Alberto Tallone Editore: la tipografia pura

Per visitare uno degli atelier tipografici più famosi d’Italia ho portato in Piemonte i rinforzi. Per dissertare con Enrico Tallone di taccheggi, di inchiostri «che non fanno la pelle», delle qualità della carta Magnani di Pescia ci voleva uno che con la tipografia ci si è sporcato le mani davvero: Stefano Fracassi, il mio babbo. L’intervista è durata il doppio, ma ne è valsa la pena.

Enrico Tallone è figlio di Alberto dal quale prende il nome la celeberrima casa editrice che non ha mai smesso di stampare alla maniera di Aldo Manuzio e Giambattista Bodoni. Il Caslon originale, il Garamond e il Tallone disegnato da Alberto e usato in esclusiva dall’editore, sono gli unici tre tipi utilizzati per un catalogo di più di 400 titoli che spaziano dai filosofi greci ai poeti contemporanei.

(foto dell’autore)
Enrico Tallone e Stefano Fracassi (foto dell’autore)

Alberto Tallone (1898-1968) è stato il propugnatore della tipografia pura. Fondò la casa editrice a Parigi nel 1938, dov’era andato a fare apprendistato presso l’atelier tipografico di Maurice Darantière su suggerimento di Sibilla Aleramo, amica di famiglia grazie alla frequentazione con la nonna di Alberto, Eleonora, poetessa e madre del pittore Cesare poi divenuto professore all’Accademia di Belle Arti di Brera. Proprio dal suo maestro francese Alberto acquistò prestigiosi torchi e dotazioni di caratteri con cui lavorò per molti anni al primo piano dell’Hôtel de Sagonne in rue de Tournelles 28. Nel 1960 decise di trasferire tutto ad Alpignano dove, ancora oggi, la terza generazione della famiglia prosegue una tradizione in quello che è, di fatto, il più antico laboratorio tipografico originale d’Europa ancora attivo.

Alberto Tallone è stata una figura centrale per l’editoria italiana, per la composizione tipografica dei caratteri mobili, per il rapporto con molti scrittori del secolo scorso che sono passati dal suo atelier alla ricerca di una veste grafica elegante per i propri manoscritti: Guido Gozzano, Gian Pietro Lucini, Eugenio Montale e, più recentemente Attilio Bertolucci, Mario Luzi e Alda Merini. Famoso il sodalizio con Pablo Neruda che fece stampare molti suoi scritti ad Alberto Tallone di cui omaggiò lo stile in “Ode alla tipografia”.

(foto dell’autore)
(foto dell’autore)
(foto dell’autore)

Enrico, figlio di Alberto si è fatto carico di portare avanti l’attività di famiglia trasmettendola anche alla generazione successiva. I figli Eleonora, Elisa e Lorenzo, hanno tutti hanno deciso di lavorare nell’atelier tipografico fondato dal nonno e consacrato come un marchio di qualità nel mondo.
Tutti i membri della famiglia sono attivi sia nella parte di promozione, sia nella parte di produzione, consapevoli dell’intero processo produttivo ma ognuno con una propria competenza specifica: Elisa è specializzata in composizione, Enrico e Lorenzo sono gli stampatori, Eleonora nella parte di legatoria. Hanno compiuto ormai tempo fa una scelta coraggiosa: rimanere nel campo della stampa tipografica rivolgendosi a un pubblico di nicchia, cercando di scovare le vene aurifere fatte di collezionisti disposti a spendere per un prodotto artigianale unico e raffinato.

La qualità della produzione si sostanzia in due-tre edizioni l’anno stampate in un massimo di trecento esemplari. «Se ci ibridassimo ci snatureremmo», dice orgogliosa Eleonora, che si reca spesso negli Stati Uniti dove, molto più che in Italia e in Europa, è possibile partecipare a fiere di settore per promuovere le nuove edizioni fresche di stampa, grazie a una clientela selezionata e interessata che apprezza non solo il libro come oggetto, ma anche la tecnica di stampa utilizzata per confezionarlo.
Fra i collezionisti più affezionati, oltre ai privati, ci sono istituzioni pubbliche e biblioteche. Un finanziere newyorchese ha donato la sua intera “collezione Tallone” alla Columbia University dove aveva studiato; i Manuali Tipografici stampati ad Alpignano sono stati acquistati dalla Library of Congress di Washington, la British Library di Londra, la Butler Library della Columbia University di New York, la Cecil Green Library della Stanford University, la Houghton Library della Harvard University.

(foto dell’autore)
(foto dell’autore)
(foto dell’autore)

Ogni libro viene composto su piombo e stampato dalle macchine tipografiche su carte pregiate e scelte con perizia, prima di passare alla seconda fase della legatoria, dove i fogli vengono tagliati, cuciti, rilegati, attraverso una filiera artigianale che ha bisogno di un centinaio di passaggi prima di finire in una scatola anch’essa fatta a mano come un contenitore prezioso da inserire nelle librerie dei salotti di raffinati collezionisti.

«Sono tanti mestieri in uno» – dicono i Tallone per descrivere il lento e laborioso procedere delle loro giornate fatte di caratteri mobili e odore di inchiostro e solventi.
I caratteri delle polizze più antiche dei Tallone sono piccole sculture, tutti scolpiti a mano a riempire centinaia di cassetti stracolmi dai quali vengono estratti solo per venire impressi su carta dalle mani sapienti di Enrico.

(foto dell’autore)
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(foto dell’autore)

Vicino all’atelier storico, da cui escono i libri talloniani, Enrico ha creato l’Archivio degli Stili. Qui, in un ambiente messo a disposizione delle visite di studio, sono censite per sommi capi le famiglie di caratteri che hanno fatto la storia della tipografia in Italia.
«La tipografia tradizionale è tutta un’alchimia, un’arte» – ci ha detto Enrico salutandoci. «I tipografi di esperienza sanno che un carattere si consuma di più a non usarlo che ad usarlo bene; sanno che anche un carattere un po’ stanco, composto e riposto molte volte, con la pressione adeguata, l’inchiostro giusto e i rulli oliati a regola d’arte, rende più di un carattere nuovissimo e mai utilizzato».

La perizia aldina e bodoniana è riuscita ad arrivare fino ai giorni nostri attraverso la leggibilità dei libri Tallone, che danno al lettore una soddisfazione visiva e intellettuale.
Ad Alpignano la tipografia non viene conservata come un tesoro di famiglia, ma divulgata attraverso l’opera viva dei libri stampati e spediti in tutto il mondo.

(foto dell’autore)
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  1. Questa visita in tipografia mi ha fatto ritornare giovane. Ho fatto il compositore a mano in due tipografie… dopo aver studiato al don Calabria a Verona. Il mio lavoro mi piaceva tanto ma purtroppo é stato sostituito dal digitale (qui e sparita totalmente l’arte). Vedendo il compositoio i caratteri gli spazi i margini il torchio i colori tutto cio’ mi ha fatto un immenso piacere.
    Appena possibile spero di venire a trovarVi.

  2. Questa visita in tipografia mi ha fatto ritornare giovane. Ho fatto il compositore a mano in due tipografie… dopo aver studiato al don Calabria a Verona. Il mio lavoro mi piaceva tanto ma purtroppo é stato sostituito dal digitale (qui e sparita totalmente l’arte). Vedendo il compositoio i caratteri gli spazi i margini il torchio i colori tutto cio’ mi ha fatto un immenso piacere.
    Appena possibile spero di venire a trovarVi.

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