Davide Pagliardini e i francobolli di San Marino dedicati a Dante

Quest’anno cadono i 700 anni dalla morte di Dante e le iniziative che omaggiano, ricordano, approfondiscono la figura, l’opera e la storia del padre della lingua italiana ovviamente sono innumerevoli, in Italia come all’estero.
Tra quelle organizzate al di fuori dei nostri confini c’è — tecnicamente — anche l’idea avuta dalla Repubblica di San Marino di dedicare al Sommo Poeta una serie di francobolli da collezione. Serie che è stata affidata all’abilità e all’infallibile pennino — analogico o digitale che sia — di un pluripremiato artista e designer sammarinese: Davide Pagliardini.

Classe 1989, Pagliardini è un letterer, illustratore e grafico che si è formato realizzando graffiti e studiando alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, città dove ebbi modo di incontrarlo per la prima volta mentre vendeva le sue tavole da skate rotte mirabilmente decorate con l’arte del lettering.
Da allora di strada ne ha fatta: ha lavorato per clienti di tutto il mondo, ha co-fondato lo studio Uovo Lab e, da qualche anno, è diventato l’autore di diverse serie di francobolli d’artista emessi da San Marino.
L’ultima di queste è una collezione, tirata in 30.000 copie, di tre francobolli dedicati proprio a Dante, sui quali appaiono altrettanti celebri versi: “E uscimmo a riveder le stelle” (Inferno XXXIV, 139), “Amor, c’ha nullo amato amar perdona” (Inferno V, 130) e “Fatti non foste a viver come bruti” (Inferno XXVI, 119).

Affascinato e incuriosito dalla serie (chi volesse acquistarla può farlo qui), ho chiesto a Pagliardini di raccontarmi un po’ la genesi del progetto — a cui ha lavorato sotto l’art direction del designer e professore Gianni Sinni — e le ispirazioni che l’hanno condotto alle scelte stilistiche e cromatiche.


(courtesy: Davide Pagliardini)
(courtesy: Davide Pagliardini)

Quando hai iniziato a lavorare ai francobolli?

Tutto nasce dal fatto che San Marino, essendo una Repubblica indipendente, può emettere moneta e valori bollati. C’è un ufficio — che si chiama Ufficio Numismatico e Filatelico — che nel corso degli anni è diventato un punto di riferimento per i collezionisti perché stampa delle serie molto particolari, anche lontane dai soliti temi istituzionali classici.
Negli ultimi anni hanno coinvolto molte persone che anche tu conosci — illustratori e illustratrici come Marco Goran Romano, Olimpia Zagnoli, Francesco Bongiorni, Riccardo Guasco… E anche nomi internazionali di rilievo.
Nel 2019 ricevetti una telefonata dall’UNF, dove a capo del Comitato Tecnico Artistico c’era il professor Gianni Sinni, illustre designer che ebbi modo di conoscere quando insegnavo all’Università degli Studi di San Marino.
Mi commissionarono una serie, Parole Educate, dandomi il brief.

Immagino la gioia! Disegnare un francobollo è uno dei più grandi traguardi per qualsiasi designer.

Esatto. Ero contentissimo. Avendo anche fatto graffiti, credo che il meccanismo alla base sia simile: fai un graffito su un treno perché quello viaggia e porta il tuo segno lontano. Col francobollo è lo stesso.
Poi considera che da piccolo li collezionavo.
Tornando a Parole Educate, il lettering si sposava benissimo con la loro richiesta, che era quella di disegnare delle parole, cioè “Permesso”, “Grazie”, “Scusa” e “Per favore” — parole educate, appunto. L’idea era quella di rappresentarle in maniera da riflettere un po’ il modo di pronunciarle, così ad esempio “Scusa” l’ho disegnato freddo, quasi glaciale.
Quella serie andò particolarmente bene e si aggiudicò anche il premio Communication Arts – Award of Excellence 2020 della rivista Communication Arts.
Da lì è nata una collaborazione che è continuata, l’anno successivo, con i Francobolli Augurali e poi quest’anno con quelli del 700º anniversario della morte di Dante.

