«Quando ho cominciato a studiare per diventare un grafico non c’erano scuole in Italia, così ho dovuto imparare il mestiere da solo, comprando libri, comprando Graphis e altre riviste. Quello che ho capito era che la cosa più importante era studiare tipografia, perché è la tipografia la base su cui tutto il resto poggia. La tipografia è lo sfondo», scrisse Giancarlo Iliprandi in Note , la sua biografia uscita per Hoepli nel 2015 e diventata una sorta di testamento, visto che il grande designer è morto appena un anno dopo nella sua Milano.
Tra le figure più importanti nel panorama della grafica e del design della seconda metà del Novecento, grande amico di Bruno Munari (per il quale scrisse un commosso necrologio), tre volte vincitore del prestigioso Compasso d’Oro (più un quarto, alla carriera), già presidente dell’Associazione per il Disegno Industriale, dell’International Council of Graphic Design Associations e dell’Art Directors Club Milano, tra i fondatori dell’ISIA di Urbino, nei suoi 91 anni di vita Iliprandi ha collaborato per le più grandi aziende, curato la direzione artistica di riviste prestigiose e di magazine ultra-sperimentali, fatto politica attraverso i suoi manifesti — spesso controversi. Ha progettato cucine, scritto libri, insegnato, curato copertine di dischi e di libri, disegnato splendidi carnet di viaggio.
Ma la tipografia, quella è rimasta una costante nel corso della sua lunga carriera: dal ’65 al ’78 Iliprandi fece parte di un gruppo di ricerca messo in piedi dalla Fonderia Nebiolo per sviluppare nuovi tipi (più che gruppo era un vero e proprio “dream team ” — formato da Bruno Munari, Franco Grignani, Giancarlo Iliprandi, Ilio Negri, Till Neuburg, Luigi Oriani, Pino Tovaglia, Aldo Novarese e, appunto, Iliprandi).
Contemporaneamente, nel ’66, il designer cominciò a progettare le copertine della rivista Serigrafia , un bimestrale dedicato alle arti della stampa nato nel ’56 e fin da subito piattaforma di grande sperimentazione per le migliori penne e matite italiane dell’epoca: Munari, Grignani, Tovaglia, Testa, Dorfles.
(courtesy: Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
La collaborazione di Iliprandi con Serigrafia andò avanti per qualche decennio. Tra il 1986 e il 1992 realizzò una serie di serigrafie dedicate alla storia della stampa, che s’intrecciavano con una ricerca che il designer milanese portava avanti per il marchio di stampanti ad aghi Honeywell, e si sviluppava in un dialogo tra passato e presente della scrittura e della stampa, che diventò in seguito anche un libro, Letterando , pubblicato da Corraini nel 2005.
Erano 42, in totale, le opere, ora protagoniste di una mostra curata dalla storica dell’arte, ricercatrice, autrice ed esperta di illustrazione satirica e grafica editoriale Marta Sironi . Organizzata presso l’atelier di Fratelli Bonvini — tipografia e cartoleria storica milanese ora diventata anche spazio culturale — l’esposizione si compone anche di altre sette serigrafie: un rebus alfabetico progettato da Iliprandi nel 1980 per lo stampatore Nava e sei pezzi, risalenti al 1983, ispirati a Leonardo da Vinci (di cui quest’anno ricorrono i 500 anni dalla morte).
Le 49 stampe saranno anche in vendita al pubblico.
