Si chiama pareidolia quel fenomeno della percezione che, inconsciamente, ci fa vedere cose a noi familiari — perlopiù volti o figure umane — in forme che in realtà sono casuali. Le costellazioni e le case-con-le-facce sono ad esempio riconducibili alla pareidolia, che è anche un tipo di illusione che può far molto comodo ai disegnatori.
Lo sa bene Federica Zancato, illustratrice e grafica freelance di base a Torino che, “grazie” alla mancanza dell’ascensore, ha potuto osservare bene, ancora e ancora, gli ottanta scalini delle tre, lunghe rampe di scale fino al suo portone. Scalini in marmo, dunque ricchi di “venature” che, a guardar con attenzione, sembrano volti di bizzarri personaggi, tanto bizzarri da meritarsi un nome e persino una storia.
È così che è nato Via delle Grancasse, 0, un libro illustrato che raccoglie i disegni fatti da Federica sopra alle foto degli scalini (sul suo profilo Instagram si può vedere come ha lavorato: ecco un esempio), ciascuno accompagnato da un racconto scritto appositamente per l’occasione da Guido Arnosio.
C’è il signor Gastone Barba, che sembra un giullare. C’è il signor Timbrone, pelato e senza collo. C’è la bellissima Ines Frugolova dai capelli rossi. C’è la vecchia e stravagante signora Rimando, col suo scialle e la sua pipa. E poi il signor Vischio, Carmen, il signor Angolo, Hans Bettermaier, che è tedesco. Ci sono Nino Sberla e il torvo Cassius. E Aristide Mosca, Alan Sorta, Augusto Pericle Gonga, i signori Grovière.
Insieme al narratore, il portiere che tutto osserva dallo spioncino, e all’enigmatico Piero Bo, l’outsider, che a sua volta osserva il narratore, formano l’atipico condominio che sta al numero 0 di una via immaginaria — Via delle Grancasse, appunto — che, per il nome, si ispira a Fred Buscaglione, dato che pure lui, come Federica, abitava in un palazzo dello storico borgo Vanchiglia, a Torino (il numero 0, invece, esiste davvero in diverse vie del quartiere, ed è un ulteriore omaggio, stavolta a un grande narratore come Sergio Endrigo).
A rendere ancora più interessante il progetto, fatto di foto, testi e disegni, c’è lo stesso design del libro che, dietro a una copertina ispirata ai vecchi registi condominiali, si sviluppa con alcune pagine in pvc trasparenti nelle quali le illustrazioni si sovrappongono agli scalini che hanno suggerito i personaggi — ho avuto modo di vedere di persona il prototipo ed è davvero affascinante.
Per finanziare la pubblicazione — un’autoproduzione di 500 copie numerate — Federica ha deciso di utilizzare il crowdfunding, lanciando una campagna di raccolta fondi su Ulule che prevede anche cartoline, poster e persino un gioco da tavola (una sorta di Memory) ispirato al libro.