fotogramma tratto dal trailer di “Knust, the riso print pioneers”

Un documentario su Knust, un collettivo di pionieri della risograph

Da diversi anni la stampa risograph è molto utilizzata da illustratori, grafici e piccoli editori indipendenti in tutto il mondo. Possiamo addirittura dire che — nonostante l’enorme varietà di stampe, riviste, fanzine e libri d’artista prodotti con questa tecnologia — la semplice dicitura stampato in risograph costituisca una sorta di marchio di provenienza: come un made in ma non limitato a una sola nazione, bensì a una scena, che si è sviluppata a livello internazionale attorno a una macchina inventata in Giappone negli anni ’80 come strumento da ufficio, in seguito quasi caduta nel dimenticatoio e, successivamente, rinata in ambito creativo grazie a una serie di fattori: rapidità, buona qualità, costo piuttosto contenuto e risultati spesso imprevedibili, che danno al processo di stampa un sapore tipicamente analogico e una grande possibilità di sperimentazione.

Quando una bolla di oblio ha avvolto la risografia, prima del ritorno in auge di inizio millennio, a finirci dentro sono stati anche tutti quei pionieri che hanno cominciato a utilizzare questa tecnica per scopi prettamente artistici quando quasi nessuno, all’epoca, aveva ancora pensato a farlo. Tra di loro c’è un collettivo olandese, Knust, che esiste ancora e che ha alle spalle una lunga e gloriosa storia di occupazioni, autogestioni, cultura DIY e condivisione della conoscenza.

Jan Dirk de Wilde, uno dei fondatori di Knust
(foto: Ania Rachmat | courtesy: Ivana Smudja)

Di Knust e della sua ultratrentennale attività si parla già sullo splendido libro Risomania, di Vetro Editions, ma finalmente a raccontarla nel dettaglio arriva un documentario, Knust, the riso print pioneers, realizzato da Ivana Smudja, filmmaker serba cresciuta in Italia e da qualche anno di base in Olanda.

«Ho deciso di girare questa cosa perché tengo tantissimo a loro e voglio supportare il loro modo di fare arte: modesto, pratico e con uno spirito combattivo. In tutti questi anni di crisi e tagli ai fondi culturali loro non si sono mai arresi continuando a fare ciò che amano vivendo in maniera modesta», mi ha raccontato Ivana, che sta girando il film e di recente ha lanciato una piccola campagna di crowdfunding per finanziare il progetto.

Per ora c’è un trailer, che comincia ad accendere qualche luce sul passato di Knust, un passato che ha a che fare con una banca bruciata (a quel punto, per quanto mi riguarda, ero già conquistato), proteste contro un parcheggio da costruire, un’occupazione, un vecchio tipografo che voleva sbarazzarsi della sua attrezzatura, un gruppo di artisti che attraverso la stampa e l’arte ha cominciato a diffondere il proprio modo di pensare e vedere le cose.

fotogramma tratto dal trailer di “Knust, the riso print pioneers”

«Sono stati tra i primi a sperimentare e ad operare con il risografo. Negli anni novanta le persone approdavano da loro per stampare i loro art book e imparare la tecnica. Erano e sono conosciuti conosciuti in tutto il mondo, ma dopo il boom del riso print negli anni 2000 la loro figura è caduta nel background e sono stati “scavalcati” dai giovani artisti e da tutti quelli che hanno saputo vendersi bene sui social media», mi ha spiegato Ivana, che ha deciso di sviluppare il documentario su diversi piani: seguendo la residenza di un’artista britannica, Charlotte Ager, presso gli spazi di Knust; mostrando il processo di stampa; intervistando Gijs Frieling, che ha raggiunto la fama mondiale anche grazie a un libro stampato con Knust; ricostruendo la storia del collettivo attraverso vecchie foto e filmati.

Per supportare il film, si può partecipare alla campagna di raccolta fondi. C’è tempo fino al 19 marzo.

fotogramma tratto dal trailer di “Knust, the riso print pioneers”
fotogramma tratto dal trailer di “Knust, the riso print pioneers”
fotogramma tratto dal trailer di “Knust, the riso print pioneers”
fotogramma tratto dal trailer di “Knust, the riso print pioneers”
fotogramma tratto dal trailer di “Knust, the riso print pioneers”
Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.