Da Anna Ginsburg, un corto d’animazione sul rapporto d’amore/odio con il proprio seno

«Da piccola lo volevo fortissimamente».
«Non lo desideravo perché volevo esser donna ma perché ero curiosa di vedere se mi sarebbe spuntato. Era una curiosità scientifica, la mia».
«Passi dall’essere piatta all’avere delle protuberanze».
«All’inizio è ingombrante».
«Non mi sono accorta che stesse crescendo. L’ho scoperto all’improvviso. Però a quel punto non lo volevo più».
«E poi si parte coi reggiseni e i top. Ricordo l’imbarazzo iniziale di andarli a comprare, con attorno persone estranee — le commesse — che guardano e parlano delle tue tette».
«Le battute dei parenti sul seno. Li odi profondamente».
«Il confronto con le altre ragazze».
«Gli uomini che cominciano a guardarti in modo diverso».
«Quelli che ti fissano il seno mentre parli».
«Le paure: che non sia “bello” come dovrebbe essere».
«È mio. Sono io».
«Gli abiti, la forma del corpo».
«Non lo voglio».
«La prima mammografia. Il terrore sottile e strisciante, che si fissa lì, in un angolino del cervello».
«L’allattamento. Ti chiedi se sarai in grado, se ci sarà il latte, se ce ne sarà abbastanza, se il tuo seno andrà bene al bambino».

È un dialogo immaginario a più voci, ma le voci sono reali, risultato di qualche domanda ad alcune donne tra quelle che conosco: che rapporto hai col tuo seno? Com’è avere il seno? Qual è il tuo primo ricordo relativo al seno? Quali sono le tue paure?
La mia intenzione era quella di provare perlomeno a immaginare, visto che per sesso e identità di genere mi è impossibile osservare la questione da una prospettiva diversa da quella che ho.

Volevo tentare di capire ma, se provo a mettermi “nei panni di”, scopro solo che non riesco a togliere i miei, di panni.
Però questo breve corto d’animazione mi ha emozionato — potenza delle immagini.

L’ha realizzato Anna Ginsburg, artista britannica dell’animazione che colpisce sempre nel segno quando va a trattare di temi relativi al corpo femminile e all’essere donna.
Già pluripremiata per opere come Private Parts e What is Beauty?, l’autrice ha prodotto il corto A Love/Hate Relationship per l’associazione benefica Breast Cancer Now, descrivendo appunto il rapporto di amore/odio per il proprio seno e invitando tutte le donne a controllarlo spesso.

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