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1986 ALLE NUOVE FRONTIERE Inizia nel 1986 la sperimentazione di Iliprandi sui caratteri tipografici stimolata dalla necessità di progettare ventisei alfabeti completi per le stampanti ad aghi Honeywell. Le sei copertine dell’anno compongono la scritta “SERI 86”, “con segni e caratteri che nulla hanno da fare l’uno con l’altro eppure riescono ancora a farsi intelleggere”. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1986 ALLE NUOVE FRONTIERE Inizia nel 1986 la sperimentazione di Iliprandi sui caratteri tipografici stimolata dalla necessità di progettare ventisei alfabeti completi per le stampanti ad aghi Honeywell. Le sei copertine dell’anno compongono la scritta “SERI 86”, “con segni e caratteri che nulla hanno da fare l’uno con l’altro eppure riescono ancora a farsi intelleggere”. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1986 ALLE NUOVE FRONTIERE Inizia nel 1986 la sperimentazione di Iliprandi sui caratteri tipografici stimolata dalla necessità di progettare ventisei alfabeti completi per le stampanti ad aghi Honeywell. Le sei copertine dell’anno compongono la scritta “SERI 86”, “con segni e caratteri che nulla hanno da fare l’uno con l’altro eppure riescono ancora a farsi intelleggere”. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1986 ALLE NUOVE FRONTIERE Inizia nel 1986 la sperimentazione di Iliprandi sui caratteri tipografici stimolata dalla necessità di progettare ventisei alfabeti completi per le stampanti ad aghi Honeywell. Le sei copertine dell’anno compongono la scritta “SERI 86”, “con segni e caratteri che nulla hanno da fare l’uno con l’altro eppure riescono ancora a farsi intelleggere”. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1986 ALLE NUOVE FRONTIERE Inizia nel 1986 la sperimentazione di Iliprandi sui caratteri tipografici stimolata dalla necessità di progettare ventisei alfabeti completi per le stampanti ad aghi Honeywell. Le sei copertine dell’anno compongono la scritta “SERI 86”, “con segni e caratteri che nulla hanno da fare l’uno con l’altro eppure riescono ancora a farsi intelleggere”. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1986 ALLE NUOVE FRONTIERE Inizia nel 1986 la sperimentazione di Iliprandi sui caratteri tipografici stimolata dalla necessità di progettare ventisei alfabeti completi per le stampanti ad aghi Honeywell. Le sei copertine dell’anno compongono la scritta “SERI 86”, “con segni e caratteri che nulla hanno da fare l’uno con l’altro eppure riescono ancora a farsi intelleggere”. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1987 LE RADICI DEI SUONI Le sei copertine sono strettamente connesse con l’anno precedente, in quanto completano la scritta “SERI” con l’aggiunta di “GRAFIA87” in un linguaggio che simula la produzione di un graphic-computer. “Il fonema, il suono della singola lettera, la lettera stessa, la sua costruzione visiva, sono componenti di strutture espressive, infinitamente varianti, dunque soggetto interpretativo più ancora che oggetto”. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1987 LE RADICI DEI SUONI Le sei copertine sono strettamente connesse con l’anno precedente, in quanto completano la scritta “SERI” con l’aggiunta di “GRAFIA87” in un linguaggio che simula la produzione di un graphic-computer. “Il fonema, il suono della singola lettera, la lettera stessa, la sua costruzione visiva, sono componenti di strutture espressive, infinitamente varianti, dunque soggetto interpretativo più ancora che oggetto”. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1987 LE RADICI DEI SUONI Le sei copertine sono strettamente connesse con l’anno precedente, in quanto completano la scritta “SERI” con l’aggiunta di “GRAFIA87” in un linguaggio che simula la produzione di un graphic-computer. “Il fonema, il suono della singola lettera, la lettera stessa, la sua costruzione visiva, sono componenti di strutture espressive, infinitamente varianti, dunque soggetto interpretativo più ancora che oggetto”. