An Atlas of Geographical Wonders: un libro raccoglie le tavole illustrate che nell’800 provavano a misurare il mondo

L’uomo ha incominciato a esplorare il mondo ancora prima di chiamarsi uomo, e da allora non ha smesso per un solo istante di farlo. Dai racconti orali ai poemi epici, dai resoconti di viaggio (come la Peregrinatio in Terram Sanctam, del 1486, considerata una “guida turistica” ante litteram) alle mappe disegnate dagli esploratori, l’aspirazione a scoprire e, subito dopo, organizzare le conoscenze non è mai venuta meno. Ma è nell’800 — parallelamente a una diffusione, fino a quel momento impensabile, di pubblicazioni a carattere scientifico e geografico — che scienziati, cartografi ed esploratori hanno sentito il bisogno quasi ossessivo di misurare tutto ciò che era misurabile: aree, altitudini, lunghezze, profondità, per poi raccogliere i dati in tavole riepilogative che rappresentavano bene quella spinta innata e un po’ illusoria di afferrare l’inafferrabile.
Misurare è conoscere, e conoscere è il primo passo per controllare e possedere.

Gilles Palsky, Jean-Marc Besse, Philippe Grand, Jean-Christophe Bailly, “An Atlas of Geographical Wonders: From Mountaintops to Riverbeds”, Princeton Architectural Press, settembre 2019

Negli atlanti e nelle mappe dell’epoca, dunque, iniziarono ad apparire delle nuove modalità di rappresentazione del mondo, nelle quali la fedeltà alle forme della natura veniva messa in secondo piano rispetto all’esigenza di mostrare dati e misure. Oggi la chiamiamo data visualization, e negli archivi delle biblioteche di tutto il mondo ce ne sono degli esempi straordinari (qui, qui e qui se ne trovano molti).

C’è anche un libro che raccoglie si esemplari più belli. Originariamente pubblicato in Francia nel 2014, è ora uscito nella versione in inglese, dato alle stampe da Princeton Architectural Press.
Intitolato An Atlas of Geographical Wonders: From Mountaintops to Riverbeds, parte dalle splendide tavole di Alexander von Humboldt e presenta oltre 150 illustrazioni.

Curato da quattro accademici francesi — Gilles Palsky, docente di geografia all’Università di Parigi, Jean-Marc Besse direttore della ricerca del Centre national de la recherche scientifique, il poeta ed editore Philippe Grand e il docente di storia della formazione del paesaggio Jean-Christophe Bailly — il libro si può acquistare anche su Amazon.

Gilles Palsky, Jean-Marc Besse, Philippe Grand, Jean-Christophe Bailly, “An Atlas of Geographical Wonders: From Mountaintops to Riverbeds”, Princeton Architectural Press, settembre 2019
Gilles Palsky, Jean-Marc Besse, Philippe Grand, Jean-Christophe Bailly, “An Atlas of Geographical Wonders: From Mountaintops to Riverbeds”, Princeton Architectural Press, settembre 2019
Gilles Palsky, Jean-Marc Besse, Philippe Grand, Jean-Christophe Bailly, “An Atlas of Geographical Wonders: From Mountaintops to Riverbeds”, Princeton Architectural Press, settembre 2019
Gilles Palsky, Jean-Marc Besse, Philippe Grand, Jean-Christophe Bailly, “An Atlas of Geographical Wonders: From Mountaintops to Riverbeds”, Princeton Architectural Press, settembre 2019
Gilles Palsky, Jean-Marc Besse, Philippe Grand, Jean-Christophe Bailly, “An Atlas of Geographical Wonders: From Mountaintops to Riverbeds”, Princeton Architectural Press, settembre 2019
Gilles Palsky, Jean-Marc Besse, Philippe Grand, Jean-Christophe Bailly, “An Atlas of Geographical Wonders: From Mountaintops to Riverbeds”, Princeton Architectural Press, settembre 2019
Gilles Palsky, Jean-Marc Besse, Philippe Grand, Jean-Christophe Bailly, “An Atlas of Geographical Wonders: From Mountaintops to Riverbeds”, Princeton Architectural Press, settembre 2019
Gilles Palsky, Jean-Marc Besse, Philippe Grand, Jean-Christophe Bailly, “An Atlas of Geographical Wonders: From Mountaintops to Riverbeds”, Princeton Architectural Press, settembre 2019
Gilles Palsky, Jean-Marc Besse, Philippe Grand, Jean-Christophe Bailly, “An Atlas of Geographical Wonders: From Mountaintops to Riverbeds”, Princeton Architectural Press, settembre 2019
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