La mia bandiera: un progetto nato dalla collaborazione tra gli studenti di illustrazione del Bauer e le studentesse di sartoria di Afol Moda di Milano

«La bandiera è l’immagine di un’idea o di un concetto. Rappresenta valori e tradizioni; con pochi elementi, racconta la storia e la cultura di un Paese oppure ne evoca un elemento distintivo. Un pezzo di tessuto con un disegno, a volte estremamente semplice, è un simbolo con l’incredibile potere di radunare milioni di persone!», scrive la designer Orith Kolodny nel suo libro 199 Bandiere. Forme, figure e colori, pubblicato da Panini.

In quella frase c’è ben spiegato uno dei fondamenti della professione di chi fa grafica o illustrazione: tradurre un’idea o un concetto (e, allargando un po’ di più il campo, una storia) in una immagine. Nel caso della bandiera, tale traduzione si porta dietro anche significati profondi come l’appartenenza, la comunità, l’identità, l’indipendenza, l’orgoglio — oppure, come nel caso degli anarchici, l’ideale di cancellare il concetto di nazione, adottando quindi la bandiera nera come negazione assoluta di tutte le altre e simbolo del lutto per coloro che a causa delle nazioni sono morti.
Dietro un vessillo, e per esso, si sogna e si progetta, si combatte e, appunto, si muore; si compiono le più terribili atrocità e ci si illude di dare un significato ad azioni che altrimenti, probabilmente, non ne avrebbero.

Per chi fa progettazione visiva, misurarsi con la creazione di una bandiera è quindi una sfida non da poco. Pur non essendoci così tante nazioni, micronazioni o partiti a disposizione per mettersi alla prova, li si può sempre inventare.
È quello che hanno fatto studentesse e studenti di illustrazione della scuola Bauer di Milano. Guidati dalla loro docente di Teoria e Comunicazione del Colore, la designer Claudia Alexandrino (che da queste parti conosciamo soprattutto per il suo alter ego/progetto parallelo: Shut Up Claudia), hanno ideato la bandiera di alcune isole immaginarie: Tera Biteyia, isola della fiducia; Foliamato, isola della manualità; Narisos, della comunità; Armoìnia, della diversità; L390, della cooperazione; e Makoo, della multiculturalità.
«Le hanno connotate di simboli e valori e il risultato è un lavoro di sintesi di colore e forme», mi ha spiegato Alexandrino.

Makoo – Designer: Alessandra Berenato e Luna Giurato (courtesy: Claudia Alexandrino)
Armoìnia – Designer: Alessandro Ventrella e Dalila Amendola (courtesy: Claudia Alexandrino)

Al progetto hanno partecipato Laura Aguzzi, Francesco Pipitone, Alessandro Ventrella, Dalila Amendola, Sara Benzoni, Alessandra Moscatelli, Ilaria Zingaro, Alessandra Berenato, Luna Giurato, Camilla Cerea, Michela Castrovilli e Francesca Ragazzi.
Ma dopo la fase di realizzazione delle illustrazioni, c’è stata anche quella della creazione materiale delle bandiere — che altrimenti non sarebbero tali se rimanessero solo sulla carta o su un schermo.
Per questo è stata attivata una collaborazione con le studentesse di sartoria di Afol ModaArianna Invernizzi, Claudia Binacchi e Sara Vigano — che, guidate dalla docente Alessandra Mottadelli, hanno prima prodotto i cartamodelli e poi confezionato le bandiere.

Lo scorso marzo il progetto doveva diventare una mostra, che però è stata sospesa a causa del primo lockdown. I vessilli hanno tuttavia trovato modo di essere esposti nei corridoi del Bauer, accompagnati da poster e brochure disegnati da Claudia Alexandrino.

Foliamato – Designer: Sara Benzoni e Alessandra Moscatelli (courtesy: Claudia Alexandrino)
Narisos – Designer: Ilaria Zingaro e Francesca Ragazzi (courtesy: Claudia Alexandrino)
Tera Biteyia – Designer: Laura Aguzzi e Francesco Pipitone (courtesy: Claudia Alexandrino)
L390 – Designer: Camilla Cerea e Michela Castrovilli (courtesy: Claudia Alexandrino)
(courtesy: Claudia Alexandrino)
(courtesy: Claudia Alexandrino)
(courtesy: Claudia Alexandrino)
(courtesy: Claudia Alexandrino)
(courtesy: Claudia Alexandrino)
(courtesy: Claudia Alexandrino)
(courtesy: Claudia Alexandrino)
(courtesy: Claudia Alexandrino)
(courtesy: Claudia Alexandrino)
(courtesy: Claudia Alexandrino)
(courtesy: Claudia Alexandrino)
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(courtesy: Claudia Alexandrino)
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