Il Science Museum di Londra mostra online i pezzi mai visti della propria collezione

Uno strumento digitale propone oggetti e documenti random tra quelli finora mai visti da alcun utente

Il Science Museum Group è un’istituzione britannica che mette assieme diversi musei: il Science Museum di Londra, il Science and Industry Museum di Manchester, il National Science and Media Museum di Bradford, il National Railway Museum di York e il suo “gemello” Locomotion di Shildon.
In totale, i musei del gruppo conservano oltre 7 milioni di pezzi, solo una piccola parte dei quali esposta al pubblico.

Nel 2016, come in molti altri musei del mondo, è iniziata una massiccia opera di digitalizzazione delle collezioni, rese disponibili online ai visitatori.
Data l’enorme quantità di materiale, si tratta di un continuo work in progress, con centinaia di nuove immagini messe online ogni mese. Proprio per valorizzare i nuovi pezzi disponibili, altrimenti difficilmente rintracciabili in quel labirinto sterminato che è l’archivio digitale, il Science Museum Group ha sviluppato un divertente quanto affascinante strumento.

Si chiama Never Been Seen e propone in modo casuale quegli esemplari che ancora non sono mai stati visti da alcun utente.
Ciascuno di essi viene presentato “pixelato”, quindi in maniera poco o per nulla comprensibile. Basta poi cliccarci sopra per scoprire di che si tratta, oppure continuare con la perlustrazione e ricaricare la pagina per vedersi proporre un nuovo oggetto.
Durante la mia visita ho trovato una collana con pendenti fallici, uno specchio di inizio ‘900, una pinzetta per depilarsi d’epoca romana, un bizzarro amuleto africano, una sega per teschi dell’800, una bilancia postale tedesca e altro ancora.

Never Been Seen non è l’unico strumento digitale per esplorare in maniera insolita le collezioni. Negli anni il Science Museum Group ha messo online anche un generatore casuale, un’estensione per il browser Chrome, e un esperimento di machine learning che mostra come l’intelligenza artificiale interpreta ciò che “vede” nelle immagini degli oggetti.

14 piccoli pendenti in metallo, possibilmente fallici, infilati su filo, etruschi, 600 a.C.-400 a.C.
© The Board of Trustees of the Science Museum
Cauterio, o forse stilo con levigante per cera, bronzo, epoca romana, 199-500 d.C., dalla collezione Sforza
© The Board of Trustees of the Science Museum
Pinza depilatoria, bronzo, epoca romana, dalla collezione Sforza
© The Board of Trustees of the Science Museum
Due amuleti argentati, triangolari, cavi, incisi, con anelli attaccati per l’inserimento
© The Board of Trustees of the Science Museum
Amuleto in avorio, scolpito con una testa umana alle due estremità e unito da un corno di antilope, africano
© The Board of Trustees of the Science Museum
Sega per teschi, acciaio ed ebano, a doppio taglio, marchio Hey, 1803-1850 ca.
© The Board of Trustees of the Science Museum
Pleximetro in avorio, Inghilterra (?), 1801-1920 ca.
© The Board of Trustees of the Science Museum
Specchio a mano con cornice ovale e maniglia con estremità ricurva in sottile lastra finta tartaruga, 1920 ca.
© The Board of Trustees of the Science Museum
Mano in perla, anello in ottone e anello di sospensione, Venezia, Italia, 1880-1930 ca.
© The Board of Trustees of the Science Museum
Bilancia postale tedesca, “modello Columbus”, a pendolo bilaterale con scala mobile a mezzaluna, realizzata per il mercato nordamericano, inizio XX secolo
© The Board of Trustees of the Science Museum
Lampada elettrica posteriore fornita per l’uso nella dinamo della bicicletta Berko, 1921-1923 ca.
© The Board of Trustees of the Science Museum
Un messaggio

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