisti o artiste nere (alla regia, alla produzione, alla sceneggiatura e/o come interpreti).
«Non tutti i registi» specifica Cade, «parlano direttamente ai neri o dell’essere neri. Alcuni non hanno intenzione di farlo. Dei film tra quelli nell’archivio usano il blackface per trasmettere il loro messaggio. Ma presentati qui, questi film offrono uno sguardo completo attorno all’esperienza black sul grande schermo, dedotta o reale».

Per Cade — che ha anche curato una sua personale selezione suggerimenti per chi volesse iniziare a orientarsi tra i molti titoli presentati — l’archivio è solo un punto di partenza, buono per innescare conversazioni informate e aperte, così da far evolvere sia il cinema nero in sé che il dibattito intorno ad esso.
«Mia nonna materna mi ha instillato la convinzione che, a prescindere da quanta conoscenza riesco a raggiungere, ne so molto poco fino al momento in cui decido di insegnare ciò che so ad altre persone. Il suo pensiero fa eco a quello che un volta ha detto Toni Morrison: “Se c’è un libro che vuoi leggere ma non è ancora stato scritto, allora devi scriverlo”. Come Morrison, mia nonna credeva nel potere di cambiare il mondo che ha il prendersi la responsabilità collettiva dell’espandere e diffondere conoscenza» — che è esattamente ciò che il Black Film Archive sta tentando di fare.

Un messaggio

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