(courtesy: Davide Pagliardini)
(courtesy: Davide Pagliardini)
(courtesy: Davide Pagliardini)
(courtesy: Davide Pagliardini)

Come riesci a dare il “sapore” alle lettere?

Ti faccio l’esempio della seconda serie, quella dei Francobolli Augurali. In quel caso il tema è stato sviluppato insieme al committente.
Io avevo proposto della parole sul tema dell’integrazione, puntando sul concetto di “benvenuto”, espresso nelle lingue di quelli che sono i principali flussi migratori di San Marino. Alla fine si è invece optato per un più semplice “ciao”, sia in italiano sia tradotto in inglese, francese e tedesco.
Nel disegnare le lettere mi sono ispirato alla tradizione — lo “Hallo” tedesco è di evidente ispirazione blackletter — e i colori sono quelli delle bandiere dei vari paesi.
La serie dantesca, anche questa sviluppata con l’art direction di Sinni, è invece stata più complessa: metti insieme un colosso come Dante, un 700º anniversario e una serie istituzionale di francobolli e avrai la ricetta per sentirti un macigno sopra alle spalle.

(courtesy: Davide Pagliardini)
(courtesy: Davide Pagliardini)

Come ci hai lavorato?

Innanzitutto studiando. Ho chiesto a un amico di mostrarmi una sua antica, rara e preziosa edizione della Divina Commedia, dove ho trovato meravigliose incisioni. A livello tipografico, tuttavia, non c’era molto. Quindi ho pensato di andare ancora più indietro. Volevo che i miei francobolli dessero l’idea di essere stati disegnati nell’epoca stessa in cui visse Dante, ma con un sapore di “sign painting”, di vecchie insegne dipinte, così come ho fatto con le altre serie di francobolli.
Seguo molto lo storico Alessandro Barbero, che su Dante ha scritto recentemente un libro. Tra i podcast che raccolgono le sue lezioni e le sue conferenze ne avevo proprio ascoltato uno in cui lui parlava del libro, nominando alcuni personaggi contemporanei, ad esempio il notaio e poeta Francesco da Barberino, o Filippo Villani, cronista e storico fiorentino vissuto subito dopo Dante. Sono andato a cercarmi alcuni documenti scritti da loro per tentare di capire il tipo di scrittura, trovando un certo stile di blackletter, che ho rielaborato e modernizzato, usandolo nelle parti “in rilievo” dei francobolli.
Sempre facendo riferimento ai manoscritti, mi è venuta l’idea di ispirarmi anche alle capitali miniate, cioè i capolettera decorati dei manoscritti.
Le altre lettere, invece, le ho basate sulla calligrafia cancelleresca tipica di una scrittura “alta” ma di uso quotidiano, usata appunto nelle cancellerie anche nel periodo di Dante.

(courtesy: Davide Pagliardini)

Per quanto riguarda colori e versi?

I versi li ha scelti il committente, e i colori sono ispirati ai versi. Il blu per “E uscimmo a riveder le stelle”, “Amor, c’ha nullo amato amar perdona” è rosso come la passione, e per il “Fatti non foste a viver come bruti” mi è venuto in mente il verde-bile della rabbia del bruto.

È possibile vedere i bozzetti?

Sì, ma ti assicuro che sono brutti. Io gli schizzi li faccio in maniera molto veloce: li mostro al cliente e, se li approvano, poi mi metto direttamente a lavorare. Credimi, non è il caso di pubblicarli.

[Alla fine sono riuscito a convincerlo. Ovviamente i bozzetti sono tutt’altro che brutti…, ndr]

(courtesy: Davide Pagliardini)
(courtesy: Davide Pagliardini)
(courtesy: Davide Pagliardini)

I bozzetti

in esclusiva per Frizzifrizzi

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