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1987 LE RADICI DEI SUONI Le sei copertine sono strettamente connesse con l’anno precedente, in quanto completano la scritta “SERI” con l’aggiunta di “GRAFIA87” in un linguaggio che simula la produzione di un graphic-computer. “Il fonema, il suono della singola lettera, la lettera stessa, la sua costruzione visiva, sono componenti di strutture espressive, infinitamente varianti, dunque soggetto interpretativo più ancora che oggetto”. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1987 LE RADICI DEI SUONI Le sei copertine sono strettamente connesse con l’anno precedente, in quanto completano la scritta “SERI” con l’aggiunta di “GRAFIA87” in un linguaggio che simula la produzione di un graphic-computer. “Il fonema, il suono della singola lettera, la lettera stessa, la sua costruzione visiva, sono componenti di strutture espressive, infinitamente varianti, dunque soggetto interpretativo più ancora che oggetto”. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1987 LE RADICI DEI SUONI Le sei copertine sono strettamente connesse con l’anno precedente, in quanto completano la scritta “SERI” con l’aggiunta di “GRAFIA87” in un linguaggio che simula la produzione di un graphic-computer. “Il fonema, il suono della singola lettera, la lettera stessa, la sua costruzione visiva, sono componenti di strutture espressive, infinitamente varianti, dunque soggetto interpretativo più ancora che oggetto”. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1988 NEOTIPOGRAFIA/POSTIPOGRAFIA Le sei copertine compongono la scritta: “ili per serigrafia”. Col proprio tipico atteggiamento dialettico con la storia e polemico verso la contemporaneità, alla base di queste copertine c’è la volontà di “fare il verso ai creativi che scoprono il Bauhaus quasi si trattasse della miniera d’oro abbandonata da invadere con una carovana di turisti”. Uno speciale omaggio di Iliprandi alla Neue Tipographie. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1988 NEOTIPOGRAFIA/POSTIPOGRAFIA Le sei copertine compongono la scritta: “ili per serigrafia”. Col proprio tipico atteggiamento dialettico con la storia e polemico verso la contemporaneità, alla base di queste copertine c’è la volontà di “fare il verso ai creativi che scoprono il Bauhaus quasi si trattasse della miniera d’oro abbandonata da invadere con una carovana di turisti”. Uno speciale omaggio di Iliprandi alla Neue Tipographie. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1988 NEOTIPOGRAFIA/POSTIPOGRAFIA Le sei copertine compongono la scritta: “ili per serigrafia”. Col proprio tipico atteggiamento dialettico con la storia e polemico verso la contemporaneità, alla base di queste copertine c’è la volontà di “fare il verso ai creativi che scoprono il Bauhaus quasi si trattasse della miniera d’oro abbandonata da invadere con una carovana di turisti”. Uno speciale omaggio di Iliprandi alla Neue Tipographie. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1988 NEOTIPOGRAFIA/POSTIPOGRAFIA Le sei copertine compongono la scritta: “ili per serigrafia”. Col proprio tipico atteggiamento dialettico con la storia e polemico verso la contemporaneità, alla base di queste copertine c’è la volontà di “fare il verso ai creativi che scoprono il Bauhaus quasi si trattasse della miniera d’oro abbandonata da invadere con una carovana di turisti”. Uno speciale omaggio di Iliprandi alla Neue Tipographie. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1988 NEOTIPOGRAFIA/POSTIPOGRAFIA Le sei copertine compongono la scritta: “ili per serigrafia”. Col proprio tipico atteggiamento dialettico con la storia e polemico verso la contemporaneità, alla base di queste copertine c’è la volontà di “fare il verso ai creativi che scoprono il Bauhaus quasi si trattasse della miniera d’oro abbandonata da invadere con una carovana di turisti”. Uno speciale omaggio di Iliprandi alla Neue Tipographie. