Scomparso nel 2014 all’età di 88 anni, Hans Hillmann è stato uno dei maggiori progettisti grafici tedeschi del secondo dopoguerra.
Nato nella regione della Slesia (che all’epoca faceva parte della Germania e dal 1945 appartiene alla Polonia), durante la guerra combatté sul fronte orientale e venne fatto prigioniero in Russia. Al suo ritorno a casa studiò presso la Scuola d’Arte e Artigianato di Kassel, dove ebbe come insegnante una figura centrale e pioneristica della progettazione grafica mitteleuropea: Hans Leistikow.
Dopo gli studi, Hillmann lavorò come freelance per un paio d’anni. Fu in quel periodo che conobbe Walter Kirchner, un appassionato di cinema che ebbe il merito e la lungimiranza di importare nel mercato tedesco alcuni dei grandi capolavori della cinematografia mondiale e del cinema d’arte. Si devono a lui e la sua compagnia, la Neue Filmkunst, le anteprime tedesche di film come La dolce vita e Roma città aperta.
A partire dal 1955, Kirchner commissionò ad Hillmann, all’epoca trentenne, le locandine dei film di Godard e di Pasolini, di Kurosawa e di Buñuel, di Bergman e di Cocteau, di Welles e di Capra. Proprio ai poster — che Hillmann realizzava nella quasi totale libertà creativa, praticamente senza imposizioni e censure da parte di Kirchner — si deve parte del grande successo che la Neue Filmkunst ebbe tra il pubblico dei cinefili.
La collaborazione tra il designer e la società di distribuzione durò per ben vent’anni, durante i quali Hillmann creò una sua estetica, tanto peculiare quanto eclettica, utilizzando il disegno e la fotografia e prestando grandissima attenzione all’aspetto tipografico.
Il suo stile, riconosciuto a livello internazionale, gli valse anche molti premi, mostre e pubblicazioni, e non rimase confinato nell’ambito della locandine cinematografiche ma si applicò anche al mondo dell’editoria, tra libri e riviste.
Oggi, a quasi un secolo dalla nascita, la vita e l’opera del grande progettista grafico sono celebrate da due bei progetti, che portano entrambi la firma del designer Jens Müller e del suo studio Vista, di base a Düsseldorf.
Il primo è un archivio digitale — per ora solo in tedesco, ma comunque ampiamente consultabile — interamente dedicato ai lavori realizzati da Hillmann nel corso della sua lunga carriera.
Si chiama Hans Hillmann Archive ed è stato prodotto da Müller e da Katharina Sussek, sua socia, in collaborazione con Marlies Rosa-Hillmann, la vedova del designer. Sono 800 i pezzi visibili, dai primi disegni agli ultimi lavori, compresi bozzetti e schizzi finora inediti, tutti raggruppati per tipologia, decade, medium e parole chiave.
Il secondo progetto è un libro, pubblicato da Optik Books, casa editrice indipendente fondata da Jens Müller (ne ho già parlato qui).
Intitolato Moving Pictures — The Complete Film Posters of Hans Hillmann, raccoglie tutte le locandine cinematografiche progettate dal designer.
Il volume è composto di oltre 200 pagine e più di 300 illustrazioni, è in doppia lingua inglese/tedesco ed è la prima pubblicazione a presentare, tutti assieme, i poster di Hillmann, anche in questo caso con tanto di bozzetti inediti.

(courtesy: Optik Books)

(courtesy: Optik Books)

(courtesy: Optik Books)

(courtesy: Estate of Hans Hillmann/Marlies Rosa-Hillmann)

(courtesy: Estate of Hans Hillmann/Marlies Rosa-Hillmann)