La rivista Weapons of Reason cessa le pubblicazioni e fa uscire un libro

Era il marzo del 2013 quando l’ex vicepresidente degli Stati Uniti, il democratico Al Gore, apparve sul palco del celebre festival texano SXSW per presentare il suo libro The Future, un best-seller da milioni di copie dedicato a temi come la crisi climatica, il consumo del suolo, la crescita della popolazione, il web, il commercio internazionale e la redistribuzione della ricchezza.
Ad ascoltare il discorso, che durò circa un’ora, c’era il designer britannico Danny Miller. All’epoca Miller aveva da poco abbandonato, insieme a un gruppo di soci e di collaboratori, lo studio creativo londinese The Church of London, col quale aveva fondato riviste allora centrali nel panorama dell’editoria indipendente come Little White Lies e Huck. Giusto la settimana precedente al suo viaggio in Texas, Miller e i suoi avevano inaugurato la sede della loro nuova agenzia, Humans After All.

Con la mente in pieno turbinio di idee, visto il debutto della nuova attività, il designer venne profondamente toccato dal discorso di Gore: al suo ritorno a Londra, Miller convinse i suoi, dapprima riluttanti, a lanciare un progetto editoriale focalizzato sulle grandi sfide che l’umanità si sarebbe trovata a dover affrontare. Decisero di chiamare la rivista Weapons of Reason, di affidarne i contenuti a espertз, docenti e giornalistз provenienti da grandi testate, e di puntare molto sull’illustrazione. Pensarono anche di concepire il magazine come un’avventura “a termine”: otto numeri per altrettanti temi — l’ambiente, la popolazione, la salute, la società, l’alimentazione, la tecnologia, la disuguaglianza e il conflitto — non uno di meno né uno di più.

Humans After All, “Weapons of Reason”, 2020

Il primo numero uscì nel 2014 in 2000 copie e l’accoglienza fu ottima. Sei anni dopo, lo scorso novembre, è arrivato l’ultimo numero. Per celebrare la fine del progetto, Humans After All ha pensato bene di raccogliere le migliori storie pubblicate, di aggiornarle e di metterle assieme in un libro di 260 pagine che ruota attorno a un tema comune, ovvero il problema centrale che i creatori di Weapons of Reason hanno trovato alla base di tutti gli otto punti cardine del loro percorso: la mancanza di pensiero a lungo termine da parte dei leader del mondo.

«Il pensiero a breve termine è al centro delle sfide che dobbiamo affrontare come lo scioglimento dell’Artico, le questioni sociali che affliggono le nostre megalopoli in esplosione, la crisi della solitudine nella società moderna, il dominio delle grandi aziende sulle nostre vite, il danno ecologico inflitto dall’agricoltura industriale, la discriminazione inerente alla nostra tecnologia in via di sviluppo e la distribuzione ineguale della ricchezza tra le nazioni e all’interno di esse. Il pensiero a breve termine impedisce di agire sulle sfide più complesse che il mondo deve affrontare», scrivono gli autori.

Finanziato attraverso una campagna di crowdfunding, il volume, che ha in copertina un illustrazione dell’artista italiano Giacomo Bagnara, si può acquistare online.
La prefazione, scritta da Tim Brown — fondatore della piattaforma Ideo, nata per cercare di risolvere alcuni tra i problemi globale attraverso il design — si può leggere integralmente su Medium.

Humans After All, “Weapons of Reason”, 2020
Humans After All, “Weapons of Reason”, 2020
Humans After All, “Weapons of Reason”, 2020
Humans After All, “Weapons of Reason”, 2020
Humans After All, “Weapons of Reason”, 2020
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