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1988 NEOTIPOGRAFIA/POSTIPOGRAFIA Le sei copertine compongono la scritta: “ili per serigrafia”. Col proprio tipico atteggiamento dialettico con la storia e polemico verso la contemporaneità, alla base di queste copertine c’è la volontà di “fare il verso ai creativi che scoprono il Bauhaus quasi si trattasse della miniera d’oro abbandonata da invadere con una carovana di turisti”. Uno speciale omaggio di Iliprandi alla Neue Tipographie. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1989 QUALCOSA RIMANE Col 1989 le copertine di “Serigrafia” iniziano a ripercorrere la storia del carattere tipografico. Alcuni passaggi storici essenziali sono riproposti con libertà contemporanee: il grottesco ‘in verticale’, il lapidario ‘compattato’, una selezione dalla Capitale Rustica fino al corsivo minuscolo ‘in diagonale’, e ancora una pagina della “Bibbia delle 42 righe” di Gutemberg ‘a bandiera’ fino ‘a chiosare le doppie’ di una pagina del “Manuale tipografico” di Bodoni. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1989 QUALCOSA RIMANE Col 1989 le copertine di “Serigrafia” iniziano a ripercorrere la storia del carattere tipografico. Alcuni passaggi storici essenziali sono riproposti con libertà contemporanee: il grottesco ‘in verticale’, il lapidario ‘compattato’, una selezione dalla Capitale Rustica fino al corsivo minuscolo ‘in diagonale’, e ancora una pagina della “Bibbia delle 42 righe” di Gutemberg ‘a bandiera’ fino ‘a chiosare le doppie’ di una pagina del “Manuale tipografico” di Bodoni. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1989 QUALCOSA RIMANE Col 1989 le copertine di “Serigrafia” iniziano a ripercorrere la storia del carattere tipografico. Alcuni passaggi storici essenziali sono riproposti con libertà contemporanee: il grottesco ‘in verticale’, il lapidario ‘compattato’, una selezione dalla Capitale Rustica fino al corsivo minuscolo ‘in diagonale’, e ancora una pagina della “Bibbia delle 42 righe” di Gutemberg ‘a bandiera’ fino ‘a chiosare le doppie’ di una pagina del “Manuale tipografico” di Bodoni. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1989 QUALCOSA RIMANE Col 1989 le copertine di “Serigrafia” iniziano a ripercorrere la storia del carattere tipografico. Alcuni passaggi storici essenziali sono riproposti con libertà contemporanee: il grottesco ‘in verticale’, il lapidario ‘compattato’, una selezione dalla Capitale Rustica fino al corsivo minuscolo ‘in diagonale’, e ancora una pagina della “Bibbia delle 42 righe” di Gutemberg ‘a bandiera’ fino ‘a chiosare le doppie’ di una pagina del “Manuale tipografico” di Bodoni. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1989 QUALCOSA RIMANE Col 1989 le copertine di “Serigrafia” iniziano a ripercorrere la storia del carattere tipografico. Alcuni passaggi storici essenziali sono riproposti con libertà contemporanee: il grottesco ‘in verticale’, il lapidario ‘compattato’, una selezione dalla Capitale Rustica fino al corsivo minuscolo ‘in diagonale’, e ancora una pagina della “Bibbia delle 42 righe” di Gutemberg ‘a bandiera’ fino ‘a chiosare le doppie’ di una pagina del “Manuale tipografico” di Bodoni. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1989 QUALCOSA RIMANE Col 1989 le copertine di “Serigrafia” iniziano a ripercorrere la storia del carattere tipografico. Alcuni passaggi storici essenziali sono riproposti con libertà contemporanee: il grottesco ‘in verticale’, il lapidario ‘compattato’, una selezione dalla Capitale Rustica fino al corsivo minuscolo ‘in diagonale’, e ancora una pagina della “Bibbia delle 42 righe” di Gutemberg ‘a bandiera’ fino ‘a chiosare le doppie’ di una pagina del “Manuale tipografico” di Bodoni. