Gli esperimenti pre-cinema in realtà aumentata di Marco Rosella

Due volte vincitore degli Interactive Awards al prestigioso festival texano South by Southwest (SXSW), un Leone d’Argento a Cannes, un bronzo ai Clio Awards e poi svariati riconoscimenti tra Webby Awards, FWA, Awwwards: la bacheca di Marco Rosella è stipata di premi quanto quella di un veterano del motion design, dell’animazione e della pubblicità.
Cresciuto ad Alghero, in Sardegna, ha lasciato l’isola a 18 anni per andare a studiare ingegneria informatica a Pisa. Lì si è laureato con una tesi sul formato grafico vettoriale SVG, che all’epoca in pochi conoscevano e ancora meno usavano, continuando poi a far ricerca al CNR, sempre attorno all’SVG, utilizzato anche nei tanti esperimenti web realizzati in seguito, coi quali ha iniziato a riempire lo scaffale dei riconoscimenti.

Nel 2012 Rosella si è trasferito a New York, per lavorare presso l’agenzia creativa Stink Studios, dov’è rimasto per poco più di quattro anni, per poi passarne altri due in un altro studio, 72andSunny.
Attualmente lavora come freelance, specializzato in motion design, animazione e filmmaking in live action, collaborando con clienti come NBC, BuzzFeed News, TikTok, Spotify, Smirnoff e le Nazioni Unite, ma trovando anche il tempo per i suoi progetti personali.
Tra questi c’è AR Zoetrope, una serie di opere di realtà aumentata ispirata a uno dei più meravigliosi dispositivi ottici pre-cinema, lo zootropio.

«È cominciato abbastanza per caso» racconta Rosella. «Stavo lavorando ad un progetto che prevedeva un’animazione proiettata all’interno di un piccola cupola alta poco meno di due metri. Mentre passavo davanti a un palazzo che ha sulla sommità un’enorme cupola, ho immaginato come avrei potuto sperimentare lo stesso mapping al suo interno. Ma mi sono anche chiesto all’istante: come potrebbe essere invece un’animazione che sfrutti, invece, l’esterno della cupola? Magari ogni spicchio poteva corrispondere ad un singolo frame, e girando velocemente ad una determinata velocità avrebbe potuto visualizzare l’animazione proprio come uno zootropio».

Quel primissimo tentativo, realizzato con una foto della cupola e lo zootropio digitale sovrapposto ad essa, lo fece nel 2019, per poi accantonare temporaneamente l’idea.
A inizio 2021 Rosella ha deciso di riprenderla in mano e ha prodotto altri quattro video.
«Sono animati in una combinazione di 2D e 3D» spiega. «Uno è composto da un cilindro con immagini piatte, proprio come nell’originale zootropio analogico del passato. Poi ce n’è uno a disco, che si rifà invece al fenachistoscopio. Altri due sono completamente 3D e rimandano a quelli fisici che utilizzano piccole sculture — Pixar e Studio Ghibli ne crearono di meravigliosi qualche anno fa».

Essendo digitali, le animazioni di AR Zoetrope possono “vivere” ovunque. Su una vera cupola come su un muretto, in mezzo a un incrocio stradale come su un tavolino.
Rosella ha anche prodotto degli effetti Instagram che permettono di sperimentare in prima persona le sue creazioni con la realtà aumentata: basta andare sul suo account @marcorosella e cliccare sulla tab coi “luccichini” ✨ (ma si può fare solo da smartphone, non da pc).

«A seconda del contesto — e questa è una interessante particolarità dell’AR — lo stesso oggetto può risultare minuscolo o gigantesco» dice Rosella, che racconta anche come la parte più intricata del lavoro sia stata lo studiare come ingannare la percezione e dare l’illusione del movimento: «negli zootropi questo avviene con delle feritoie nel cilindro, in cui si guardano le immagini che scorrono dalla parte opposta. In quelli fisici l’effetto si raggiunge con le luci stroboscopiche. Nei miei, invece, si è trattato di trovare un equilibrio tra il numero di frame dell’animazione (che vanno dai 12 ai 20), la velocità di rotazione e il framerate del video. Un po’ quello che ho cercato di rappresentare con l’ultimo autoritratto di me giocoliere, solo con molte e molte palline che non vengono prese e cadono nel processo!».

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