Dal liberty e dall’art déco al fluo degli anni ’80, passando per le avanguardie di inizio ‘900, i richiami esotici dello stile tiki, la space age, il modernismo, la psichedelia: tutte le correnti artistiche e grafiche dell’ultimo secolo e mezzo sono arrivate prima o poi sui menu dei ristoranti, che possono essere quindi considerati come una cartina al tornasole dell’estetica dominante di un dato periodo e un documento storico importante non soltanto dal punto di vista gastronomico e sociale ma anche anche da quello della progettazione grafica, tanto che la biblioteca pubblica di New York conserva — e ha digitalizzato e messo online — una enorme collezione di menu che va dal 1850 circa fino a oggi.
Più o meno lo stesso ventaglio temporale coperto da un libro come Menu Design in America, che raccoglie oltre 130 anni di menu dei ristoranti americani, quando cioè cominciarono a diffondersi le liste con i piatti tra i quali scegliere — liste che oggi ci sembra tanto scontato che esistano e che, quando le abbiamo tra le mani, giudichiamo severamente come se ci trovassimo con Alessandro “confermare o ribbaltare” Borghese dentro una puntata di 4 Ristoranti.

(fonte: taschen.com)
Uscito originariamente nel 2011 in un volume di grande formato pubblicato da Taschen, il libro è stato ridimensionato (anche nel prezzo) ma contiene ancora, in oltre 560 pagine, centinaia e centinaia di esempi provenienti da ristoranti di lusso e tavole calde senza pretese di tutti gli Stati Uniti.
Curato da Jim Heimann, storico, antropologo, collezionista e responsabile editoriale di Taschen America, contiene saggi di due esperti come Steven Heller — per la grafica — e John Mariani, giornalista enogastronomico.
Menu Design in America si può acquistare anche su Amazon.

(fonte: taschen.com)

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