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1990 SERINOVANTA Le copertine del 1990 sono dedicate ai protagonisti della storia della stampa: il tipografo-editore Nicolas Jenson (Sommevoire 1420-Venezia 1480), il tipografo Antonio Blado (Cremona 1490-Roma 1567), Aldo Manuzio (Sermoneta 1449-Venezia 1515), Claude Garamond (Parigi 1499-1561), la famiglia Estienne, in particolare Charles Estienne (1504-1564), Christopher Platin de Tiercolin (Turenna 1544-Anversa 1589). Come sempre alla storia della tipografia Iliprandi sovrappone un gesto creativo nuovo: la J è disegnata con una Marker a punta quadrata su patinata opaca, la B con un pennello giapponese da calligrafia su carta di riso, la M è il segno di un vecchio pennello di setola dura intinto nella tempera asciutta, la G a penna a sfera su carta patinata lucida. Infine il colore rosso è inchiostro di china steso con un grande pennello di setola dura. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1990 SERINOVANTA Le copertine del 1990 sono dedicate ai protagonisti della storia della stampa: il tipografo-editore Nicolas Jenson (Sommevoire 1420-Venezia 1480), il tipografo Antonio Blado (Cremona 1490-Roma 1567), Aldo Manuzio (Sermoneta 1449-Venezia 1515), Claude Garamond (Parigi 1499-1561), la famiglia Estienne, in particolare Charles Estienne (1504-1564), Christopher Platin de Tiercolin (Turenna 1544-Anversa 1589). Come sempre alla storia della tipografia Iliprandi sovrappone un gesto creativo nuovo: la J è disegnata con una Marker a punta quadrata su patinata opaca, la B con un pennello giapponese da calligrafia su carta di riso, la M è il segno di un vecchio pennello di setola dura intinto nella tempera asciutta, la G a penna a sfera su carta patinata lucida. Infine il colore rosso è inchiostro di china steso con un grande pennello di setola dura. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1990 SERINOVANTA Le copertine del 1990 sono dedicate ai protagonisti della storia della stampa: il tipografo-editore Nicolas Jenson (Sommevoire 1420-Venezia 1480), il tipografo Antonio Blado (Cremona 1490-Roma 1567), Aldo Manuzio (Sermoneta 1449-Venezia 1515), Claude Garamond (Parigi 1499-1561), la famiglia Estienne, in particolare Charles Estienne (1504-1564), Christopher Platin de Tiercolin (Turenna 1544-Anversa 1589). Come sempre alla storia della tipografia Iliprandi sovrappone un gesto creativo nuovo: la J è disegnata con una Marker a punta quadrata su patinata opaca, la B con un pennello giapponese da calligrafia su carta di riso, la M è il segno di un vecchio pennello di setola dura intinto nella tempera asciutta, la G a penna a sfera su carta patinata lucida. Infine il colore rosso è inchiostro di china steso con un grande pennello di setola dura. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1990 SERINOVANTA Le copertine del 1990 sono dedicate ai protagonisti della storia della stampa: il tipografo-editore Nicolas Jenson (Sommevoire 1420-Venezia 1480), il tipografo Antonio Blado (Cremona 1490-Roma 1567), Aldo Manuzio (Sermoneta 1449-Venezia 1515), Claude Garamond (Parigi 1499-1561), la famiglia Estienne, in particolare Charles Estienne (1504-1564), Christopher Platin de Tiercolin (Turenna 1544-Anversa 1589). Come sempre alla storia della tipografia Iliprandi sovrappone un gesto creativo nuovo: la J è disegnata con una Marker a punta quadrata su patinata opaca, la B con un pennello giapponese da calligrafia su carta di riso, la M è il segno di un vecchio pennello di setola dura intinto nella tempera asciutta, la G a penna a sfera su carta patinata lucida. Infine il colore rosso è inchiostro di china steso con un grande pennello di setola dura. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1990 SERINOVANTA Le copertine del 1990 sono dedicate ai protagonisti della storia della stampa: il tipografo-editore Nicolas Jenson (Sommevoire 1420-Venezia 1480), il tipografo Antonio Blado (Cremona 1490-Roma 1567), Aldo Manuzio (Sermoneta 1449-Venezia 1515), Claude Garamond (Parigi 1499-1561), la famiglia Estienne, in particolare Charles Estienne (1504-1564), Christopher Platin de Tiercolin (Turenna 1544-Anversa 1589). Come sempre alla storia della tipografia Iliprandi sovrappone un gesto creativo nuovo: la J è disegnata con una Marker a punta quadrata su patinata opaca, la B con un pennello giapponese da calligrafia su carta di riso, la M è il segno di un vecchio pennello di setola dura intinto nella tempera asciutta, la G a penna a sfera su carta patinata lucida. Infine il colore rosso è inchiostro di china steso con un grande pennello di setola dura. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1990 SERINOVANTA Le copertine del 1990 sono dedicate ai protagonisti della storia della stampa: il tipografo-editore Nicolas Jenson (Sommevoire 1420-Venezia 1480), il tipografo Antonio Blado (Cremona 1490-Roma 1567), Aldo Manuzio (Sermoneta 1449-Venezia 1515), Claude Garamond (Parigi 1499-1561), la famiglia Estienne, in particolare Charles Estienne (1504-1564), Christopher Platin de Tiercolin (Turenna 1544-Anversa 1589). Come sempre alla storia della tipografia Iliprandi sovrappone un gesto creativo nuovo: la J è disegnata con una Marker a punta quadrata su patinata opaca, la B con un pennello giapponese da calligrafia su carta di riso, la M è il segno di un vecchio pennello di setola dura intinto nella tempera asciutta, la G a penna a sfera su carta patinata lucida. Infine il colore rosso è inchiostro di china steso con un grande pennello di setola dura. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1991 DA MONDRIAN AD INGRES Le copertine del 1991 sono dedicate a Bodoni (Saluzzo 1740-Parma 1813): “questa serie di copertine non potrà mai essere una rivisitazione, un ‘omaggio a’, un d’après, bensì una deliberata intromissione nella poetica altrui”. Anche in questo caso, su citazioni storiche Iliprandi innesca degli interventi contemporanei, come l’utilizzo dei colori cari a Mondrian, “perché Mondrian ha usato colori puri per scandire gli spazi ed accentuare alcuni ritmi. Così il gioco di pieni e di vuoti, di forme e controforme, dei positivi e dei negativi si ripropone qui come arbitraria possibilità di scelta.” (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1991 DA MONDRIAN AD INGRES Le copertine del 1991 sono dedicate a Bodoni (Saluzzo 1740-Parma 1813): “questa serie di copertine non potrà mai essere una rivisitazione, un ‘omaggio a’, un d’après, bensì una deliberata intromissione nella poetica altrui”. Anche in questo caso, su citazioni storiche Iliprandi innesca degli interventi contemporanei, come l’utilizzo dei colori cari a Mondrian, “perché Mondrian ha usato colori puri per scandire gli spazi ed accentuare alcuni ritmi. Così il gioco di pieni e di vuoti, di forme e controforme, dei positivi e dei negativi si ripropone qui come arbitraria possibilità di scelta.” (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1991 DA MONDRIAN AD INGRES Le copertine del 1991 sono dedicate a Bodoni (Saluzzo 1740-Parma 1813): “questa serie di copertine non potrà mai essere una rivisitazione, un ‘omaggio a’, un d’après, bensì una deliberata intromissione nella poetica altrui”. Anche in questo caso, su citazioni storiche Iliprandi innesca degli interventi contemporanei, come l’utilizzo dei colori cari a Mondrian, “perché Mondrian ha usato colori puri per scandire gli spazi ed accentuare alcuni ritmi. Così il gioco di pieni e di vuoti, di forme e controforme, dei positivi e dei negativi si ripropone qui come arbitraria possibilità di scelta.” (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1991 DA MONDRIAN AD INGRES Le copertine del 1991 sono dedicate a Bodoni (Saluzzo 1740-Parma 1813): “questa serie di copertine non potrà mai essere una rivisitazione, un ‘omaggio a’, un d’après, bensì una deliberata intromissione nella poetica altrui”. Anche in questo caso, su citazioni storiche Iliprandi innesca degli interventi contemporanei, come l’utilizzo dei colori cari a Mondrian, “perché Mondrian ha usato colori puri per scandire gli spazi ed accentuare alcuni ritmi. Così il gioco di pieni e di vuoti, di forme e controforme, dei positivi e dei negativi si ripropone qui come arbitraria possibilità di scelta.” (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1991 DA MONDRIAN AD INGRES Le copertine del 1991 sono dedicate a Bodoni (Saluzzo 1740-Parma 1813): “questa serie di copertine non potrà mai essere una rivisitazione, un ‘omaggio a’, un d’après, bensì una deliberata intromissione nella poetica altrui”. Anche in questo caso, su citazioni storiche Iliprandi innesca degli interventi contemporanei, come l’utilizzo dei colori cari a Mondrian, “perché Mondrian ha usato colori puri per scandire gli spazi ed accentuare alcuni ritmi. Così il gioco di pieni e di vuoti, di forme e controforme, dei positivi e dei negativi si ripropone qui come arbitraria possibilità di scelta.” (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1991 DA MONDRIAN AD INGRES Le copertine del 1991 sono dedicate a Bodoni (Saluzzo 1740-Parma 1813): “questa serie di copertine non potrà mai essere una rivisitazione, un ‘omaggio a’, un d’après, bensì una deliberata intromissione nella poetica altrui”. Anche in questo caso, su citazioni storiche Iliprandi innesca degli interventi contemporanei, come l’utilizzo dei colori cari a Mondrian, “perché Mondrian ha usato colori puri per scandire gli spazi ed accentuare alcuni ritmi. Così il gioco di pieni e di vuoti, di forme e controforme, dei positivi e dei negativi si ripropone qui come arbitraria possibilità di scelta.” (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1992 DALLE ALPI ALLE PIRAMIDI L’ultima annata di “Serigrafia” disegnata da Iliprandi (1992), prevede un passo ancora più indietro nella storia della scrittura: prima della nascita dell’alfabeto a ricordare il passaggio dai pittogrammi agli ideogrammi fino ai fonogrammi. Le sei copertine sono dedicate alla moda dei caratteri Egizi, ricordandone le incerte origini e la varia fortuna storica. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1992 DALLE ALPI ALLE PIRAMIDI L’ultima annata di “Serigrafia” disegnata da Iliprandi (1992), prevede un passo ancora più indietro nella storia della scrittura: prima della nascita dell’alfabeto a ricordare il passaggio dai pittogrammi agli ideogrammi fino ai fonogrammi. Le sei copertine sono dedicate alla moda dei caratteri Egizi, ricordandone le incerte origini e la varia fortuna storica. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1992 DALLE ALPI ALLE PIRAMIDI L’ultima annata di “Serigrafia” disegnata da Iliprandi (1992), prevede un passo ancora più indietro nella storia della scrittura: prima della nascita dell’alfabeto a ricordare il passaggio dai pittogrammi agli ideogrammi fino ai fonogrammi. Le sei copertine sono dedicate alla moda dei caratteri Egizi, ricordandone le incerte origini e la varia fortuna storica. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1992 DALLE ALPI ALLE PIRAMIDI L’ultima annata di “Serigrafia” disegnata da Iliprandi (1992), prevede un passo ancora più indietro nella storia della scrittura: prima della nascita dell’alfabeto a ricordare il passaggio dai pittogrammi agli ideogrammi fino ai fonogrammi. Le sei copertine sono dedicate alla moda dei caratteri Egizi, ricordandone le incerte origini e la varia fortuna storica. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1992 DALLE ALPI ALLE PIRAMIDI L’ultima annata di “Serigrafia” disegnata da Iliprandi (1992), prevede un passo ancora più indietro nella storia della scrittura: prima della nascita dell’alfabeto a ricordare il passaggio dai pittogrammi agli ideogrammi fino ai fonogrammi. Le sei copertine sono dedicate alla moda dei caratteri Egizi, ricordandone le incerte origini e la varia fortuna storica. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)
Giancarlo Iliprandi, «Serigrafia» 1992 DALLE ALPI ALLE PIRAMIDI L’ultima annata di “Serigrafia” disegnata da Iliprandi (1992), prevede un passo ancora più indietro nella storia della scrittura: prima della nascita dell’alfabeto a ricordare il passaggio dai pittogrammi agli ideogrammi fino ai fonogrammi. Le sei copertine sono dedicate alla moda dei caratteri Egizi, ricordandone le incerte origini e la varia fortuna storica. (courtesy Monica Fumagalli Iliprandi – Fratelli Bonvini Milano)